Fuori Tama, Dicembre 2010


Segreta (mente) 2.

Fuori Tama, ovvero aggiunte al testo pubblicato nel Tama 1019. Dove più di 2.450 battute non ci stanno. E poi magari ci sono aggiornamenti da fare. Ecco il perché questa (strana) rubrica.

(06.12.2010)
1. Ricevo questa lettera:
«Stefano Anelli, lo zio che a Rimini ha ucciso la nipote avvocata Monica, pubblicò tre libri, sotto mentite spoglie (firmandosi John Kleeves), presso una nota casa editrice "fascista" (absit iniuria verbis) di Rimini.
Chi li pagati? Il partito comunista americano a cui Stefano Anelli, secondo il responsabile della stessa casa editrice, si era iscritto?
Oppure qualche "servizio" italiano che può aver usato l'autore come proprio agente per scopi su cui si potrebbe ipotizzare a lungo?
Non si pubblicano "privatamente" tanti libri se non si ha un ruolo da svolgere. Inoltre l'editore non poteva non conoscere la vera identità dell'ingegnere.
Comunque ecco quanto sul sito dell’editore si legge di due dei tre libri di Anelli.
Il primo, "Vecchi trucchi. Le strategie e la prassi della politica estera americana", è così presentato: "Le strategie e la prassi della politica estera americana, dalle armi nucleari in Europa all’asservimento dell’America Latina, al traffico internazionale di droga. Dagli Stati Uniti, un saggio esplosivo e documentatissimo, provocatorio e spietato".
Del secondo ("Sacrifici umani. Stati Uniti: i signori della guerra") si dice: "Questo saggio, in prima traduzione italiana, illumina gli aspetti più reconditi del rapporto tra la cultura statunitense e la guerra: dal genocidio dei pellerossa fino ai bombardamenti sull’Iraq ed alle operazioni di “polizia internazionale” degli ultimi anni".»

2. Un’altra segnalazione pervenuta. Quando un anno fa è stato arrestato come spacciatore un boxeur di Rimini, i giornali non hanno riportato questa sua qualifica.

Antonio Montanari
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Segreta (mente) 1.

Fuori Tama, ovvero aggiunte al testo pubblicato nel Tama 1018. Dove più di 2.450 battute non ci stanno. E poi magari ci sono aggiornamenti da fare. Ecco il perché questa (strana) rubrica.

Da tempo vado sostenendo che l'Italia è uno strano Paese.
La Storia è dovunque e sempre piena di storie di ladri puttane e spie che hanno preteso di reggere le pubbliche sorti di uno Stato.
Ma soltanto in Italia essi hanno avuto pure la pretesa di salire persino sulla gloria degli altari. E' l'antico problema del fatto storicamente provato che abbiamo avuto la Controriforma ma non la Riforma? Piccola deviazione, ci sono dei begli spiriti italici che di recente hanno imbrogliato le carte, sostenendo che la Controriforma va chiamata Riforma...

Comunque, resta il fatto che siamo circondati da ladri puttane e spie che vogliono fare soltanto loro il bello ed il cattivo tempo non soltanto al centro ma pure nella periferia.
Le rispettabili spie che agiscono nell'ombra ricevono ogni onore. Ma se uno si permette di scrivere apertis verbis la verità, àpriti cielo. Ne ho già parlato e quindi rimando a quanto ho pubblicato nel blog "appestato", in questa pagina "Rimini stranissima", che ripropongo qui sotto.

9 maggio 2010. Scrivo un post nel blog di "Appestato", intitolato "Rimini strana". Questo il testo.
«Un gruppo culturale cattolico ti vieta di parlare della storia degli Ebrei nella città, dopo averti incaricato di studiarla, ma poi invita a conferenziare dei massoni che pagano loro per essere presenti dappertutto, tanto poi detraggono dalle spese della ditta. Città non molto strana, Rimini. In quest'Italia per nulla divertente».

Il 4 novembre ho inserito "Rimini stranissima":
«Città stranissima, Rimini.
In un precedente post, ho parlato di Rimini "città molto strana".
Città stranissima, aggiungo oggi. Per raccontare come alcune (due, suppongo) recensioni apparse a mia firma sul settimanale "il Ponte" a cui collaboro dal 1982, abbiano destato scandalo. Spiego il perché.
Prima recensione. In essa scrivo che una citazione riportata ha in originale un senso opposto a quello che le si attribuisce.
Seconda recensione. Scrivo che in quel libro c'è un itinerario ben esaminato negli anni '70, che vide in Elemire Zolla (1926-2002) uno studioso di punta, oggi utilizzato in ambito esoterico, come paladino della condanna della cultura della "modernità". Non so se per colpa della prima o della seconda recensione, ma non me ne hanno chieste più al giornale. E sono passati parecchi mesi».

Antonio Montanari
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29.11.2010, 18:10.
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Antonio Montanari, TamTama