BOLDINI, il pittore degli ultraricchi 

 

 

 

 

Giovanni Boldini nasce a Ferrara nel 1842 e muore a Parigi nel 1931.

Tre città segnano la sua vita artistica: Ferrara dove nasce e vive fino al 1864, Firenze dove avviene la sua formazione artistica con i Macchiaioli fino al 1870 e Parigi, la sua città d’adozione, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni.

A Firenze rimase solo sei anni perché l’ambiente fiorentino gli apparve soffocante e chiuso.

Emigrò così a Parigi dove divenne l’interprete maggiore della Belle Epoque.

 

Giovanni Boldini fu un abile ritrattista, ma dipinse anche paesaggi che si differenziarono da quelli degli Impressionisti per una maggiore ricchezza cromatica e luminosità.

 

Giovanni Boldini non si può definire un artista popolare perché fu tutt’altro.

Egli non amava esporre i propri dipinti in pubblico, se non in occasioni eccezionali e divenne l’idolo di una classe ultraricca ed ultrasofisticata.

L’alta borghesia era nel cuore e nello sguardo di Boldini, soprattutto contesse, attrici, amanti.

 

Per una nuova musa aristocratica, la contessa Gabrielle De Rasty, egli abbandonò la popolana Berthé, fedele compagna e modella - prima – prediletta; alle due donne dedicò il bel “Conversazione al caffè” del 1879 (collezione privata).

La contessa sarà la prima della serie di donne belle, ricche e raffinate da lui chiamate “divine”, nei cui ritratti crea un nuovo tipo di femminilità seducente, moderna, aggressiva, come quella del dipinto della marchesa Luigia Casati (“Ritratto della marchesa Casati con penne di pavone” del 1911-1913 – Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).

 

Giovanni Boldini, a Parigi, ebbe occasioni di confronto con Manet e Degas, di cui divenne amico.

Artista dotato d’indubbio talento, Boldini seppe scegliere le giuste amicizie per la sua scalata professionale e sociale.

L’avventura artistica di Boldini finì, così, con la scomparsa di quel mondo dorato che lo sosteneva (seconda guerra mondiale).

 

Giovanni Boldini fu un artista tra i più pagati dell’epoca e nei suoi dipinti si riflette sempre la felicità e solarità di quel mondo dorato che frequentava. Certo, i suoi dipinti sono belli, ma - oserei dire - sono faziosi!!

 

Tra i paesaggi, sempre ariosi e luminosi, vorrei ricordare:

-          “Morning Stroll” del 1873, collezione privata

-          La Grande Rue à Combes-La-Ville” del 1873, Philadelphia Museum of Art (U.S.A.)

-          “Place Clichy” del 1874, collezione privata.

 

Tra i ritratti, meritano un cenno particolare:

-          “Ritratto di Giuseppe Verdi” del 1886, Milano – Casa di riposo per musicisti, Fondazione Giuseppe Verdi

-           “Ritratto della Marchesa Casati con penne di pavone” del 1911-1913, Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna

-          “Ritratto della contessa De Rasty coricata” del 1880, pastello su seta applicata su carta, collezione privata.

 

Ringrazio la bella mostra, allestita a Padova fino al 12 giugno 2005, perché ci ha dato la possibilità di conoscere questo valido e….opportunista artista ferrarese.

 

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