di Ann Beccamorti
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Crystal pettinava le sue bambole, aveva un viso cupo e triste e la sua pelle era bianca come il latte. I suoi capelli erano gia stati spazzolati ed aspettava solo che la notte calasse.Lunghi capelli neri, profumati di viole della foresta. Crystal amava le sue bambole e amava la notte. Indosso la sua lunga camicia da notte bianca, antica, con bordi in pizzo e nastri viola e si accovaccio nel suo letto a baldacchino, un grande letto scricchiolante e freddo, dalle coperte sempre ruvide e pulite. Le bambole la osservavano da ogni angolo della camera, ne aveva piu di 300... Dal corridoio arrivavano i rintocchi del pendolo ereditato da famiglia in famiglia da piu di 100 anni... 12 rintocchi, e ora. Un forte vento soffia attraverso i finestroni immensi, in stile Art deco e sibila, sibila, sibila Le gocce di cristallo del grande lampadario risuonano... Una luna luccicante pulsa in cielo illuminando tutto di una luce a suo modo oscura...
Crystal si alza dal letto. Ed anche le bambole si alzano, si alzano in piedi e si mettono a correre allimpazzata, escono dalla camera e corrono per tutta la grande villa, ridono, gridano e simulano uccisioni tra loro. Sono bambole strane, perdono sangue dagli occhi. Odore di sangue ovunque. Sangue e viole di foresta.
Crystal e in piedi davanti alla finestra aperta e guarda la luna, il vento le scuote i capelli neri, la camicia da notte si alza, il crocefisso al suo collo scuote contro il suo petto etereo e freddo. Le bambole fanno baldoria dietro di lei. Il pavimento e freddo, i pipistrelli entrano in casa, i ragni si svegliano e tessono lunghe ragnatele bianche...
Crystal si gira, unespressione immutata nel tempo, come quella di una bambola, si dirige verso la camera dei suoi genitori, entra, la maniglia della porta e fredda, come tutto del resto, in quella casa, anche i cuori sono ormai freddi... Quella triste villa vittoriana... maledetta... La camera e buia, solo lieve luce lunare penetra dalle spesse tende nere, Crystal sa bene dove e cosa deve fare, si avvicina al porta gioie della madre Liselotte e lo apre, stando attenta a non fare rumore.
Una bambola spia dalla porta semiaperta, Crystal la fulmina con lo sguardo e lei corre via facendo saltellare le sue gambine in porcellana ed i suoi boccoli doro...
Crystal Sguardo vitreo
I respiri dei genitori ancora immutati...
Dal porta gioie prende una manciata di collane e scappa via... e quando e di nuovo al sicuro ride, ride di gusto... prende le collane di perle e gioielli preziosi e li scaglia contro la vasta parete bianca... Perle e pietre preziose saltellano ovunque... Crystal ride... "Loro sono puritani" puritani? Risata
La luna esige sangue e sangue avra'
Crystal anche ora sa che cosa deve fare Va in cucina, le bambole la seguono incuriosite e bisbigliano "che cosa fa? che cosa vuole fare? e matta!?" "lo fa ? vuole farlo?!!" "no, no, no"
Si Crystal lo fara
Prende una bambola e la spezza a meta, ne scaglia i pezzi a terra, sullinfinito pavimento di marmo sfumato la bambola anche se e a pezzi continua a gridare laceranti grida stridule Crystal apre il cassetto dei coltelli e ne estrae uno lunghissimo, la punta luccica alla luna, come i suoi occhi Ritorna nella sua stanza , percorrendo a piccoli passi il corridoio , le bambole gli fanno spazio ritraendosi sulle pareti, impaurite, impaurite da colei che le pettinava una ad una tutte le sere con dolcezza e innocenza
Crystal sale sul letto, si siede, la luna illumina il suo viso di unangoscia straziante, impugna il coltello e se lo impianta nello stomaco e spinge spinge spinge il sangue esce copioso e scuro profuma e freddo e cosė mortale e cosė nefasto di morte lo gira e lo rigira e suda dal dolore e lacrime spesse le percorrono le guance pallide ammantate di un viola funereo sta morendo sta soffrendo le budella le fuoriescono dallo stomaco macchiando di sangue le lenzuola candide i sorrisi dei giorni passati le lunghe passeggiate nella foresta il sangue macchia tutto
Le bambole osservano in silenzio mortale
Il corpo di Crystal cade sul letto Straziato E loro tornano al loro posto, su mensole e mobili
Lo spettacolo e finito |