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WILD
PARROTS
Articolo di Sarah Casey Newman su Mark Bittner (traduzione Attanasio Mozzillo) MARK BITTENER non conosceva molto suli uccelli quando per primo notò i quattro commensali ornati di piume allesterno della finestra del soggiorno della casa che stava pulendo sulle Red Hills di San Francisco. Ma il dimenticato poeta cantante cantautore pensò tra se:
Mark che aveva vissuto parecchi anni a Wahington aveva traslocato e stava concludendo la sistemazione della sua nuova piccola abitazione e rimase folgorato dalla vista dei moltissimi pappagalli che si potevano scorgere tra i ramiegli alberi delle Telegraph Hills..
I giorni successivi dedicati allo studio e all'osservazioni di questi stormi di pappagalli confermare confermarono le conclusioni dello studios E.Blattner sui pappagalli delle telegraph Hills di San Francisco. Mark inoltresi pose tutta una serie di domande : Come avevano fatto i pappagalli a raggiungere San Francisco ? Erano stati animali domestici di qualcuno ? Se erano realmente pappagalli, di che specie erano ? Essi erano soltanto lunghi un piede, e Mark aveva sempre creduto che i pappagallifossero molto più grandi. Se essi erano realmente pappagalli, come sopportavano il freddo ? Dopo molti mesi di studio Mark potè alla fine dare risposte alle domande. Fu organizata una conferenza al Gatway Parrots Club nel Queen Park nel Settembre del 2005
Infine agli inizi dell'anno fu chiamato come consulente del film di Judy Irving : The Wild Parrots of Telegraph Hills, in cui tra l'altro recitò in una piccola parte. Mark ci ha risposto ancora in una recente intervista telefonica dalla sua casa in California. " Gli uccelli sono stati catturati nel sud America e spediti qui per essere venduti come animali domestici " probabilmente furono introdotti senza le dovute certificazioni dal Messico. Bittener sospetta che i primi membri del gruppo erano pappagalli fuggiti da un contenitoredestinato ad un negozio di di animali, o anche sarebbero potuti esser stati liberati dai proprietari delusi per il troppo chiasso che facevano. Probabilmente il gruppo era una combinazione delle tre ipotesi. Gli uccelli sono Conuri testa rossa (Aratinga erythrogenis) e Conuri mitrati (Aratinga mitrata) che sono nativi dellEcuador e del Perù. " Il freddo non è un problema per loro." . Bittener ci ha detto:"Essi sono attualmente più infastiditi dal caldo che dal freddo. Quando fa caldo come 80 gradi (farhneit) essi tengono le loro ali separate dal corpo e ansimano". Ma egli ha aggiunto il freddo è un problema per gli uccelli più piccoli come i budgies (ondulati di colore) che sono spesso chiamati parrocchetti. " Vi sono stati budgies qui nel gruppo, ma non in inverno. " . Dallottobre del 1990 , anno in cui Bittner ha visto i pappagalli, il gruppo è aumentato di circa una dozzina di uccelli. In dicembre , durante un insolito improvviso freddo, la temperatura ha raggiunto i - 28 gradi (farheneit) Bittner è stato impressionato dalla tenacità degli uccelli fino ad allora, ma egli era sicuro che non sarebbero sopravvissuti al freddo. Mark conferma l'esistenza di altri gruppi di pappagalli fuggiti alla cattività e che hanno fatto lo stesso percorso. " Vi è un gruppo che vive annualmente intorno a Chicago " Ed ancora " vi sono gruppi a Brooklyn sul Long Island e nel Conneticut, Portland e Seattle. Il freddo non è un problema " ha ripetuto. Altri posti che vantano pappagalli liberi includono San Diego, St Gorge, Utah e Phoenix , Arizona. "Ho sentito che vi è un gruppo a New Orleans e vi sono gruppi nel Texas e in quasi tutta la Florida" ha detto Bittner.
E la sua curiosità circa i pappagalli selvaggi aumenta. Bittner ha ritrovato se stesso guardandoli e studiandoli sempre di più. Più li guardava e più ne rimaneva affascinato. I vecchi problemi, l'ansia , la frustrazione per la notorietà venuta a mncare sono scomparse e si sente un uomo "nuovo". Bittner sapeva che se voleva conoscerli meglio , e lo fece, egli avrebbe dovuto identificarli individualmente, uno per uno, con pazienza certosina. Pareva un obiettivo impossibile.. Eccetto per i due conuri testa blu (Aratinga acuticaudata) facilmente riconoscibili dalla loro colorazione,a nche a distanza. Ma Mark Bittner era determinato. Egli imparò a riconoscere ogni uccello e dette un nome ad ognuno: Connor e Paco, Mingus e Mandela. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, egli pazientemente li osservò e li nutrì. Così conquistò completamente la loro fiducia tanto che essi si appollaiavano sulla sua testa , si mettevano in fila sulle sue braccia e mangiavano dalle sue mani. A volte, lo spettacolo dei pappagalli e lo speciale legame con il loro amico non alato rendeva Bittner unattrazione turistica di come non si erano mai viste sulle Hills. Nel mese di Ottobre Bittner ha dovuto sgomberare la casa da Telegraph Hill. E' finito nellaltra parte della baia di San Francisco, nellarea dellOakland, dimenticando i pappagalli selvaggi. "Quando ho visitato la collina,che ho lasciato, un anno piu tardi, non avevo pianificato di iniziare a nutrirli ancora" egli disse . "Ma essi si ricordavano di me ed io li riconobbi" . Per sei mesi tornò alle colline a nutrire i suoi amici. I nuovi dellattuale gruppo diventato ancora più numeroso avevano accettato Bittner come parte del gruppo. Ma questa volta era stato diverso. Bittner non avrebbe mai raggiunto la speciale intima relazione che aveva avuto con gli uccelli allinizio. Sebbene i numeri fluttuassero, la dimensione del gruppo era cresciuto costantemente. "Vi erano circa 160 uccelli nellultimo conteggio, ma quello era prima delle nascite. In più vi erano state anche delle morti da allora." Sebbene Bittner continui ad alimentare il gruppo , non lo potette fare nello stesso modo in cui lo faceva prima in quanto non aveva più molto tempo libero " Quando li alimentavo, lo facevo solo una volta al giorno. Anche se avessi voluto alimentarli di più, non volli. Essi non avevano bisogno di me, riuscivano ad alimentarsi da soli e con l'aiuto degli abitanti delle Hills. "I Pappagalli mi avevano spinto a scrivere, cosa che ho sempre gradito ma per un sacco di complicate ragioni non ho mai fatto. Essi mi hanno dato una storia da raccontare ed una ragione per scrivere ". "Dar da mangiare ai pappagalli è una cosa divertente da fare quando ho tempo ovviamente. Continuerò a farlo" ha detto. " Li tengo sempre docchio" La gente che è stata coinvolta dalla storia dei Wild Parrots of the Hills non perde la speranza che Bittner continuerà a raccontare e a scrivere. Mark ha deciso che il suo prossimo libro tratterà della loro vita nelle strade, comunqueaggiorna sempre i dati relaivi ai pappagalli sulle "parrot pages" della Pelican Media sul sito www.pelicanmedia.org <http://www.pelicanmedia.org/> Reporter Sarah Casey Newman E-Mail snewman@post-dispatch.com traduzione Attanasio
Mozzillo - Ottobre 2005 |
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