AIUTI INTERNAZIONALI ALLO SVILUPPO

 

 

Febbraio 2005

 

Metà della popolazione di questo pianeta, circa 3 miliardi d’esseri umani, vive nell’indigenza.

Ad oltre un miliardo di persone manca l’acqua potabile.

Due miliardi di persone mancano d’adeguate misure sanitarie, servizi igienici ed elettricità.

Questo è il quadro di vita nel nostro pianeta.

 

Gli aiuti internazionali allo sviluppo delle aree povere non possono, secondo il mio parere, essere casuali ed indifferenziati perché diverse sono le realtà sociali, politiche ed economiche dei Paesi poveri.

Alcuni Paesi poveri sono ricchi di risorse naturali, ma i loro benefici sono distribuiti tra pochi autocrati.

Tra i paesi poveri molti sono, infatti, quelli governati da despoti o in preda a guerre civili e di clan.

Gli aiuti dei paesi ricchi non possono non tener conto di queste situazioni.

 

In mancanza di democrazia, gli aiuti finirebbero per alimentare le autocrazie che gestirebbero i finanziamenti per il proprio mantenimento.

Bisogna, quindi, contribuire a creare condizioni democratiche di vita politica ed economica, dove rappresentanti liberamente eletti costruiscono le premesse d’opportunità di sviluppo ai propri cittadini.

Solo successivamente gli aiuti possono andare a frutto e dare benefici alla gente comune.

Questo non significa fare guerre con conseguenti vittime tra i civili perché ci sono anche i mezzi d’intelligence: i despoti non sono amati e gente da aiutare per ribaltare lo status quo si trova sempre! La storia insegna che i complotti hanno cambiato gli imperatori!

 

Eliminare o ridurre la povertà significa anche togliere terreno fertile alla criminalità ed al terrorismo.

 

I paesi ricchi, per arrivare a questi risultati, dovrebbero anteporre lo sviluppo ed il benessere planetario all’interesse ed all’arricchimento personale. Non dovrebbero difendere paesi autoritari, anche se fanno i propri particolari interessi, perché quei paesi continuerebbero ad essere poveri ed a rischio epidemie, ad aumentare il terrorismo e – quindi – la nostra insicurezza, a frenare uno sviluppo ed un benessere collettivi che sono alla base del benessere individuale.

 

Occorre essere generosi?

….anche pratici e lungimiranti; tra l’altro, nuovi mercati possono aprirsi al commercio in paesi con un diverso (rispetto all’attuale) potere d’acquisto!!!!

 

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