Regio Smg. " SCIRE' "

 

 
 
  Nella fotto il Regio Smg " Scire' "  nella rada di  La Spezia il giorno del varo. Era  il 6 Gennaio 1938.  Fu costruito negli stessi cantieri dove il 18 Dicembre  2004 e' stato varato il nuovo Smg.  "Scire' " che fa rivivere un mito. Madrina per l'occasione sara' la figlia di Emilio Bianchi, ultimo superstite del leggendario sommergibile. Questo sottomarino il 18 Dicembre del 1941 affondo' due corazzate britanniche: la Queen Elizabeth e la Valiant nel mare di Alessandria d'Egitto. Ne rimase colpito perfino il premier britannico Winston Churchill che commento' la notizia cosi': "....sei marinai italiani hanno cambiato in una notte il volto di una guerra. Mai nella storia navale del mondo sei uomini sono riusciti a determinare una distruzione cosi' decisiva...". Un'affermazione cosi' incisiva, fatta da un uomo come Churchill, che aveva poca stima del valore bellico degli italiani, valeva piu' di una medaglia. Basta ricordare la famosa frase sui nostri carri armati, che avrebbero avuto "..... tre marce indietro ed una avanti....." al fine di potersi ritirare in fretta. Successivamente le sorti della guerra cambiarono ed il sommergibile fu bombardato ed affondato davanti la costa di Haifa il 10 Agosto 1942 con 60 uomini d'equipaggio. Ancora oggi giace sul suo fondale.

LA STORIA

Raccontano le cronache d'epoca, che il 18 dicembre 1941 il Regio Smg. " Sciré " dopo aver salpato dalla Grecia, aveva lanciato i suoi tre «maiali» ad Alessandria d'Egitto. Al comando di uno dei tre siluri vi era il grande Durand de la Penne, che racconterà così i fatti nel resoconto ufficiale, scritto dopo la prigionia: «E' notte, l'entrata del porto è sbarrata da reti parasiluri. Mentre cerco di portare il maiale sotto la carena, l'apparecchio imbarca acqua e cade sul fondale. Lo spingo a tentoni, di centimetro in centimetro, non posso distinguere la bussola a causa delle nuvole di fango che sollevo lavorando... Sono passati quaranta minuti da quando ho cominciato, quando sono in buona posizione  armo le spolette e mi porto in superficie lungo lo scafo. Nuoto per allontanarmi, ma da bordo mi illuminano con i proiettori e mi tirano una scarica di mitragliatore. Vado allora sotto bordo e mi dirigo verso la boa di prua. Li trovo il mio compagno Bianchi, che avevo perso alla partenza... Poco dopo arriva un motoscafo con due persone a bordo. Veniamo portati sul quadrato dove ci accoglie un ufficiale che cì chiede chi siamo e da dove veniamo e mi dice che non abbiamo avuto fortuna. Io consegno i documenti».

De La Penne viene portato dal comandante della nave che gli chiede dove ha messo la carica. «Poiché mi rifiuto di rispondere, vengo accompagnato con Bianchi sulla nave. Chiedo dove ci troviamo e mi dicono che siamo tra le due torri: la carica deve essere proprio sotto di noi... quando mancano dìeci minuti all'esplosione chiedo dì parlare con il comandante e gli dico che tra pochi minuti la nave salterà. Non c'è più nulla da fare, ma se lo vuole è in tempo per mettere in salvo l'equipaggio. Il comandante mi domanda ancora dove ho sistemato la carica e poiché non ríspondo mi fa riaccompagnare sotto il ponte. Passano pochi minuti e avviene l'esplosione; la nave ha una fortissìma scossa e sbanda paurosamente a sinistra... ». Alla fine l'ufficiale italiano viene portato  in tempo in coperta per salvarsi e per vedere anche la Queen Elizabeth che salta in aria. Prima di mandarlo in prigionia gli inglesi gli tributeranno l'onore delle armi e in patria sara' insignito della medaglia d'oro.

 
     
Tratto dal Notiziario Marinai D'Italia