Notte  di   San Lorenzo

 

 Ero decisa. Questa notte non sarei andata a letto  prima  d’aver visto  almeno una stella cadente.

Mangiai in fretta qualcosa e andai a cercarmi una postazione da dove avrei potuto ammirare almeno una stella cadente, diamine, è famosa per questo questa notte, la notte del 10 agosto.

 Non era per esprimere un desiderio, non  ne avevo  da esprimere se ne avessi vista una cadere, però, ugualmente, ero fermamente intenzionata: non sarei andata a coricarmi prima d’aver visto una stella cadente.

                                                                          

Ahimè ! Cielo da osservare ce n’era ben poco,  fra terrazzi, antenne  televisive, paraboliche ed altro; però, quel fazzoletto di cielo mi sarebbe dovuto bastare. Mi sarei sistemata bene con la mia sedia sdraio, uno sgabello per poggiare i piedi, una brocca d’acqua fresca e quant’altro avrebbe reso più confortevole la mia osservazione delle stelle, poichè il caldo è    davvero soffocante  in queste serate.

Così feci.

 Mi sedetti comodamente, cuscino, sgabello, sdraio e viveri, possibilmente freschi, anzi, ghiacciati.   I 37 gradi che avevamo avuto durante il giorno non avevano lasciato neanche  un  briciolo di energia al mio fisico.

  Così equipaggiata, mi sono piazzata sul terrazzino ed ho cominciato a guardare il cielo; 

capita così di rado, ormai, guardare il cielo che non ci accorgiamo di quanto sia bello e della vita che si svolge lassù, tutti troppo presi dal nostro lavoro, dal nostro tran-tran, dalle nostre occupazioni;  fare la spesa, cucinare, lavare, uscire, rientrare, andare di qua, di là, con la macchina, a piedi, nel traffico, da soli, parlare con i nostri vicini, con i nostri parenti, con i nostri amici, parlare con i nostri mariti, con i nostri figli. Parlare con il cane con il gatto, con la televisione sempre accesa che parla, parla parla…. senza lasciare a noi poveri uomini , o donne, l’opportunità di guardare in alto.

 

L’occasione di guardare il cielo però ci viene offerta in questa magica notte di mezza estate.  

 La mia postazione era magnifica. Potevano essere si e no una ventina di metri quadrati di cielo: ma a me dovevano bastare, caspita. Una stella cadente, se cadesse, l’avrei vista anche da qui.               

                                                                                 

Mi seccava molto portarmi fin sopra il terrazzo: mi sarei dovuta trascinare dietro tutto il mio armamentario, la mia sdraio, la mia brocca e la mia radiolina per ascoltare eventualmente il notturno di Radio Puglia, la mia emittente preferita.  Sarei stata bene anche qui, la serata era abbastanza fresca. Nel pomeriggio si era levato un vento, che i metereologi avevano definito di maestrale, il quale, ad un certo momento, aveva dato quasi fastidio e rovinato certamente il bagno dei villeggianti, ma che, tuttavia, era servito a rinfrescare un po’ l’aria.

   
   

   Seduta sul terrazzino mi giungevano folate d’aria calda provenienti dalle stanze, dopo aver abbondantemente spalancato porte e finestre. Il vento entrando da una porta sospingeva l’aria calda  dall’altra. Aria torrida come se in casa avessimo acceso il fuoco. Le estati da noi al sud sono notoriamente calde .            

  .                                     

  Già da Maggio il sole cominciava a farsi sentire.

Il Leone  fin d’allora cominciava ad affilare gli artigli. Quello stesso sole che  avrebbe raggiunto lo Zenit  nei mesi di Luglio ed Agosto. Se ti appoggiavi sul letto sembrava che questo fosse appena uscito da una fornace: le lenzuola sembravano state da poco stirate con un ferro a vapore ad altissima temperatura

Avevamo imparato a convivere con questo “ nemico” invisibile che ci abbatteva, ci toglieva l’energia, ci toglieva la voglia di fare i lavori in casa, lavori che però si dovevano svolgere ugualmente, nonostante la forza contraria esercitata dal caldo sul nostro umore e sulla nostra efficienza.

Ma adesso non voglio più pensare al caldo, adesso fa quasi freddo.

Sono le 22 e 14 in questo momento. V o g l i o  g u a r d a r e   i l   c i e l o !

                                              

Mi viene in mente quel verso del Pascoli che dice “le tacite stelle. Nei campi c’è un lieve gre-gre di ranelle” Se l’avessimo scritta oggi, questa poesia, ci avrebbero riso dietro tutti i critici, ma intanto, è ancora una poesia talmente bella che la nostra infanzia felice ogni tanto ce la riporta alla memoria.

 

Le tremule stelle! Ma tremano davvero le stelle! La loro luce è pervasa da una elettricità particolare

che io purtroppo non so spiegare, non conoscendo bene le leggi della fisica, però nel cielo c’è un movimento incredibile!

                                                                                   

                                                                             

Mentre guardo con occhi assetati di stelle cadenti una piccola luce si avvicina, ecco qualcosa si muove, qualcosa si muove, qualcosa si muove, si muove, si muove! E’ una stella cadente, anzi no, è un aereo. E’ un aereo che passa per andare ad atterrare sull’aereoporto di Brindisi, lo capisco perché distinguo  una luce rossa intermittente e le stelle cadenti non si portano  certo  i colori dietro. E’ un aereo certamente, mi ripetevo delusa.

 

 Ma guarda là, una stella che prima pareva fissa, ora sembra aver preso vita. Sembra scendere, sembra camminare, cammina! Cammina, diventa ancora più piccola, non la vedo, non la vedo più…

Ma come! Le stelle cadenti non dovrebbero lasciare una scia luminosa dietro di sé? Ma no, che sciocca, non sono stelle comete!  quelle famose di cui si parla a  Natale. Non lasciano una scia luminosa le stelle cadenti! Esse, purtroppo, sono caratterizzate da una scia fatua, destinata ad estinguersi rapidamente durante la caduta.

                                                       

 Mentre ero presa da questa affabulazione solitaria, alla mia destra, in fondo, un’altra stella si muove, una stella piccolina,  piccolissima, tanto da essere percepita quanto una capocchia di spillo da sarta, ma che si muove !

 Con mia grande sorpresa, non viene giù perpendicolarmente, ma si muove in senso orizzontale su nel cielo, su quello scampolo di cielo. Caspita! Allora non cadono  necessariamente in verticale le stelle cadenti; possono cadere anche in orizzontale.  Loro non sono certo tenute ad osservare le leggi della gravità .

 Nel  mentre mi consumo quasi gli occhi a cercare, a cercare in quel quadrato di cielo qualche altra stella, vedo che alcune di esse sono posizionate in maniera tale che, aiutata da un righello invisibile e una matita magica, potrebbero assumere connotazioni di oggetti a noi familiari, oggetti della nostra vita quotidiana; un imbuto, per esempio, una sedia, un carro… E’ così che gli scienziati hanno scoperto le Costellazioni, tracciando linee virtuali e assemblando agglomerati di stelle.

 Io, in questa notte fatata ho scoperto l’acqua calda, lo so, ma aver tratto da sola queste conclusioni mi dà i brividi.

  Ho scoperto un altro giuoco. Immagino ora di tracciare delle linee immaginarie tra quella stella e l’altra, quella che sta più giù. Tracciando delle linee vengono fuori delle forme delle più assurde, delle più strane, tra le più impensabili, tra le più familiari. Spingo lo sguardo ancora più in là, più in fondo, fin dove le stelle sembrano più piccole come se fossero dei puntini lasciati da una matita sull’enorme foglio di cielo, e anche loro emanano luce e movimento; un moto immobile…

                                                                      

                                                                                     

                                                                                                 

Mentre spingo lo sguardo inquieto di qua, di là, per non perdere nulla, perché nulla mi sfugga, ecco un’altra luce, un’altra luce rossa ed altre luci bianche: Addirittura! Sono passati pochi minuti dal passaggio di un aereo, ed ora ne transita un altro: Caspiterina che traffico su nel cielo! sembra un’autostrada!

 Poco dopo un altro aereo transita nel senso opposto. Vien fatto di pensare che potrebbero incorrere in un incidente se i piloti non seguissero scrupolosamente la loro rotta. No, no, no, non era una stella cadente! Era certamente un aereo: me lo diceva quella luce rossa che si portava dietro, come se fosse la freccia di un’automobile che sta per svoltare.

 Stella cadente! Stella cadente, ti voglio vedere!

non lasciarmi delusa, non ho desideri da esprimerti, ma voglio vederti!

 Guarda, guarda, dico a me stessa come se avessi un invisibile interlocutore e volessi additargli la stella che si sta muovendo, che sta andando giù, giù, giù, che 

c a m m i n a   n e l   c i e l o

lo solca per molti metri, poi il mio sguardo non è più capace di percepirla in quella sua discesa così rapida.

Guardo più in là; dove termina il muretto del terrazzo, sì, lì c’è una di quelle stelle  più grandi che tremano, che tremano e mandano bagliori,

Vedo che col passare del tempo lei va impercettibilmente oltre, in virtù di quel moto da noi  non percepito della rotazione della terra.

                                                                                   

Oh, quante cose meravigliose si possono vedere aprendo gli occhi sul cielo!

La culla dell’Infinito. La residenza del Soprannaturale. Che movimento, che vita  c’è lassù.  

                       

                                         

 

Stella, stella, ti vedo, ti vedo! Sta scendendo su una traiettoria  invisibile la seconda stella cadente di questa notte, dell’ ormai 11 Agosto.

Sembra quasi la notte dell’11 Novembre, quell’undici Novembre del 40 ! La notte del bombardamento su Taranto. Quella notte quanti aerei, quante bombe su Taranto.  Io, per fortuna non ero ancora nata, ma il racconto che me ne faceva mia madre era vivido nella mia mente come se ne fossi stata spettatrice.

Ma queste stelle non sono bombe: queste stelle non fanno male, non portano distruzione, non portano morte, ma portano gioia al cuore.

                                                                                                      

Volevo  poter vedere  meglio, ma il cielo è coperto da una  coltre di afa che  gli impedisce  di essere limpido: forse più tardi verrà un altro vento più gagliardo  sospingerà queste nubi di afa oltre gli altri terrazzi, oltre gli altri palazzi, e mi consentirà di osservare meglio l’atteso evento della caduta delle stelle in questa  magica notte d’ Agosto. Una notte che vivo in simbiosi con le mie amiche stelle.

 

 

 

Qualche sera fa c’era stata una luna meravigliosa, una luna  piena che riempiva tutto questo scampolo di cielo, tanto era grande, tanto era viva, sembrava parlare…. e questa sera è già al suo ultimo quarto. Gobba a levante, luna calante, dice un vecchio adagio.

 

Ecco una stella, una stella che trema, che trema, sembra staccarsi dalla massa del cielo,  sembra staccarsi, diviene più grande  quasi quanto un bottone di madreperla….. cammina, cammina, scende, scende, si ingrandisce quanto una moneta da due euro, ma non si ferma,  non si ferma, non si ferma!…Scende, scende, scende, oh! chiudo gli occhi per lo spavento, per lo stupore, per la gioia.

 

Quale incredibile meraviglia. Sembra precipitare, ma è un precipitare dolce che stranamente non mi incute terrore…

                                                                                                     

Qualcosa mi cade sul grembo…  lieve  come una farfalla …e  agita le sue ali di luce…

 S T U P O R E  !!!

                         U N A 

                                     S T E L L A 

                                                        T R A   L E    M I E  

                                                                                   M A N I    !!!

 

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