L'AMICIZIA

 

 

Vorrei scrivere d’amicizia, quella vera e quella falsa.

Per farlo mi allaccio ad un letterato del 1200, Boncompagno da Signa, che individuò ben 26 categorie d’amicizia. Beh, a distanza di ben 800 anni, la maggior parte di esse è estremamente attuale e contemporanea.

Ne cito solo alcune:

"l’amico della fortuna" è quello che si allea sempre con il vincitore del momento; i "futili" sono gli ….amici pettegoli che non sanno tenere un segreto nemmeno per un giorno; i "ventosi" sono quelli che per mettere in risalto il proprio ruolo ed attirarsi lodi e meriti rendono complicate le cose facili; i "venatori" sono quelli che, come cani, fanno festa a chi mostra pane e ossi e magari vituperano i virtuosi; i "vitrei" sono gli amici dal cuore fragile che per un nonnulla si offendono e ...possono diventare vendicativi; i "ferrei" sono, invece, gli avari.

Ci sono poi i "voluttuosi", i compagni di merende, quelli che legano l’amicizia al raggiungimento di uno scopo voluttuoso, di piacere, con il suo finire, finisce anche l’amicizia; che dire poi dell’"amico orbato", quello "accecato" dall’arte seduttiva di una donna (o di un uomo)!!

Tutto questo per arrivare ad una riflessione:

possiamo essere circondati da "amici" ma sentirci soli così come possiamo avere pochi amici ma che da soli ci riempono la vita. L’amicizia sincera, disinteressata è cosa rara e preziosa. Essere amico di una persona o avere un amico che è tale indipendentemente dai ruoli, dai bisogni, dalle convenienze, dai tempi e dai luoghi è fatto così virtuoso e raro da apparire quasi un sogno. Un sogno, però, realizzabile a partire da noi stessi. L’amicizia sincera richiama ed attira su di sé amicizia sincera per chi sa distinguere.

Cosa dovremmo distinguere? L’anima.

L’anima "buona" da quella "cattiva", colui che sa dare da colui che vuole solo ricevere e si mostra amico per interesse.

L’ambiente di lavoro è il luogo dove non possono nascere vere amicizie perché nascono in un ambiente troppo condizionato da ruoli ed interessi. Le amicizie che nascono nell’ambiente di lavoro sono destinate a deludere perché sono alimentate dal bisogno e quando esso cambia o si esaurisce, finisce l’amicizia.

La vera amicizia non nasce alimentata dal bisogno ma da un piacere ludico che è lo stesso che unisce due bambini al gioco, è il gioco della vita in cui si condividono vittorie e sconfitte, è il piacere di stare insieme e di sentirsi a proprio agio.

Tra uomo e donna è possibile una sincera amicizia? L’amore e l’amicizia sono due sentimenti diversi: l’amore è come un colpo di fulmine, si esaurisce, la vera amicizia, invece, è eterna. La vera amicizia non può diventare amore perché la vera amicizia è amore sublimato, elevato ad un ruolo diverso; l’amore, invece, può evolversi nell’amicizia.

Qesto è, se vi pare….

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