LO SCONTRO SULL'ART. 18

 

 

Febbraio 2002

Lo scontro Sindacati/Governo sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è ai ferri corti. Si parla di scipero generale il 5 aprile 2002.

Qual è l’oggetto in discussione?

Il governo vuole introdurre per quattro anni la libertà di licenziare in tre specifici casi che, secondo le intenzioni ufficiali, dovrebbe accompagnarsi ad una maggiore libertà di assumere da parte delle Imprese.

Le imprese con più di 15 dipendenti avrebbero diritto di licenziare quei dipendenti, con contratto a tempo determinato, che fossero assunti con contratto a tempo indeterminato. Il principio su cui si baserebbe sarebbe che molte aziende non assumono a tempo "prolungato" perché se poi hanno una riduzione del lavoro sono costrette a tenere il personale, con conseguenti maggiori costi non compensati da maggiori ricavi. Bene (si fa per dire!), già oggi possono ovviare all’inconveniente con le assunzioni a tempo determinato, quindi dove sarebbe l’incentivo ad assumere? L’ipotesi avanzata che il lavoratore uscirebbe dal precariato è pura fantasia visto che può essere licenziato senza giusta causa, anzi, è più precario visto che, almeno, nel contratto a tempo determinato è sicuro di poter lavorare tre, quattro, ecc. mesi.

Le imprese con meno di 15 dipendenti potranno assumere oltre questa soglia e manterranno il diritto al licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo.

Le imprese del sommerso, che decideranno di mettersi in regola, avranno diritto di licenziare liberamente anche se hanno alle dipendenze più di 15 persone. Bene (si fa per dire!), le imprese che fanno lavorare le persone in nero lo fanno per avere meno costi, non pagano – ad esmprio - i contributi ai lavoratori e la possibilità di licenziarli passa in second’ordine, io credo; comunque si tratta, spesso, di piccole realtà che, se emerse, rimarrebbero comunque sotto la soglia delle 15 unità lavorative per le quali non viene applicato la Statuto.

Certo, per adesso, non verrebbero intaccate le tutele di chi ha già un lavoro in regola e a tempo indeterminato ma, fra qualche anno, l’estensione sarà completata.

Intendo affermare che nessuna Impresa assumerà più a tempo indeterminato senza prima stipulare dei contratti a termine ed allora - in futuro - ci sarà libertà di licenziare senza giusta causa per tutti.

Peraltro, sul personale di "vecchia" data, quello cui rimarrebbe la tutela, molte Imprese stanno facendo pressioni, violenze psicologiche per indurlo al licenziamento, lo sottopongono al cosiddetto trattamento "mobbing", esasperazioni, umiliazioni per indurlo al licenziamento ed assumere poi un giovane con i nuovi contratti.

Dice Renato Gilioli che dirige la Clinica del Lavoro di Milano, dove si è reso necessario l’allargamento dello staff che ora comprende una cinquantina di specialisti fra medici e psicologi per far fronte alle richieste, "un giorno si è presentata una cinquantenne milanese che s’è sentita apostrofare dal capo del personale in questo modo: "ma lei come fa a resistere a questo trattamento?""

Insomma, la verà volontà è quella d’essere liberi di assumere come di licenziare e licenziare senza giusta causa significa anche poterlo fare per motivi legati all’impegno politico o sindacale (lavoratore scomodo e che crea problemi), per motivi legati alla personalità del lavoratore (antipatie, mancanza di servilismo o messa in discussione di decisioni del capo), ecc..

Insomma, modifica dell’art. 18 e mobbing sono strumenti in grado di annullare – nel tempo - le giuste tutele dei lavoratori.

Mobilitiamoci!!!

Cosa ne pensi?

Scrivi a:

Malaguti.cinzia@iol.it

HOME PAGE