Ci vuole pazienza?
Lettera al direttore del "Sole-24 Ore"

Egregio direttore Napoletano,
sono un lettore vecchio ed umanista del "Sole" domenicale, per il quale mi complimento sinceramente con la redazione tutta.
Una particolare devozione intellettuale mi porta ad apprezzare il "Breviario" del cardinal Ravasi, fonte di buoni suggerimenti culturali ma soprattutto morali.
In quello di ieri, il tema della Pazienza ospita anche Leopardi, e culmina nel definirla "figlia della sapienza".
A lei, egregio direttore, al cardinal Ravasi ed a tutti gli intellettuali disponibili ad ascoltare, chiedo soltanto una cosa: non serve a nulla la lezione di Gesù che la pazienza la perse davvero, cacciando i mercanti dal tempio? E che dire della massima evangelica, secondo cui occorre che gli scandali avvengano?
Il detto politico che "indignarsi è giusto" non nasce forse dal desiderio di affermare il bene contro il male della corruzione?
Se la Pazienza ha i suoi limiti, forse è meglio la versione del principe De Curtis in arte Totò, per il quale ogni limite ha la sua pazienza?
La crisi economica che ci circonda vede sfilare denunce di situazioni terribili. Non sono mai stato sessantottino per motivi di età. In quegli anni insegnavo e dovevamo difendere lo Stato dalle pretese qualunquistiche di ben agguerriti suoi nemici, sparsi soprattutto tra colleghi che poi hanno fatto brillanti carriere, con quella pazienza che non è frutto di saggezza bensì di servilismo politico al Potere, bianco rosso o verde che sia.
Da anziano conservatore (cioè che vorrebbe vedere salvati alcuni princìpi che sono alla base della nostra Costituzione), constato che all'elogio della Pazienza spesso s'accompagnano esaltazioni di servilismo dai vari colori che impediscono soltanto di considerare quello che il Manzoni giovanile ante conversione (1805) chiama "il santo Vero", attraverso le parole poste in bocca addirittura a Carlo Imbonati, l'amante di sua madre. Davanti ad ogni "santo Vero" storico o personale, la Pazienza vale o finisce per essere sottomissione e pavida rinuncia?
Un ricordo personale. Dieci anni fa fui invitato da un’organizzazione cattolica di Rimini a parlare della guerra, e mi espressi contro quella di cui si trattava allora verso l’Iraq. La cosa piacque tanto che da allora sono stato tenuto accuratamente lontano da quegli ambienti. La politica Usa è considerata più forte delle parole del Vangelo e della Fede. Per rispetto alla Pazienza, dovrei tacere sull’episodio? I Teologi non sono quelli che hanno sempre acceso i roghi?

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Pagina 1867. Creata, 12.04.2013.