Fuori Tama, "il Ponte", Settembre 2012

Fuori Tama 1093 bis
Vade retro, Veltroni

Nel Tama 1093 abbiamo scritto che Walter Veltroni anziché andare in missione in Africa come promesso, fa pure il romanziere, tirando in ballo l'isola delle rose davanti alle coste riminesi, demolita dallo Stato nel 1969.
Al romanziere Walter Veltroni, gliele ha dette in faccia, l'ex sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi, con un breve ma duro intervento apparso sul "Corriere di Rimini" di sabato primo settembre: "...l'Isola delle Rose non c'entra nulla con il Sessantotto", fu soltanto una semplice operazione economica.
Dal passato al presente. Per risolvere i problemi nostri, di Rimini e dell'Italia, conclude Chicchi, la risposta non è nell'effimero ma "nel faticoso, lento, talvolta poco gratificante consolidamento delle istituzioni", nel "rafforzamento delle strutture formative, nello sviluppo dei produttori di socialità". Quindi niente utopie alla Veltroni, un romano che ha letto di Rimini, dell'Isola delle Rose e ne ha fatto una specie di affresco con sogni e bisogni giovanili di quel tempo. Ma che sogni e bisogni, spiega Chicchi giustamente, si voleva soltanto una casa da gioco in luogo tranquillo, in alto mare, senza legge né controllori...
Terribile è la battuta iniziale con cui Chicchi definisce il Veltroni attuale: "leggermente afono e spaesato" nel quadro della politica e della società nazionali. Per le quali non servono utopie, ma risposte concrete alle domande di prospettive che da esse nascono.

Stefano Ciavatta su LINKIESTA il 6 settembre ha pubblicato un lungo servizio intitolato "L'isola di Veltroni era il paradiso fiscale di un fascista". L'inventore dell'isola, Giorgio Rosa, è così descritto: "ex soldato repubblichino, poi ingegnere e perito edile per il tribunale di Bologna, ossessionato e pignolo, ottimista e sbrigativo".
Il 31 agosto su "il Fatto" di Bologna Davide Turrini aveva scritto: "L'ingegnere Giorgio Rosa che nel 1968 costruì L'isola delle Rose in mezzo all'Adriatico ha sempre dichiarato di non avere nulla a che fare coi movimenti di protesta di sinistra dell'epoca. Anzi per lui perfino i partigiani furono terroristi che si associarono in massa per avere i contributi Inps".
Sul romanzo di Veltroni, Stefano Ciavatta osserva: "Ci vogliono cinquanta pagine di romanzo per arrivare a scoprire l'esistenza dell'isola, prima però l’autore dissemina le figurine del suo pantheon culturale, ma l'album finisce per assomigliare a un product placement della fantasia. [...] Il vero abuso edilizio lo fa lo scrittore, protetto dal nume tutelare del sognatore Fellini [...] Veltroni procede più spedito e sicuro di Rosa, e così il fascino per l'avventura nel libro si irrigidisce, l'occupazione generazionale è andata a segno".
All'altro Fuori Tama 1093.

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Antonio Montanari
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Creata
02.09.2012.
Pagina aggiornata
08.09.2012, 17:20.