Corso: porta s  
Titolo: Pilo Albertelli   Superiore: Eroiche figure di quei giorni  
Collegamenti: Luigi Perna Salvatore Petronari Pilo Albertelli nacqe a Parma nel 1907, figlio dell'onorevole socialista Guido, eletto per più legislature , rapprasentante delle attese operaie della Bassa Parmense, avversato dai fascisti e costretto a lasciare la sua città nel 1925, dopo che le squadre fasciste gli incendiarono lo studio.
In questa atmosfera familiare, impregnata dal culto del risorgimento di Giuseppe Mazzini , egli si formò ed aprì la mente ad alti ideali ed alla concezione che la vita va vissuta come una missione. Si laureò a Roma nel 1930 in filosofia. Iniziò l'insegnamento al liceo di Formia, poi al " Tasso " di Roma e quindi al Liceo di Livorno . A Roma gli studenti hanno per lui grande affetto e ammirazione e attendono le sue lezioni ; finita l'ora, i giovani gli si accalcano intorno. Quante volte la sua voce suonava dalla cattedra ammonitrice contro le false idealità del fascismo, ma non uno , tra centinaia di giovani che lo ebbero come maestro , osò accusare il professore antifascista tanto egli sapeva entrare nei loro cuori. Testimonia, tra i suoi allievi , Mario Del Viscovo scrivendo: "Durante tre anni, stringendoci intorno a lui quasi materialmente , salutandolo mentre entrava e lasciandolo quasi a malincuore, noi sentivamo che aveva fiducia in noi, che non eravamo qualcosa che trattasse con freddezza e disinteresse, ma il centro della sua vita , pareva che per noi egli studiasse e vivesse, a noi pensasse in tutta quanta la sua giornata".
La lotta al fascismo era cominciata presto nella vita di Pio Albertelli. L'8 settembre del '43 combattè a Porta S. Paolo , poi diede vita alle formazioni di Giustizia e Libertà , raccogliendo armi e munizioni, arruolando volontari, procurando documenti falsi, organizzando i primi atti di sabotaggio.
Il primo marzo del '44 la spia Priori, che da tempo si faceva passare per un compagno di lotta, lo consegnò ai sicari della banda fascista di Pietro Koch. Trasportato alla Pensione Oltremare di via Principe Amedeo, fu percosso senza esito. Quando i fascisti minacciarono di arrestare la moglie per torturarla in sua presenza, tentò di togliersi la vita, lanciandosi verso la finestra semiaperta, ma fu bloccato. Cercò anche di tagliarsi le vene con il vetro dell' orologio. Trasferito a Regina Coeli con le costole rotte e il corpo maciullato, fu fucilato il 24 marzo del '44 alle Fosse Ardeatine. Medaglia d'oro al Valor militare.
Nella sua casa di Roma leggiamo ancora oggi questa epigrafe:
TargaAlbertelli
  
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