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La
decadenza di Via Primo Maggio
Mi
capita spesso di camminare in Via Primo Maggio, anche senza le
sue sollecitazioni, conosco quindi bene la situazione che
descrive che è – ahimè - in larga parte veritiera. Colgo
quindi la sua "provocazione" per chiarire lo stato
delle cose e per riflettere a più ampio raggio sulle
difficoltà e sulle scelte per garantire le condizioni di cura
e arredo delle strade urbane ed extraurbane nonché della
presenza di spazi verdi, del loro decoro e della loro ottimale
manutenzione che tutti i cittadini (e, mi creda, anche gli
amministratori) vorrebbero.
Prima
questione: Via Primo Maggio è strada pubblica o strada
privata? Si tratta di una strada, come molte altre nel
Comune di Vicchio, sorte negli ultimi decenni dello scorso
secolo, per le quali non si è proceduto all'acquisizione al
patrimonio comunale, se pur di uso pubblico e come tale
regolarmente oggetto di spazzamento come le altre strade del
capoluogo e di altri interventi di straordinaria manutenzione,
nonché illuminate a cura dell'Amministrazione. Questo è uno
dei motivi per cui non sono mai stati realizzati interventi di
ordinaria manutenzione, che sono all'origine dei marciapiedi
sconnessi, presenza di erbe eccetera. È una precisa volontà
di questa Amministrazione dotarsi di un "piano delle
strade", già ad un avanzato livello, per definire
precise scelte di classificazione e riclassificazione delle
strade (sia urbane che extraurbane) sulla cui base attuare una
pianificazione per procedere progressivamente alle
acquisizioni e quindi agli interventi di manutenzione o di
adeguamento.
Un
precedente importante della volontà dell'Amministrazione di
"recuperare" aree urbane è quello che si è
realizzato di recente nella zona del "Colombaiotto"
dove, per far fronte alle esigenze non solo di manutenzione,
ma anche di urbanizzazione in una zona residenziale
importante, ma cresciuta fuori dai principi di corretta
gestione urbanistica, si è formato un consorzio a
partecipazione pubblica che ha realizzato le opere necessarie
per acquisire la viabilità al patrimonio comunale.
Seconda
questione: Dare risposte a Via Primo Maggio per dare
risposte di "decenza urbana" a tutto il Comune? Purtroppo,
come lei segnala, la situazione di Via Primo Maggio non è la
sola, né – io aggiungo – la peggiore, come si può
constatare, ad esempio camminando in Via Cavour, che
costituisce una delle vie d'accesso a Vicchio, o su per la
ripidissima Via dell'Erta, o in Via Marco da Galliano
(anch'essa ancora non acquisita al patrimonio comunale) o in
altre vie del nostro Comune, non dimenticando la viabilità
comunale e nelle frazioni, che si estende per circa 100
(cento) chilometri, senza parlare degli ulteriori chilometri
di strade consortili nelle quali è comunque presente il
pubblico.
Non
si può dire che a Vicchio siano mancati interventi di
riqualificazione urbana: il piano finanziato dalla Regione nel
1997 ha consentito lavori imponenti: da Piazza della Vittoria
ai Viali Mazzini e Beato Angelico, a Via della Repubblica,
alla piazzetta ad est del Corso del Popolo etc. Nel corso di
questi lavori, come i vicchiesi hanno potuto constatare, si è
anche "rimessa a nuovo" larga parte della rete
fognaria del paese. Equità voleva che i finanziamenti
comunali venissero orientati alla manutenzione delle strade e
del territorio fuori del capoluogo e per questo, negli ultimi
anni, si sono privilegiati gli investimenti nelle frazioni e
nel territorio aperto (in alcuni casi urgenti ed
indispensabili come il ripristino in seguito a frane o per il
consolidamento di ponti). Gli interventi, per le casse del
Comune, sono stati significativi, anche se certo non hanno
risolto tutti i problemi e permangono situazioni che attendono
di essere sanate. Questo vuol dire che, se anche la questione
urbanistica della proprietà di Via Primo Maggio fosse stata
risolta, probabilmente i lavori in questa strada non sarebbe
stati da anteporre ad altri, almeno in questa fase e in una
situazione di bilancio segnata da forti strette.
Terza
questione: La zona non edificata e in stato d'abbandono è
destinata a "verde pubblico" o ad altro? Su
questo la scelta è chiara e la volontà precisa, anche se la
fattibilità è costretta a fare i conti con i soliti vincoli
economici e con gli assetti proprietari. L'area è destinata a
verde, più precisamente da destinare a spazio giochi per
bambini e ragazzi. In seguito alla tragica morte di Sandro
Vignini sembrò che fosse possibile realizzarlo rapidamente,
sull'onda dell'emozione di un paese intero e della volontà di
ricordarlo da quanti lo avevano apprezzato ed amato come
sportivo e come uomo e che erano disposti a contribuire in
vari modi. L'iter si è rivelato meno semplice di quanto era
apparso in un primo momento, ma è indubbio che a Vicchio c'è
bisogno di uno spazio dove i ragazzi possano giocare
all'aperto e che la collocazione centrale e vicina alle scuole
è ottimale, come resta vivo il ricordo di Sandro e il
desiderio di ricordarlo. Nel definire la fattibilità
dell'intervento si potranno esaminare forme e modi di
realizzazione, non certo ipotesi di "area
edificabile" che stravolgerebbero Piano strutturale e
Regolamento urbanistico.
Distinti
saluti
Elettra
Lorini
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