BOLOGNA come AVIGNONE

 

 


 

 

 

Sapevate che Bologna ha rischiato d’essere sede papale nel lontano 1330?

 

A quel tempo, il papa Giovanni XXII era in esilio in Francia, a causa delle lotte intestine tra guelfi e ghibellini.

Nella speranza di poter rientrare in Italia, nel 1319 il papa - da Avignone - incaricò il nipote e cardinale Bertrando del Poggetto di elaborare un progetto per sconfiggere le forze ghibelline, rinvigorite dall’appoggio imperiale, e consentire il rientro della corte papale a Roma.

Bertrand du  Pouget, dopo alcune pesanti sconfitte nella marcia verso Roma, riuscì nel 1327 ad occupare Bologna.

Dopo le mille fatiche occorse per giungere fino lì, la Chiesa decise che Bologna poteva essere adatta a diventare anche sede del papato.

Bertrando, allora, per prepararla all’arrivo del pontefice, si preoccupò di avviare molte iniziative tra cui il potenziamento delle mura urbane e la costruzione della residenza del papa e della sua corte.

Il castello papale fu costruito tra il 1330 ed il 1332 a porta Galliera ma non rimase in piedi a lungo.

I bolognesi, infatti, stanchi delle tasse che avevano dovuto pagare, nel marzo del 1334 rasero quasi completamente al suolo il fortilizio.

Visto il fallimento del progetto bolognese, il nuovo papa Benedetto XII intraprese i lavori per la costruzione del Palazzo dei Papi ad Avignone.

 

Il castello papale di Bologna sorgeva dove ora c’è l’Autostazione.

Dell’imponente castello di Porta Galliera, progettato come degna e sontuosa residenza del papa, non ci sono pervenute precise descrizioni anche se della sua magnificenza e ricchezza attestano alcune fonti.

Lo conferma anche il coinvolgimento di alcuni dei più rinomati artisti del momento, in  larga misura forestieri, chiamati per conferire all’impresa un carattere d’assoluta “straordinarietà” rispetto alla tradizione locale. All’interno del castello sorgeva la “cappella magna”, per dipingere la quale furono chiamati, ad esempio, il grande pittore fiorentino Giotto ed il pisano Giovanni di Balduccio, autore di un prezioso polittico marmoreo.

 

Sono le ricostruzioni storiche ad ipotizzare la presenza a Bologna di questi grandi pittori dell’epoca. Visto che il castello fu distrutto e saccheggiato, i beni di valore in esso custoditi finirono in nobili dimore bolognesi o chiese, le tracce di un committente importante si rilevano dai personaggi rappresentati e dalla ricchezza delle opere giunte fino a noi.

 

Per quanto assai breve, la vicenda del castello di Porta Galliera segnò un momento di grande crescita per la vita artistica della città, in quanto – come dicevo prima – la ricca committenza richiamò a Bologna artisti di fama.

 

La ricostruzione storica del castello di Porta Galliera e del relativo fermento artistico è oggetto di una piccola mostra allestita al Museo Civico Medievale di Via Manzoni 4 a Bologna con il titolo “Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto”, fino al 28 marzo 2006.

 

 

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