Corso: porta s  
Titolo: La batta.del 9 -10 Settembre   Superiore: 8-9-10 settembre 1943 a Roma  
Collegamenti: Avvenimenti politici La sera dell' 8 settembre, dopo l'annuncio dell' Armistizio la gente di Roma era tranquilla e pensava che il Re, Badoglio e i comandi militari avessero pensato e preparato tutto.
E la sera di quell' 8 settembre esisteva ancora la possibilità di difendere Roma perchè c'erano presenti alcune divisioni dell' esercito regio e i primi nuclei combattenti antifascisti,diretti dai comunisti Luigi Longo,Giorgio Amendola e Mauro Scoccimarro; dagli antifascisti Ugo La Malfa ed Emilio Lussu ,dai socialisti Pietro Nenni e Giuseppe Saragat. Ma il Re e Badoglio, all'alba del 9 settembre, abbandonarono Roma, senza dare nessuna direttiva all'esercito e lasciarono la città senza difesa.
A questa difesa pensarono in più punti di Roma ,spontaneamente, gli abitanti, i militari e i partigiani.
La difesa di Roma a Porta San Paolo fu una delle più importanti e significative. A Piazzale Ostienze, sulle Mura Aureliane c'è la lapide con questa scritta

"QUI IL 10 SETTEMBRE 1943, SUL LIMITE SEGNATO DA 17 SECOLI
DI DIFESA DEI BARBARI SOLDATI DI OGNI ARMA-CITTADINI DI
OGNI CETO-GUIDATI SOLO DALLA FEDE, OPPONENDOSI AL TEDESCO
INVASORE, ADITTARONO AGLI ITALIANI LE VIE DELL'ONORE E
DELLA LIBERTA'."

La mattina del 9 settembre 1943 sul piazzale Ostienze si ritrovavano uomini e donne che sbucavano da Testaccio dalla Garbatella, dall'Ostienze e da San Saba.
E si unirono ai militari ed ai partigiani, trovarono e presero le armi, si appostarono e spararono dai tetti e dalle finestre. Tutti questi cittadini si ritrovarono insieme ai resti delle divisioni Granatieri ed Ariete, che si erano battuti alla Magliana e che poi si erano portati sulla Via Ostiense.
I ragazzini , accorsi anch 'essi a Porta San Paolo , chiamarono questi soldati " selleroni " perchè li vedevano " lunghi e magri , con le mostrine rosse " ,

La battaglia si svolse tra Piazzale Ostiense, viale d' Africa (oggi Viale Aventino) , viale Adolfo Hitler (oggi Viale Marco Polo) , la Piramide che era ancora attaccata alla Porta da un tratto di Mura Aureliane e Via Ostiense. Anche allora c'era il baretto che si chiamava " Chiosco Toselli " ; sul Monte dei Cocci , zona militare, operò una batteria antiaerea.
Danilo

Abbiamo deciso di raccontare le fasi della Battaglia attraverso la storia di Raffarle Persichetti , come l'abbiamo trovata raccontata da Ruggiero Zangrande in " 1943 : 25 Luglio - 8 Settembre " Giacomo Feltrinelli Editore 1964

" ... Per prima cosa , l'indomani mattina , il tenente Persichetti si portò al deposito del suo reggimento, il I° Granatieri, e ebbe notizie che la situazione militare , attorno a Roma, s'era molto aggravata: proprio i Granatieri contendevano il passo ai Tedeschi dalle parti della Cecchignola e alcuni elementi avevano già dovuto ripiegare verso la Basilica di San Paolo.
Raffaele Persichetti si avviò verso questa località, con un altro tenente al suo comando, a piedi. Passò nei pressi del Colosseo, percorse il viale Aventino e vide truppe di artiglierie che attendevano di essere usate.
Ma nessuno sapeva che la battaglia si svolgeva a Porta S. Paolo.
Raffaele giunse con i suoi soldati, verso mezzogiorno , alla Piramite Cestia dove incontrò il colonnello Di Pierro
PERSICHETTI1 che dirigeva i combattimenti con il suo plotone di granatieri. Poco lontano dalla Piramide sulla via Ostiense trovò il tenente Nisco che comandava i dragoni del "Genova Cavalleria", più lontano una trentina di cavalleggeri comandati dal comandante Vannetti che difendevano accanitamente una posizione priva di ripari vicino ai Mercati Generali , mentre dalle case i popolani portavano via i feriti al riparo sotto i portoni.
Molto più indietro vi era un plotone di cavalleggeri, sotto il comando del tenente Sanjust , che controllava le alture di San Saba insieme a dei civili armati. Intanto sulla destra di Porta San Paolo , tanti granatieri e civili armati , guidati da Gasparri , chiudevano le strade di Testaccio.
Verso le 13,00 la battaglia iniziò :
COMBPSP1 i Tedeschi con l'artiglieria cominciarono a far fuoco sugli Italiani, mentre i paracadutisti tedeschi cominciarono ad avanzare sulla via Ostiense fino a quando i fucilieri Italiani li ostacolarono in una piccola sparatoria ; lì cadde il tenente Guglielmi colpito da una granata. Mentre i Tedeschi arretravano il maggiore Tallarico portò i feriti in un casale là vicino. Subito accorsero le donne che abitavano lì, portarono bende, acqua calda, alcool ,coperte. Nella pausa che seguì Raffaele telefonò , nel bar del viale
Aventino , a Tommaso Casini per dirgli di portare altri civili armati. Poi tornò con i suoi soldati . Verso le 14,00 arrivarono tanti civili armati unendosi ai difensori di P. San Paolo . Poco dopo i mortai tedeschi aumentarono i tiri ; i colpi cominciarono a cadere al di fuori delle mura.
combPsP Verso le 14,30 i cavalleggeri del "Genova Cavalleria" vennero fatti spostare su via Marmorata per farli riparare dai colpi. In un punto solitario e non difeso il capitano Vannetti continuò a sparare con una mitragliatrice fino a che una raffica non lo abbattè. Il dragone Panzacchi tentò di raggiungerla ma cadde accanto a lui. Persichetti con
alcuni granatieri cercò di portare in salvo alcuni feriti, tornò poi a dirigere il fuoco contro
i paracadutisti tedeschi che avanzavano velocemente. Raffaele, intanto teneva d'occhio sul viale Aventino li punto dove aveva convocato gli amici. La battaglia continuò con minuti di pause e furiose riprese fino alle 15,10 Raffaele si portò di nuovo al bar , telefonò alla mamma, la rassicurò che andava tutto bene e le disse che sarebbe tornato prima di sera. Poco lontano il comandante della compagnia , il tenente Cordano, anche lui ferito alla mano sinistra , penzolante, prende il posto e riusce a far avanzare ancora le tre superstiti autoblinde, nel tentativo di raggiungere i mortai.
Un colpo di cannone centra in pieno il suo mezzo mentre gli altri due sono immobilizzati dalle mitragliatrici pesanti tedesche. Nessuno può accorrere, a portar via gli uomini degli equipaggi , una dozzina, quasi tutti morti. Nel frattempo il plotone di cavaleggeri appiedati ,
comandati dal tenente Sanjust che difende le alture di San Saba, è circondato da numerosi tedeschi, provenienti dalla zona dell'Aventino. "

Alle 15,30 Raffaele Persichetti cadde con la baionetta sfoderata
. Poco dopo ebbe termine la battaglia . A Porta San Paolo morirono 414 militari e 156 civili, di cui 44 donne.
La resa di Roma venne conclusa tra il Maresciallo d'Italia Enrico Caveglia ed il Maresciallo Kesserling, comandante delle armate tedesche in Italia.
Roma viene dichiarata "Città Aperta"
  
linkGruppo: Avvenimenti politici
  
Approfondimenti:
dipendeOggi sui luoghi della battaglia
dipendeEroiche figure di quei giorni
dipendeTestimonianze e ricordi
  
Materiali: