1983, la casina di Federico


Promessa dagli amici (non dal Comune) e svanita nel nulla.

Torna alla ribalta una ribalda storia del 1983... Quella della casina sul porto donata a Federico Fellini, non dalle pubbliche autorità, come si sostiene oggi senza conoscere le fonti, ma da un gruppo di amici.

Begli amici, tutto sommato perché poi quella casina sul porto non fu mai regalata al regista riminese, svanendo nel nulla. Chissà come e perché, ma così è.

Giorgio Tonelli ("il Ponte", 2.10.1983) allora chiese a Titta Benzi se c'era anche il suo zampino nella vicenda.
Risposta: lo zampino ce lo aveva messo 20 anni prima, gli aveva comprata una casina lì vicino, "con i suoi soldi [di Fellini], per tre milioni circa. Ma la moglie gliel'aveva venduta dopo un mese".

Giorgio Tonelli riportava la smentita del sindaco: la casina del regista non è un dono dell'amministrazione, ma di un gruppo di amici ed estimatori coordinati dall'architetto socialista Giorgio Franchini.

La scena della casina sul porto va inserita sullo sfondo del "Fellini day", allora organizzato con il costo di 250 milioni di lire, di cui 58 del Comune.

Nel mio "Notes di Tama" sullo stesso numero del "Ponte", ironizzavo su questa spesa, proponendo un festival dell'Amsoscord a proposito di quello dell'Amarcord appena tenuto, e caratterizzato da un "ricevimento granducale per pochi (?) intimi".

Ma non mi nascondevo i rischi sui millantatori di memorie. Mi cito.

"I soliti, immancabili furbi però girerebbero nottetempo, col passo felpato della pantera rosa, aguzzando la poca vista e lucidando le lenti, con in mano scarsi documenti: «Ho stretto la mano al duce!»: ma se salutava romanamente?; «Ho brindato con il grande condottiero alleato»: ma se qui non è mai venuto?; «Ho ascoltato tutti i grandi musicisti d'Europa»: ma si sa che è stato sempre perfettamente sordo.

Sotto sotto, queste leggende comincerebbero a circolare. Ed ai tavolini da caffè sul mare, qualche giovane inesperto, ascoltando quelle parole, darebbe corpo a fantasmi lunari, a sogni mai realizzati che circolano soltanto come leggende abusive. E forse ne nascerebbe un libro ove i meno sinceri, non sapendo più bene che cosa si sono dimenticati, ricorderebbero perfettamente cose mai avvenute.

Con lo sguardo ghiotto, c'è forse già un editore pronto a lanciare un saggio, la cui introduzione potrebbe essere intitolata «Ho dimenticato tutto, tranne il futuro»."


Fine della citazione del 1983. Torniamo a questo 2010 quando la "leggenda abusiva" della casina sul porto donata dal Comune a Fellini, dà ragione a quanto scrissi 27 anni fa, dimostrando appunto che ci sono persone che ricordano "perfettamente cose mai avvenute".



© Antonio Montanari. "Riministoria" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 07.03.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 05.08.1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67, 21.03.2001. Mail.
[1378, 30.08.2010. http://digilander.libero.it/appestato.am/rimini/casina.html]