ARGENTINA: I CHIRURGHI DELLA SPAZZATURA

 

 

Aprile 2002

L’Argentina, agli inizi del secolo scorso, era un Paese ricco e pieno di promesse, molti italiani emigrarono laggiù.

Oggi è un Paese in bancarotta, non ci sono soldi, la disoccupazione è ha livelli elevatissimi e sono in vertiginoso aumento i poveri, ai limiti della sopravvivenza.

In questo panorama desolato, stà prendendo piede un nuovo lavoro, se così vogliamo chiamarlo: rovistare nella spazzatura per recuperare la carta da vendere nelle cartiere.

Sono i "cartoneros", frugano con le mani nude nei cassonetti e nei sacchi della spazzatura ed accumulano nelle loro baracche materiali che sono stati a contatto con rifiuti organici che il giorno dopo venderanno per non morire di fame. Spesso i soldi non bastano ed allora non è raro vedere qualcuno che, insieme alla carta, recupera anche gli avanzi nella spazzatura.

I "cartoneros" svolgono anche un ruolo sociale (sigh!!) in un Paese privo di coscienza ambientale. Una legge anacronistica, infatti, impedisce di fatto ai Comuni dell’area metropolitana di riciclare la spazzatura e così, se non ci fossero i "cartoneros", 17 mila tonnellate di rifiuti solidi, ogni giorno, finirebbero nelle discariche della capitale.

Comunque, loro fanno il lavoro sporco per due soldi mentre grossisti ed intermediari si arricchiscono a rifornire le grandi industrie della carta e del vetro locali e straniere.

I "cartoneros" partono di mattina presto dalle periferie della città - meglio dire dalle baraccopoli nella periferia della città -, salgono su un treno, il "tren blanco", malmesso a loro disposizione (che bontà!!) che li porta nei quartieri dove abita la buona borghesia argentina. Scendono con il loro carretto, quelli più fortunati hanno carretti che possono trasportare fino a 300 chili di carta mentre quelli meno fortunati devono accontentarsi dei carrelli del supermercato. Sezionano i sacchi dell’immondizia, li aprono e smistano, sono chiamati i chirurghi della spazzatura. Quelli più abili tastano, senza aprire il sacco, avvertendo al tatto se c’è materiale solido che interessa oppure no. Ah, dimenticavo, il treno dei "cartoneros" anche se malmesso non è gratis, devono pagare un abbonamento …… a prezzo politico.

Quelli che arrivano con il treno, però, non possono lavorare sui cassonetti del centro di Buenos Aires perché quella è area riservata ai miserabili organizzati dalla "mafia dei camion", poveri controllati mentre lavorano e caricati sui camion insieme alla merce recuperata.

In un Paese travolto da una crisi senza precedenti (in quindici giorni in Argentina si sono avvicendati cinque capi di Stato), con tre milioni e mezzo di poveri ed un tasso di disoccupazione che ha raggiunto cifre record, recuperare la carta dalla spazzatura è un’attività destinata ad espandersi ogni giorno di più, con grossisti ed intermediari che si leccano i baffi.

Se il Comune si occupasse del riciclaggio dell’immondizia, i suoi cittadini non rischierebbero infezioni, non cadrebbero in mano di speculatori e farabutti che si arricchiscono alle loro spalle; i poveri potrebbero beneficiare dei proventi conseguenti alle vendite comunali, investiti in creazione d’attività più dignitose. Mi rendo conto che, in un Paese che ha attraversato lunghi anni di corruzione, ciò farà sorridere ma …..tempo al tempo, spero.

Comunque, termino dicendo che questa gente, per non morire di fame, si è inventata un mestiere, sporco e insalubre fin che si vuole, ma un mestiere; voglio dire che, anziché, mendicare, ha preferito rinboccarsi le maniche. Questa gente merita tutta la nostra comprensione ed i nostri auguri per un futuro migliore!

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