ALLERGIE, proporzionali all'igiene?

 

 

Una reazione allergica si verifica quando il sistema immunitario di persone suscettibili si sensibilizza ad una sostanza estranea, normalmente innocua. La prima esposizione alla sostanza induce la produzione del relativo anticorpo. Un’ulteriore esposizione causerà una reazione allergica, con un rilascio di istamina che darà luogo a prurito ed infiammazione.

Quando è stata confrontata l’incidenza delle malattie allergiche fra i figli di braccianti ed agricoltori ed i figli di professionisti e manager, si è riscontrato che essa era proporzionale allo status socio-economico dei pazienti. Vale a dire che era minore nel primo caso rispetto al secondo.

Questi dati hanno condotto David Strachan, dello St. George’s Hospital Medical School di Londra, all’ipotesi "dell’igiene": il miglioramento degli standard igienici comporterebbe una minore esposizione a potogeni "necessari" per la maturazione del sistema immunitario, predisponendo così, soggetti sensibili, alle allergie. (Fonte "Le Scienze" – novembre 2001)

Beh, se è vero che la vita "rustica", fatta di spazi aperti e non inquinati dai gas di scarico delle vetture e dagli agenti chimici industriali, è riscontrabile in chi vive in campagna piuttosto che in chi vive in città, il fatto che ciò sia ricondotto a questioni di igiene, mi sembra un po’ limitante e fuorviante! Diciamo che una vita "rustica" è più sana che una vita "ovattata" in un appartamento con l’aria che si respira in balcone o in giardino in una città ed il primo caso contribuisce a costruire un sistema immunitario più efficiente. Quindi se è vero che l’igiene a volte esasperata di chi vive in città (non sporcarti o non toccare che ti sporchi, sono solo alcuni degli imperativi sui bambini) può influire negativamente sullo sviluppo di un efficiente sistema immunitario in soggetti sensibili, è anche vero – secondo me – che - oggi come oggi - le normali condizioni igieniche in campagna non sono a meno che in città. Ciò che cambia sono la disponibilità di spazi, l’inquinamento ambientale e la possibilità per i bambini di "sporcarsi" senza essere continuamente redarguiti.

Sarà l’insieme di questi fattori a rendere meno allergici i figli di braccianti ed agricoltori?

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