ACQUA, merce o diritto?

 

 

Marzo 2004

L’acqua è una merce o è un diritto?

E’ giusto lucrare sulla distribuzione dell’acqua oppure essa è un bene – come l’aria – che deve essere a disposizione di tutti?

Beh, a queste domande sono sicura che tutti risponderanno che l’acqua è un diritto e che tutti devono averne accesso.

La realtà è - però, ancora una volta, - diversa o più complessa della teoria.

L’acqua per essere resa bevibile richiede del lavoro, l’acquedotto, la sua manutenzione, la distribuzione, costi che vengono distribuiti sulla collettività. Il costo distribuito è però così infinitesimale che non costituisce un problema per la stessa collettività nei paesi occidentali.

L’acqua è – però – un bene a cui non tutti nel mondo hanno accesso: i paesi poveri soffrono di malattie, spesso causa di morte, in assenza d’acqua potabile.

Nel frattempo, nei paesi occidentali, si fanno avanti Società di servizi che si offrono, dietro compenso, di gestire la rete degli acquedotti al posto dell’ente pubblico, spesso scarsamente efficiente.

Anche se all’utente il prezzo dell’acqua è stabilito dall’ente pubblico ed è - diciamo - un prezzo "politico", con la privatizzazione o con la delega di servizio a privati dell’acqua, si apre una strada che potrebbe portarci problemi anziché soluzioni.

Il privato si prefigge un utile, cioè la remunerazione del suo capitale investito, che è indispensabile alla sua sopravvivenza.

Se l'acqua è un bene di tutti, come può il suo prezzo sottostare alle leggi di mercato?!

Nel caso di prezzo stabilito dall’ente pubblico ma con gestione (delega di servizio) a privati, il problema non migliora, anzi …: se il privato deve star dentro ad un prezzo imposto, potrebbe essere costretto a tagliare dei costi e allora ……più guasti tecnici per minor manutenzione? ecc..

Se qualcuno deve guadagnare sull’acqua, dovrebbe essere l’ente pubblico che può reinvestire in servizi sociali!! Oh no!?!

Se l’ente pubblico è burocratico e inefficiente perché non cercare di renderlo adeguato anziché mettersi su strade pericolose?

Il problema del Terzo Mondo è ancora più grave! Siccità, acqua non potabile, malattie, morte!

Che fanno gli opulenti Paesi occidentali oltre a sprecare acqua ed investire risorse in guerre di potere?

Solidarietà, aiuto sono considerate parole "di sinistra" quando sono fini a sé stesse, quando chi le applica non ci guadagna nulla, questa è la logica nei paesi del libero mercato.

Tuttavia, pensare così, significa essere di visuale corta perché, in realtà, un Paese che si affranca dai suoi bisogni primari e di sopravvivenza – come quello legato all’acqua – è un Paese che svilupperà bisogni secondari a cui …. qualcuno potrà rispondere!

Allora, perché non correre a costruire acquedotti in Africa?!?

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