Pagina dedicata a coloro che vogliono scoprire tutti (o il più possibile) i riferimenti a Bibbia, Talmud, La Commedia, Qabbalah, Qur'an, Edda, romanzi, vangeli apocrifi, mitologia greca scandinava, ed ebraica trattati angelologici e/o demonologici contenuti in Angel Sanctuary

a cura di Shamshiel

NOTA: ogni parola colorata è associata a una voce

Abaddon (dall’ebraico Ha-Baddòn: Lo Sterminatore) - Nome ebraico per il greco Apwlluwn (cioè Apollyon). E' "un astro caduto dal cielo sulla terra" chiamato "angelo dell'Abisso" per averne ricevuto la chiave (vedi Apocalisse IX 1-12) e che incatena Satana per 1000 anni (vedi Apocalisse XX 1-3). Un richiamo a "le ali appese di Abaddon" lo abbiamo nel poema di Tompson To the English Martyrs. Abaddon viene anche indicato come angelo della morte e dalla distruzione, capo dei demoni della gerarchia demoniaca e viene paragonato a Samael e Satana. Nel romanzo Il Maestro e Margherita dello scrittore russo Michajl Afanasevic Bulgakov, Abaddon è il demone della guerra e uno dei quattro demoni più vicini a Satana.

Abisso (dal greco abussos, cioè abyssòs: senza fondo) - Dal punto di vista etimologico e cosmologico la parola "abisso" indica le acque primordiali in cui ogni cosa era assorbita e in loro scompariva (quando l’universo non era stato ancora ordinato), in quanto il termine greco byssòs (bussos) significa precisamente fondale (cioè fondo del mare). In questo senso sotto il nome di "forze dell’abisso" si indicano tutte quelle entità primordiali contrarie al progetto, voluto da Dio, di un mondo ordinato. Nelle tradizioni extra-coraniche, l’Abisso (in arabo Hawiyah) è il nome del settimo e più profondo "girone" infernale: lì bruciano nel fuoco eterno gli ipocriti, ovvero i musulmani che in vita non hanno osservato il Qur'an. Nell’Apocalisse di Giovanni è il nome dato all’inferno.

Acheronte (in greco Acerwn, ovvero Achèron; da acos rei, cioè àchos reì: dolore scorre) - Nella mitologia greca, uno dei cinque fiumi infernali: le anime dei defunti devono attraversarlo per entrare nell’Ade, il regno di morti, salendo sulla barca di Caronte. Nell’Eneide (libro VI) del poeta latino Virgilio possono essere traghettati solo gli spiriti il cui cadavere è stato seppellito, altrimenti devono attendere 100 anni. In La Commedia di Dante (vedi Inferno, canto III) delimita il confine tra l’inferno vero e proprio, diviso in nove gironi, e il cosiddetto Antinferno (vedi Inferno, canti I-II).

Adam Kadamon (dall’ebraico: Adamo primordiale) - Secondo il cabalista rabbi Isaac Luria (1534-1572), Dio prima di creare un uomo fatto di materia, l’Adamo della Genesi, anzi prima di creare l’universo stesso, creò Adam Kadamon, un uomo fatto non di materia ma di puro spirito: è l’anello di congiunzione tra Dio e tutto il resto del creato, si erge sopra l’Olàm ha-Azilut ed è da lui che emanano le sephirot (vedi sephirah), le quali costituiscono l’Albero della Vita, di cui Adam Kadamon è il modello.

Ade (in graco Ades, ovvero Hades) - Nella mitologia greca, è il divinità dell’Oltretomba, figlio del dio Crono e della dea Rea, fratello di Zeus, dio del cielo e della terra, e di Poseidone, dio delle acque. Con il nome Ade, si indica anche il regno sotterraneo che questi governai, ma in realtà dai greci era chiamato "le case [= la dimora] di Ade": esso è la dimora di tutti i defunti, indipendentemente (salvo pochissime e numerabili eccezioni) dalla loro condotta terrena, è un luogo oscuro e triste, dove le loro ombre rimpiangono la vita che hanno perso per sempre. Nella Apocalisse di Giovanni apostolo si fa accenno all’Ade (vedi in Ap VI 8 e Ap XX 13-14), ma non è chiaro se sia un altro nome dell’inferno o un non meglio specificato demone.

Advachiel o Adnachiel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale della Sagittario (in latino Sagittarius), un comandante dell’ordine degli Angeli. Secondo Arbatel, si alterna con Phaleg al comando del coro degli Angeli. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy del mese di Novembre.

Af - Nella tradizione rabbinica, è uno degli arcangeli della punizione insieme a Hemah, suo fratello gemello; è l'intemperante angelo della rabbia e della morte degli esseri umani, nonché tormentatore dei dannati dell’inferno.

Akasa o Akasha (dal sanscrito: cielo; connesso al verbo sanscrito kas, brillare) - "E’ il quinto degli Elementi Cosmici; elemento superiore o piuttosto interno agli elementi di terra, acqua, aria e fuoco. Akasa è il primordiale essenza spaziale di una penetrante natura sovrasensibile e spirituale che pervade tutte le cose. E’ il veicolo di Pensiero Divino, ciò che non ha attributi fuorché la parola. Akasa è il mezzo dei più alti pensieri dumani, il mezzo con il quale possono comunicare con gli Dei. Akasa, talvolta chiamata "elettricità occulta", è usata nel compiere alcuni rituali magiche o spirituali. Quando un uomo ama tutte le cose, come il Buddha, circonda se stesso con Akasa che erige un campo protettivo che nessuna influenza maligna può penetrare". Da Termini sanscriti dall’Oceano della teosofia di William Q. Judge (1893)

Albero della Vita - Parola che indica due cose distinte: la prima è un albero che si trova nel giardino dell’Eden, il cui frutto rende immortali come Dio (vedi Genesi II 9 e III 23); la seconda è l’insieme delle dieci manifestazioni divine, le dieci sephirot (vedi sephirah), è il progetto con il quale è stato creato l’intero universo.

Allelùja (in ebraico: lodate Dio) - Aldilà del suo significato etimologico, questa parola è usata di frequente come voce di giubilo, nell’Antico Testamento e specialmente nei salmi.

Ambiel o Ambriel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale dei Gemelli (in latino Gemini), membro del coro dei Troni. Nella Ars Paulina (il terzo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) Ambriel è uno dei più importanti comandanti degli angeli della dodicesima ora della notte. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è angelo del mese di Maggio.

Anael, Aniel o Haniel (dall’ebraico Hana El: Grazia di Dio) - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale del Capricorno (in latino Capricornus). Nella Ars Paulina (il terzo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) è il comandante degli angeli della seconda ora del giorno. Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il settimo, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo degli Elohim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Nezach che rappresenta la Costanza divina. In La Piccola Chiave di (Re) Salomone (in ebraico Mafte’ah Shelomo e in latino Clavicula Salomonis), un grimori (così è chiamato un testo di magia nel Medioevo) del XVII secolo, è il comandante degli angeli del Venerdì. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è angelo del mese di Dicembre.

Angeli - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita (l’autore di questo trattato viene chiamato così poiché lo ha scritto fingendo di essere Dionigi l’Areopagita) sono il nono e ultimo coro, facenti parte del terza gerarchia (quella preposta alla vigilanza umana). Il loro compito è di fare da messaggeri tra Dio e l’uomo, di cui ne sono custodi e guardiani.

Angeli della creazione - Nel Libro dei Segreti (testo apocrifo attribuito al patriarca antidiluviano Enoch), sono un ordine angelico, la cui sede è il sesto cielo, comandato da sette nobili angeli. Per sapere i loro compiti, leggere il capitolo XIX di tale libro, ivi riportato: [1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi fecero salire al sesto cielo. Là vidi sette angeli radunati, brillanti e gloriosi molto e i loro visi risplendevano come un raggio di sole; non c'è differenza di viso o di dimensione o di variazione dei vestiti. [2] Questi regolano, insegnano il buon ordine del mondo, il corso delle stelle, del sole e della luna [3] agli angeli che li guidano e agli angeli dei cieli e mettono armonia in tutta la vita celeste. Regolano anche i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e ogni lode di gloria. [4] (Ci sono) angeli che sono sopra le stagioni e gli anni, angeli che (sono) sui fiumi e sui mari, angeli che (sono) sui frutti e l'erba e tutto ciò che ferve (di vita) [5] e angeli di tutti i popoli. Essi regolano tutta la vita e (la) scrivono davanti al volto del Signore. [6] In mezzo a loro (ci sono) sette Fenici, sette Cherubini e sette (angeli) con sei ali che risuonano l'un l'altro con una sola voce e cantano l'un l'altro. Non é possibile raccontare il loro canto e il Signore gioisce di quelli che sono sotto i suoi piedi.

Angeli gemelli - Secondo la Qabbalah, la tradizione rabbinica e la mitologia ebraica esistono angeli che sono fratelli gemelli; alcuni di loro sono: Af & Hemah, Metatron & Sandalfon, gli Irin Qaddisin e i Qaddisin.

Angeli della Merkabah - Nella Apocalisse di Enoch (testo apocrifo del II d.C. attribuito all’omonimo patriarca antidiluviano) sono un gruppo di otto angeli con un ruolo superiore a quello di Metatron e dei sette arcangeli in quanto servitori diretti di Dio; formano la più alta corte di giustizia del cielo, alla quale spetta decidere l’entrare di un’anima in Paradiso. Di tale gruppo possiamo fare alcuni nomi: Soqedhozi, gli Irin Qaddisin e i Qaddisin.

Angeli neri - Epiteto per indicare, specialmente nella cultura islamica, gli angeli decaduti.

Angeli della Presenza - Nel Libro delle Parabole di Enoch così vengono chiamati i quattro angeli più importanti del cielo (prima della trasformazione dello stesso Enoch), ovvero Michael, Raphael, Gabriel e Phanuel: sono coloro che hanno il privilegio di vedere interamente il volto del Signore e quindi stanno sempre (o quasi) in Sua presenza. Con questo nome sono chiamati tutti quegli angeli che abbiano tale privilegio. Vedi pure i sette angeli.

Angeli dello Zodiaco (dal greco zwdiakos, cioè zodiacòs: piccola immagine di animale) - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) sono un gruppo di 14 angeli che presiedono le porte tra noi e il cielo; oltre il proprio angelo custode sono gli angeli più vicini all’uomo.

Angelo (dal greco aggelos, ovvero angelòs: messaggero) - Parola derivata dal sanscrito angiras (= spirito divino) e dal persiano angaros (= messaggero); in ebraico mal'akh (= messaggero), da cui deriva la parola araba malak (= messaggero). Nell’uso popolare, un angelo di solito denota un essere sovrannaturale, il quale è una via di mezzo fra Dio e l’uomo: tale concetto è esattamente ciò che la fede cristiana, islamica ed ebraica insegna sugli angeli. Nella cultura greca un tale essere era chiamato daimwn, cioè daimon, e un esempio di questo che lo dà Platone quando nel Simposio parla di Erws, di Amore descrivendolo come "intermedio tra il divino e il mortale...un demone" (Simposio, 202 d 11-13). Agostino dice a riguardo degli angeli: Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est [= la parola angelo designa l'ufficio, non la natura; se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito, se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo] (Commento sui Salmi: 103,1-15). Nei primi secoli del cristianesimo il termine angelo indicava sia gli angeli fedeli a Dio sia quelli ribelli a Lui, come si può leggere in Apocalisse XII, 7 di Giovanni; è da Agostino in poi che assume l’odierno significato. Nel canto XXIX del Paradiso di Dante, la natura dell’angelo è così descritta: è un puro spirito creato il primo giorno dell’universo, è incapace di peccare e non può essere tentato in alcun modo, ha una volontà e un intelletto (che è la capacità di capire e comprendere) proprio ed unico, ma non è dotato di memoria perché vede ogni cosa contemplando semplicemente il suo creatore. Su questo argomento, Abu l’Ala Maududi, autore del libro Conoscere l'Islàm, afferma che: Muhàmmad (...) ci ha informato che gli esseri spirituali, i quali sfuggono alla nostra percezione e che vengono considerati divinità, dei o figli della Divinità Suprema, sono in realtà i Suoi Messaggeri. Essi sono sotto la Sua autorità e sono così obbedienti che non possono scostarsi in nulla dai Suoi ordini ed Egli li impiega per amministrare il Suo Regno. Essi compiono esattamente e scrupolosamente quanto è stato loro ordinato e non hanno alcuna autorità per decidere la benché minima cosa di loro iniziativa; essi non possono presentare ad Allah alcun progetto di loro invenzione; non sono nemmeno autorizzati ad intercedere presso di Lui per gli uomini. Adorarli e sollecitare il loro aiuto è degradante ed avvilente per l'uomo. Infatti, il primo giorno della creazione, Allah li ha fatti prosternare davanti ad Adamo, al quale ha accordato una conoscenza più estesa della loro e, mettendolo al di sopra di loro, ha fatto di Adamo il Suo rappresentante sulla terra.

Angelo custode - Nella teologia cattolica, alla nascita, ogni persona viene affidata alla cura di un angelo che cercherà di proteggerla e di guidarla verso il bene. Ai primi albori del cristianesimo tale idea era già accettata come si legge in Atti XII 1-17. Nella Summa Teologia (q. 113, Prima Parte) Tommaso D’Aquino interviene sulla disputa, già iniziata al tempo di Origene, se l’angelo custode sia concesso a tutti o soltanto ai battezzati, schierandosi con la prima istanza. Nella religione musulmana, gli angeli custodi sono denominati hafazah, essi sono ben quattro per ogni persona (due per il giorno e due per la notte) e loro compito è di scrivere su uno libro tutto ciò che ogni persona ha compiuto in vita (sia di buono che di cattivo). In Matteo XVIII 10 si allude a loro, quando Gesù, parlando dei bambini, dice: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

Angelo della Giustizia - Per il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è l’arcangelo Zadqiel.

Anima Mundi (dal latino: Anima del Mondo) - Nel sistema filosofico di Plotino di Licopoli (205-270 d.C.) è la terza delle tre Ipostasi (dal greco upostasis, ovvero ypòstasis: fondamento), quella che dà origine alla materia e al mondo fisico. [Nota del curatore: chi avesse interesse ad approfondire l’argomento, che abbiamo appena accennato, può farlo semplicemente consultando un libro di filosofia del terzo anno delle scuole superiori]

Arabot - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il nome del settimo dei sette cieli: nel Libro dei Segreti (capitoli XX-XXI) di Enoch è la sede del trono di Dio, servito dagli arcangeli e attorniato dalle milizie degli Auphanim, dei Serafini e dei Cherubini.

Aràcne (dal greco aracnh: ragno) - Nella mitologia greca, tessitrice della Lidia, talmente abile che volle sfidare la dea Atena in una gara di tessitura: la donna mortale vinse, ma la dea, per invidia e per rabbia, la trasformò nel primo ragno.

Arael o Ariel (dall’ebraico Ari El: Leone di Dio) - Membro delle Virtù e sottoposto di Raphael. E’ un angelo dell’aria in quanto angelo degli uccelli. In Il Testamento di Salomone (testo apocrifo di origine magica) è uno degli angeli guaritori: l’invocare i loro nomi a funzioni terapeutiche. Nel romanzo Paradise Lost dello scrittore inglese John Milton è uno degli angeli decaduti confitti e scacciati dal cielo dal serafino Abdiel. Inoltre nei libri profetici è uno dei nomi poetici per indicare Gerusalemme.

Aralim (dall’ebraico: i Forti) - Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il terzo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevano la luce della santa sephirah di Binah, con la quale controllano il settimo cielo, il cielo di Saturno (Shabbathai in ebraico). Il loro comandante è l’arcangelo Zaphqiel.

Arcangeli - Nel Libro dei Segreti di Enoch sono gli angeli più importanti del cielo, i suoi servitori più diretti del Signore, che stanno innanzi a Lui nel settimo dei cieli: C’erano i Gloriosi [= epiteto degli arcangeli] che lo servivano, non scostandosi di notte, ne allontanandosi di giorno, (ma) stando davanti al volto del Signore, facendo la sua volontà. (capitolo XX versetto 4 e capitolo XXI versetto 1) Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono l’ottavo coro più importante, facenti parte del terza gerarchia (quella preposta alla vigilanza umana). Il loro compito è di essere il collegamento tra Dio e l’uomo, di supervisionare gli angeli custodi e di combattere Satana e gli altri angeli decaduti.

Arcangeli della punizione - Nella tradizione rabbinica sono gruppo di cinque angeli che, su preciso ordine divino, colpiscono le persone empie e i beni da loro posseduti.

Arcangelo (dal greco arcaggelos: capo oppure comandante di messaggero) - Inizialmente, per il suo significato etimologico, il termine arcangelo venne usato in maniera generica per quel membro della corte celeste gerarchicamente superiore agli angeli. Successivamente assunse un significato molto più specifico: indica l’angelo che è servitore diretto di Dio, ovvero colui che prende ordini esclusivamente e direttamente da Lui.

Aruchaz - Nel Libro dei Segreti di Enoch, è uno degli esseri creati prima degli stessi angeli, chiamati "gli invisibili" ed evocabili solo da Dio; suo compito è di fare da fondamenta all’universo. Qui di seguito il XXVI capitolo di tale opera: Alzatomi dal mio trono guardai e chiamai una seconda volta nelle profondità e dissi: "Esca fuori, visibile, una cosa dura dalle cose invisibili". Uscì Aruchaz, duro, pesante e molto nero. Vidi che era adatto e gli dissi: "Tu scendi in basso e solidificati e diventa la fondazione delle cose del basso". Scese e si solidificò e divenne il fondamento delle cose del basso. Non c'è sotto la tenebra nient'altro.

Assenzio (dal greco ayinqos, cioè àpsinthos: assenzio) - Stella che, secondo le visioni di Giovanni apostolo, cadrà sulla Terra, per opera di uno dei 7 angeli, durante la fine del mondo: essa renderà venefiche un terzo delle acque dolci e/o potabili, provocando di conseguenza numerose vittime. Il terzo angelo suonò la sua tromba: cadde dal cielo una stella enorme, che bruciava come una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti d’acqua. Il nome della stella è "Assenzio"; difatti la terza parte della acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per l’acqua diventata amara. (Apocalisse VIII 10-11)

Ashmedai (dall’ebraico: colui che distrugge, il Distruttore) - Nel Sefer ha-Zohar del cabalista spagnolo rabbi Mosè de’ Leòn, è il re di quei demoni che hanno accettato la Torah e che per questo sono benigni nei confronti degli esseri umani. E’ il demone dalla Punizione in quanto punisce, per ordine divino, gli uomini empi.

Asmodel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale del Toro (in latino Taurus), membro del coro dei Cherubini. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Aprile.

Asmodeus (dal persiano aeshma-dev: creatura del giudizio) - Spirito maligno della cultura persiana, acquisito dagli ebrei come diavolo, storpiando il suo in Ashmedai (in ebraico Distruttore). Nel Libro di Tobia (libro ritenuto sacro dai cristiani ma non dagli ebrei), è presentato come un diavolo avverso all’unione coniugale e considerato il demone della concupiscenza: Bisogna sapere che Sara si era maritata sette volte, ma il pessimo [è l’epiteto di questo spirito maligno] demonio Asmodeo avava ucciso i mariti prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. (Tobia III 8) Viene vinto dall’angelo Raphael (vedi in Tobia VIII 3). In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della quinta delle 10 schiere demoniache ed è il sesto angelo decaduto più potente del mondo infernale. In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Asmodeus è uno degli otto "ministri" al servizio dei quattro "principi" o "spiriti superiori", che sono a capo dell’ordinamento infernale. Nella Goetia (il primo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) Asmodai è uno dei 72 comandanti dei demoni, uno dei nove con il titolo di Re, comandandone personalmente 72 legioni; concede l’Anello della Virtù, insegna aritmetica, geometria, astronomia ed arti manuali, risponde alle domande in maniera veritiera, rende un uomo invincibile, rivela e custodisce la posizione dei tesori. Quando è evocato, si manifesta come un uomo con tre teste (una di toro, una umana e una di ariete), con una coda di serpente, piedi da oca e respiro di fuoco, stando sopra a un drago e tenendo in mano una lancia.

Astarot - In Pseudomonarchia daemonum di Johann Weyer, è un Duca delle regioni Infernali, uno dei 68 comandanti dei demoni, comandandone personalmente 40 legioni (pari a 266.640 unità); laggiù "disquisisce approvando la caduta (degli angeli), ma si ritiene esente da quest’avvenimento", rivela il passato, il presente e il futuro ed insegna le scienze. Quando Astarot è evocato, si manifesta come un angelo ripugnante dall’alito fetido che cavalca un drago, tenendo nella sua mano una vipera. In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Astarot è uno degli otto "ministri" al servizio dei quattro "principi" o "spiriti superiori", che sono a capo dell’ordinamento infernale.

Astarte - Chiamata dai sumeri Ishtar, era la principale divinità femminili nella mitologia cananea, punica e cartaginese, sorella e sposa del dio Baal; dea della Luna, della fertilità, della nascita, dell’amore e della guerra. Come Astarot, era adorata dagli ebrei quando l'idolatria era prevalente in Palestina. In Paradise Lost (I 438) dello scrittore inglese John Milton, Astarte è un angelo decaduto, paragonato ad Astarot.

Auphanim (dall’ebraico: Sfere oppure Ruote) - Nel Libro dei Segreti di Enoch, gli Auphanim sono una delle tre milizie che attorniano il trono di Dio ( "[1] Gli uomini mi alzarono di là e mi sollevarono al settimo cielo. Là vidi una grande luce e tutte le milizie di fuoco degli angeli incorporei e gli Auphanim che stavano brillanti ed ebbi paura e tremai. [2] Gli uomini mi misero in mezzo a loro ed essi mi dissero: "Coraggio, Enoch, non temere". [3] Mi mostrarono da lontano il Signore seduto sul suo trono."; capitolo XX). Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il secondo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Chokhmah, con la quale controllano l’ottavo cielo, il cielo dello Zodiaco (Mazlot in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Raziel.

Aza & Azael - Secondo il Sefer ha-Zohar (in ebraico Libro dello Splendore), sono due angeli decaduti, ribellatisi a Dio perché contrari alla trasformazione di Enoch in Metatron. Adesso vivono presso "le montagne delle tenebre" dove insegnano la magia agli stregoni che si recano da loro due.

Azazel - Nella Bibbia si dice che è un demone che vive "nel deserto" (vedi il capitolo XVI del Levitico). Nel Libro dei Viglianti di Enoch, è uno dei duecento Egrigorei ribelli: quello che più di tutti loro fece diventare corrotta l’umanità. Infatti, nel capitolo VIII, si legge: [1] E Azazel insegnò agli uomini a far spade, coltello, scudo, corazza da petto e mostrò loro quel che, dopo di loro e in seguito al loro modo di agire (sarebbe avvenuto): braccialetti, ornamenti, tingere ed abbellire le ciglia, pietre, più di tutte le pietre, preziose e scelte, tutte le tinture e (gli mostrò anche) il cambiamento del mondo. [2] E vi fu grande scelleratezza e molto fornicare. E caddero nell’errore e tutti i loro modi di vivere si corruppero. Nel capitolo X, il Signore ordina a Raphael di punirlo: E il Signore, poi, disse a Raphael: "Lega Azazel mani e piedi e ponilo nella tenebra, spalanca il deserto che è in Duda’el [vedi pure Behemot] e ponilo colà. E ponigli sopra pietre tonde ed aguzze e coprilo di tenebra! E stia colà in eterno e coprigli il viso a che non veda la luce! E, nel grande giorno del giudizio, sia mandato al fuoco! (...) E tutta la terra si è corrotta per aver appreso le opere di Azazel ed ascrivi a lui tutto il peccato!". Nel romanzo Il Maestro e Margherita dello scrittore russo Michajl Afanasevic Bulgakov, Azazel è il sicario (o killer) di Satana e uno dei quattro demoni a lui più vicini.

Baal o Bel (dal caldeo: signore) - Principale divinità maschile nella mitologia punica e cartaginese, fratello e sposo della dea Ishtar (vedi Astarte). Bel era il nome del "grosso drago" venerato dai Babilonesi che il profeta Daniel uccide (vedi Daniele XIV 23-42). In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della settima delle 10 schiere demoniache ed è l’ottavo angelo decaduto più potente del mondo infernale. In Pseudomonarchia daemonum di Johann Weyer, è uno degli otto Re dell’Inferno, uno dei 68 comandanti dei demoni, comandandone personalmente 66 legioni (pari a 439.956 unità); ha il potere di rendere invisibili gli uomini e farli diventare degli stregoni. Quando Baal è evocato, si manifesta come un uomo con tre teste: una umana, una di gatto e una di rospo.

Baphomet - Durante il processo intentato dal re di Francia Filippo il Bello contro l’ordine dei cavalieri Templari (che, per la cronaca, portò alla condanna a morte di tutti i membri), era un diavolo con le fattezze di caprone ermafrodita che Jacques de Molay, il Gran Maestro dei Templari, e tutti i suoi confratelli erano accusati di servire e onorare. Secondo Von Hammer il termine Baphomet deriva dal greco classico bafh mhtis cioè baphé mètis: bagno di saggezza. In seguito divenne simbolo del Diavolo.

Barchiel (in latino tradotto come Beatitudo Dei, Beatitudine di Dio) - Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15). In The Magus di Francis Barett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale dei Pesci (in latino Pisces) e il comandante del coro dei Confessori. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Febbraio.

Baraqiel (dall’ebraico Baraq El: Fulmine di Dio) - Nella Apocalisse di Enoch è uno dei sette arcangeli, quindi comanda una schiera di 496.000 miriadi (ovvero 4 miliardi e 960 milioni) di angeli, uno dei quattro comandanti dei Serafini e principe del secondo cielo. Nel Libro dei Segreti di Enoch è un angelo del primo cielo: è l’angelo del fulmine.

Barbiel - In The Magus di Francis Barett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale dello Scorpione (in latino Scorpio), uno dei comandanti del coro angelico delle Virtù. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Ottobre.

Barbelo - Nello gnosticismo è una grandiosa eone "perfetta in Gloria e simile al padre di tutti". E' la consorte di Cosmocrate. In I testi del Salvatore, è la figlia di Pistis Sophia, procreatrice degli angeli superiori.

Beelzebub (dal caldeo Baal Zebub: Signore delle Mosche) - Storpiatura ironica che gli ebrei facevano del nome del dio caldeo Baal (chiamato in realtà Baal Zebul, ovvero Signore della Casa), considerandolo il "signore della merda" (secondo voi sopra cosa volete che volino le mosche!?). Nella Bibbia è citato in II Re I come "dio di Accaron" (località dell’antico regno dei filistei), in Matteo X 25, in Marco III 22 (Ma gli scribi che erano discesi da Gerusalemme dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni") e in Luca XI 15 (Ma essi dicevano: "E’ in nome di Beelzebul, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni"). In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della seconda delle 10 schiere demoniache ed è il terzo angelo decaduto più potente del mondo infernale. In La Commedia, Dante usa questo nome per indicare Lucifero (vedi Inferno XXXIII 127). Nella versione latina del Vangelo di Bartolomeo (vangelo apocrifo) è il nome che prese Satanael il primo angelo creato come tutti gli altri dal fuoco dopo la creazione del cielo e della terra. Si ribellò il settimo giorno quando venne creato l'uomo. Qui un brano di tale vangelo: [9] Quando Dio fece il padre Adamo a sua immagine, disse ai quattro angeli che convocassero la terra dai quattro angoli, e l'acqua dai quattro fiumi del paradiso. Nel mondo io ero nei quattro angoli della terra. Là dove io non ero fu fatto l'uomo quale essere vivente e (Dio) lo benedisse poiché era a sua immagine. Dopo, Michael, Gabriel e Uriel adorarono.[10] Quando io ritornai dal mondo, l'arcangelo Michele mi disse: "Adora la figura che Dio ha fatto secondo il suo beneplacito". Io vidi che era fatto con la polvere della terra, e dissi: "Di acqua e fuoco sono io e sono stato creato prima. Non adoro il fango della terra". Michele mi disse nuovamente: "Adora! Che non capiti che il Signore si adiri contro di te". Io gli risposi: "Il Signore non si adira contro di me. Bensì porrò il mio trono contro il suo trono". Allora il Signore si è adirato verso di me, ordinò di aprire le cateratte del cielo e mi gettò in terra.[11] Dopo che fui gettato giù, il Signore interrogò alcuni angeli che erano sotto di me se volevano adorare l'opera delle sue mani. Ed essi gli risposero: "Abbiamo visto che il nostro principe non ha adorato, così noi non adoriamo chi è inferiore a noi". Anch'essi furono allora gettati giù in terra con me, ed abbiamo dormito per quarant'anni. Quando mi svegliai, vidi che quelli dormivano sotto di me; li destai secondo il mio volere e mi consigliai con loro sul come persuadere l'uomo a causa del quale sono stato gettato giù dai cieli. In Paradise Lost (libro II) dello scrittore inglese John Milton è uno dei comandanti dei demoni, riunitisi nel Pandemonio per decidere cosa fare dove la loro cacciata dal cielo: propone di tentare l’uomo e di corrompere la Terra ottenendo l’approvazione di tutti. In Il Tes<tamento di Salomone, Beelzebub è il sovrano dei demoni (perché l’unico che rende vano il suo potere è Dio), colui che detronizza i re, che aiuta tiranni stranieri, che fa assalire le persone dagli altri demoni, che rende gli uomini invidiosi, assassini, bellicosi e sodomiti e sarà lui a distruggere il mondo. In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Beelzebub è uno degli otto "ministri" al servizio dei quattro "principi" o "spiriti superiori", che sono a capo dell’ordinamento infernale.

Behemot (dall’ebraico behemah: bestia) - In Giobbe XL è la più grande e forte tra tutte le bestie ("egli è la prima delle opere di Dio; / solo il suo creatore lo minaccia di spada"), ma non è pericolo ("tutte le bestie domestiche vi si trastullino") perché è erbivoro ("mangia l’erba come il bue"); venne creato con il Leviatàn il quinto giorno insieme e come tutti i viventi del mare (vedi Genesi I 20-21). Nel Libro delle Parabole di Enoch, capitolo 60, è il primordiale animale maschile, uno dei due mostri della malvagità (l’altro è Leviatàn) con dominio sulla terra, in particolare sul deserto di Duda’el (dove nel Libro dei Vigilanti di Enoch si dice sia stato imprigionato Azazel). Al versetto 4 del capitolo XXIX dell’Apocalisse siriana di Baruc (testo apocrifo) si dice che sono i due esseri che il Signore farà vivere fino alla fine del mondo, quando lì farà morire per sfamare gli eletti: e Behemot si rivelerà dal suo luogo e Leviatàn salirà dal mare, entrambi i grandi draghi che ho creato il quinto giorno della creazione e ho custodito fino a quel tempo, e allora diverranno cibo per tutti coloro che saranno rimasti. L’interpretazione razionalista della Bibbia lo identifica con l’ippopotamo. Nel romanzo Il Maestro e Margherita dello scrittore russo Michajl Afanasevic Bulgakov, Behemot è il giullare di Satana e uno dei quattro demoni a lui più vicini.

Belial (dall’ebraico: inutile) - Talvolta il suo nome viene storpiato in Beliar. In Das Buch Belieil di Jacopo da Teramo, questo grande angelo decaduto, spesso paragonato a Satana, è rappresentato mentre mostra le sue credenziali a Salomone, danzando di fronte al dio degli ebrei. Nella versione greca del Vangelo di Bartolomeo (vangelo apocrifo) è il nome che prese Satanael il primo angelo creato come tutti gli altri dal fuoco dopo la creazione del cielo e della terra. Nella Bibbia esso è l’essere "perverso" per eccellenza ed a lui si fa riferimento per tre volte: in Giudici XIX 22 (Stavano rimettendosi dalla fatica del viaggio, quando alcuni uomini della città, gente di Belial, circondarono la casa e bussarono alla porta. Si rivolsero al vecchio padrone di casa dicendo: "Consegnaci l’uomo che è venuto in casa tua, ché vogliamo abusarne"), in II Sam XXII 5-6 (Quando mi avvolsero le onde di morte, i torrenti di Belial mi oppressero, le corde degli inferi mi circondarono, mi affrontarono i lacci di morte) e in II Cor XI 15-16 (Quale armonia tra Cristo e Beliar, quale società tra un fedele e un infedele, quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?). In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Belial è uno dei quattro "principi" o "spiriti superiori" a capo dell’ordinamento infernale. In Paradise Lost (libro II) dello scrittore inglese John Milton è uno dei comandanti dei demoni, riunitisi nel Pandemonio per decidere cosa fare dove la loro cacciata dal cielo: propone di rassegnarsi alla sconfitta. Nella Goetia (il primo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) Belial è uno dei 72 comandanti dei demoni, uno dei nove con il titolo di Re, comandandone personalmente 50 legioni; distribuisce presentazioni, causa il favore di amici e nemici. Quando è evocato, si manifesta come due angeli in un carro (da guerra) infuocato.

Belphagor o Belphegor (deformazione greca del caldeo Baal Peor: Signore di Peor) - Nella Bibbia (vedi il capitolo 25 di Numeri) è un dei nomi del dio Baal, perché, in questo caso, è protettore di Peor (località vicino a Sittim). E’ il protagonista di una novella di origine orientale alquanto misogina, la cui versione più famosa è il Belphagor l’arcidiavolo (benché negli scritti autografi sia chiamata semplicemente Favola), scritta da Niccolò Machiavelli: essa narra che gli "infernali principi", incuriositi dal fatto che la maggior parte dei dannati accusano le proprie mogli per la loro perdizione, inviano sulla Terra (per la precisione a Firenze) per 10 anni a sperimentare la vita coniugale l’arcidiavolo Belphagor (ché era stato membro del coro degli arcangeli). Quest’ultimo, rendendosi poi conto di come siano le mogli (e in generale le donne), preferisce di gran lunga ritornare all’Inferno che vivere con la sua "dolce metà". In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della sesta delle 10 schiere demoniache ed è il settimo angelo decaduto più potente del mondo infernale.

Bestia (in ebraico behemah) - Nella Apocalisse di Giovanni apostolo è il messaggero del gran drago nel mondo. Oltre a essere chiamata semplicemente "la bestia" o "la bestia che saliva dal mare" è pure denominata in Ap XI 7 "la bestia che sale dall’Abisso". E’ considerata il simbolo dell’Impero romano, autorità politica persecutrice dei cristiani. Vidi poi una bestia che saliva dal mare; aveva dieci corna e sette teste; sulle corna v’erano dieci diademi e le teste portavano nomi blasfemi. La bestia che vidi somigliava ad una pantera, mentre le zampe sembravano di orso e la bocca di leone. Il gran drago comunicò ad essa la propria potenza e il suo trono con podestà grande. Ora una delle teste appariva come colpita a morte, ma la sua ferita era guarite. Per questo tutta la terra fu presa d’ammirazione per la bestia e si mise ad adorare il gran drago, che aveva dato un tale potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia? / E chi può combattere con essa?". Aveva una bocca che proferiva parole orgogliose e blasfeme e le fu concesso di operare per lo spazio di 42 mesi. Così aprì la sua bocca blasfema contro Dio, lanciando bestemmie contro il nome e la dimora di Lui, contro tutti gli abitanti del cielo. E le fu dato potere di far guerra ai santi e vincerli; e le fu data podestà su ogni tribù, popolo, lingua e nazione. (Ap XII 1-7) Per l’interpretazione allegorica della bestia, vedi il gran drago.

Bosco dei suicidi - Così è chiamato dai commentatori di Dante il secondo cerchio nel settimo girone dell’inferno: quello dei violenti contro se stessi. Lì le anime dei suicidi sono trasformate in pruni, ai quali vengono inflitti dolori atroci dalle arpie, ché mangiano le loro foglie. Il loro contrappasso è questo: i suicidi sono coloro che in vita si privarono volontariamente delle loro spoglie mortali (in latino spolium significa veste) e quindi ora sono privati delle proprie foglie (le quali, metaforicamente, sono la "veste" dell’albero). Vedi Inferno, canto XIII.

Camael o Kamael (dall’ebraico: colui che vede Dio oppure colui che ricerca Dio) - Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il quinto, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Serafini, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah chiamata Geburah e/o Din, che rappresenta, rispettivamente, la Forza divina oppure la Giustizia divina.

Cambiel - In The Magus di Francis Barett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, si alterna con Gabriel come quello del segno dell'Acquario (in latino Aquarius). Nella Ars Paulina (il terzo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) Cambiel è uno dei più importanti comandanti degli angeli della ottava ora della notte.

Caronte (in greco Carwn, ovvero Caròn) - Nella mitologia greca, divinità ctonia, traghettatore delle anime che devono attraversare il fiume infernale Acheronte per entrare nel regno dei morti, l’Ade. Nella antica Grecia ai morti si metteva in bocca un obolo (una moneta del tempo): per pagare il viaggio a Caronte. In La Commedia, Dante ne fa un demone (vedi Inferno, canto III).

Cerchio magico - Cerchio che il mago disegna, metaforicamente e spesso letteralmente, intorno a sé. Dall’interno di questo perimetro evoca, incanala e controlla le forze celesti o infernali, considerate potenzialmente pericolose. Esistono moltissime leggende sui maghi troppo ambiziosi che evocano poteri che poi non sono in grado di controllare, poteri che, infranto il cerchio protettivo, li distruggono. Ma anche se il mago riesce a controllare le forze che ha evocato, il cerchio che lo protegge è comunque sempre anche quello che lo imprigiona. Egli non ne può uscire senza rischiare di essere colpito dalle energie che ha liberato; il cerchio magico diventa così una prigione che lo protegge, ma al contempo lo isola dalla realtà intorno a lui, una realtà in cui le energie scatenate ora si muovono liberamente.

Chashmalim (dall’ebraico: i Brillanti, coloro che brillano) - Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il quarto, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Chesed, con la quale controllano il sesto cielo, il cielo di Giove (Zedeq in ebraico). Il loro comandante è l’arcangelo Zadqiel.

Chayyot ha-Qadesh (dall’ebraico: le Sante Creature Viventi) - Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il primo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Keter Elyon, con la quale controllano il nono cielo, il Primo Mobile (in ebraico Reshit ha-Galgalim: letteralmente principio delle sfere); il loro comandante è l’arcangelo Metatron. In Ez I 1-28, il cosiddetto Ma’aseh Merkabah (dall’ebraico: L’Opera del Carro), il profeta Ezechiele, in una visione inviatagli da Dio, le descrive come gli angeli che sostengono il Trono del Signore, la Merkabah. Nel Talmud il loro sudore, provocato dallo sforzo di regge il Trono divino, genera gli angeli chiamati ephemerae.

Cherubini (dall’ebraico: keruvim) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il secondo coro più importante, facenti parte del prima gerarchia (quella i cui membri sono servitori diretti di Dio); sono i guardiani delle stelle fisse e in loro si rispecchia la seconda essenza del Signore: la Conoscenza. Nel Libro dei Segreti di Enoch, i Cherubini (in ebraico Keruvim) sono una delle tre milizie che attorniano il trono di Dio, per la precisione al capitolo XXI è scritto: "Tutte le milizie dei Cherubini (stavano) davanti al suo [del Signore] trono, senza scostarsi". Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il secondo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Yesod, con la quale controllano il primo cielo, il cielo di Luna (Levanah in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Gabriel.

Cherubino (dall’accadico karibu: colui che prega o colui che intercede; invece il Dionigi dichiara che il termine significa conoscenza) - Il concetto di cherubino faceva parte della cultura assira e/o accadica, dove era uno spirito che proteggeva i templi e in generale le zone sacre alle varie divinità oppure uno spirito sopra il quale le divinità volavano (in questo caso aveva l’aspetto di toro alato con volto umano). Assimilato nella cultura ebraica, divenne l’angelo che protegge e trasporta il trono di Dio (vedi Ezechiele X) e in Genesi III 24: Scacciò l’uomo. E dinanzi al giardino dell’Eden pose i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire l’albero della vita. E’ l’entità sovrumana di più citata nell’Antico Testamento (vedere per credere).

Cocito (in greco Kwkutos, Cocytòs; da kwkuein, cioè cocyeiv: piangere) - Nella mitologia greca, uno dei cinque fiumi infernali; con il Flegetonte sbocca nell’Acheronte. In La Commedia di Dante (vedi Inferno, canti XXXI-XXXIII) è collocato nel nono girone dell’inferno: quello dei traditori. Nelle sue acque perennemente congelate dal vento che agitano le sei ali di Lucifero, sboccano quelle del fiume Lete.

Croce (dal latino crux) - Strumento di supplizio capitale presso alcuni popoli dell’area mediterranea, costituita da una trave messa orizzontalmente e un’altra messa verticalmente, sul quale si legavano o si inchiodavano i condannati (i quali morivano per sete, fame, dissanguamento....). Nei Vangeli è metafora degli oneri che ogni persona deve assumersi sulla Terra per entrare nel regno di Dio. Iniziò a divenire il simbolo della cristianità quando nel 313 d.C., secondo una leggenda, l’imperatore Costantino I, prima della per lui decisiva battaglia contro Massenzio presso il ponte di Milvio (che è alle porte di Roma), ebbe una visione: gli apparve una croce di fuoco con su scritto in latino: "In hoc signo vinces [= Con questo segno vincerai]".

Diavolo (dal greco diabolos, cioè diabolos: calunniatore) - Nome greco per l’ebraico Satan (vedi Ap XII 9). Nella religione cristiana con l’espressione "il Diavolo" si intende il re di tutti i demoni, Lucifero. Nel Libro della Sapienza di lui si dice: Si, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità / e lo ha fatto a immagine della propria natura; / ma per invidia del diavolo / la morte è entrata nel mondo / e ne fanno esperienza / quanti sono del suo numero. (Sapienza II 23-24) In I fratelli Karamazov dello scrittore russo Fedor Michajlovic Dostoevskij, il Diavolo è raffigurato come un nobile russo ormai decaduto (se capite il doppio senso :-P).

Dieci Arcangeli - Sono i dieci angeli che vivono e governano l’Olàm ha-Beri’ah; ognuno di loro comanda una delle dieci schiere angeliche dell’Olàm ha-Yezirah.

Dionigi l’Areopagita - Cittadino ateniese convertito da Paolo alla fede cristiana (vedi in Atti XVII 34); fu suo discepolo e diventò poi il primo vescovo di Atene. A lui sono attribuiti (ma la filologia ha stabilito che non possono essere stati scritti da lui) i 15 capitoli del breve trattato De coelesti hierarchia, (= Gerarchia celeste) in cui Dionigi descrive l’ordinamento della corte celeste formata dagli angeli, divisa in tre gerarchie a loro volta divise in nove cori. Dante lo cita mettendolo tra i beati che vede nel quinto cielo, quello del Sole, quello degli "spiriti sapienti", dicendo di lui: Appresso vedi il lume di quel cero [= l’anima di quel luminare] / che giù, in carne, più a dentro vide / l’angelica natura e ‘l ministero. (Paradiso X 115-117)

Djibril (traslitterazione, anche di significato, in arabo del nome ebraico Gabriel) - Nel Qur'an è il secondo dei 4 arcangeli, siede su un trono situato tra la Terra e il Cielo con le sue 600 ali che si estendono da est a ovest ed è il portatore della parola divina a tutti i suoi profeti: perciò il poeta e teologo mussulmano Avicenna (980-1037) lo definisce "angelo dell'umanità". E’ chiamato Djibra'il nei riti arabi esorcisti e considerato un angelo custode.

Dominazioni (dal greco kurioths, cioè kuriòtes: dominazione) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il quarto coro più importante, facenti parte del seconda gerarchia (quella preposta al controllo dell’ordine cosmico). Il loro compito è di regolare tutti i fenomeni fisici e naturali secondo le decisioni divine. Tale coro è citato nella Bibbia da Paolo in Efesini I 21 e in Colossesi I 16.

Drago - Termine etimologicamente connesso alla parola serpente: infatti entrambi derivano dal sostantivo greco dracòn (drakwn). Nella cultura giudaico-cristiana, simbolo del male e di Satana, come si legge in Apocalisse XII 3-4. Nella cultura cinese il drago è, invece, un venerato essere benigno, colui che porta le piogge, indispensabili per l’agricoltura. Nella mitologia giapponese è presente una specie di terribili draghi che ha il nome collettivo di Ryu-Jin: essi vivono nelle profondità degli abissi marini e salgono in superficie solo per far naufragare le navi e divorare gli uomini degli equipaggi. Il loro capo è il drago Riuwo.

Dubbiel - Angelo decaduto, "principe della Persia" (vedi Daniele X 13): egli spadroneggiò in Paradiso come comandante in seconda di Gabriel quando questi non c’era, sobillando gli altri 70 principi delle nazioni contro Israele e quindi contro il suo principe, Michael (vedi Daniele X 13 - XI 1); ma la sua assenza durò solo 21 giorni e Dubbiel e gli altri principi vennero cacciati dal cielo.

Duma o Dumah (in aramaico: silenzio) - Negli scritti del cabalista Yosef ben Abraham Giqatilla è l’angelo del silenzio e l’angelo che preside l’inferno, custodendo le tre chiavi dei suoi tre cancelli. Nel Sefer ha-Zohar del cabalista spagnolo rabbi Mosè de’ Leòn è "il principe della Gehenna", colui che decide in quale fiume di fuoco deve essere gettata un’anima empia. Nella tradizione rabbinica è uno dei principi della nazioni, il protettore del paese d’Egitto: quindi è ora un angelo decaduto.

Egrigorei (dall’ebraico: vigilanti oppure coloro che osservano) - Nel Libro dei Segreti di Enoch, gli Egrigorei, chiamati pure angeli Vigilanti, sono una "numerosa milizia" angelica situata nel quinto cielo, divisa in quattro ordini, con il compito proprio di vigilare sugli uomini e di aiutarli in caso di necessità; assomigliano agli uomini nell'aspetto, ma sono più alti dei giganti, e lodano il Signore come se avessero una sola voce. Di seguito il capitolo XVIII di tale opera: [1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al quinto cielo. Là vidi una numerosa milizia, gli Egrigori, il loro aspetto (era) come un aspetto umano, la loro grandezza maggiore (di quella) di giganti grandi [2] e i loro visi tristi e le loro bocche silenziose. Non c'era servizio che avesse luogo al quinto cielo. Dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tristissimi e i loro visi sono afflitti e le loro bocche silenziose e non c’è servizio in questo cielo?". [3] Gli uomini mi risposero: "Questi sono gli Egrigori che da sé si sono separati, due prìncipi e duecento hanno camminato al loro seguito [4] e sono discesi sulla terra e hanno infranto la promessa sul dorso del monte Hermon [5] per insozzarsi con le donne degli uomini [6] e dopo essersi insozzati il Signore li ha condannati. Questi piangono sui loro fratelli e sull'oltraggio (fatto) loro". [7] Io dissi agli Egrigori: "Io ho visto i vostri fratelli e ho conosciuto le loro azioni e so le loro preghiere e ho pregato per loro. Ecco, il Signore li ha condannati (a stare) sotto la terra finché finiranno i cieli e la terra; [8] perché aspettate i vostri fratelli e non siete a servire (davanti) al volto del Signore? Riprendete i servizi di prima, servite (davanti) al volto del Signore per timore di irritare il Signore Dio vostro (così da) precipitarvi da questo luogo". [9] Ascoltarono il conforto del mio ammonimento e si disposero in quattro ordini nel cielo. Ed ecco, mentre io stavo (là) quattro trombe risuonarono insieme e gli Egrigori si misero a servire come con una sola voce e la loro voce salì al volto del Signore. Nella Apocalisse di Enoch, gli Egrigorei erano un ordine di duecentodue angeli, di cui ben duecento si sono ribellati agli ordini di Dio e solo due di loro gli sono rimasti fedeli (vedi gli Irin Qaddisin). Nel Libro dei Vigilanti di Enoch (libro canonico della Chiesa copta), si racconta la ribellione di un gruppo di 200 angeli di questa milizia ("[1] Ed accadde, da che aumentarono i figli degli uomini, (che) in quei tempi nacquero, ad essi, ragazze belle di aspetto. [2] E gli angeli, figli del cielo, le videro, se ne innamorarono, e dissero fra loro: "Venite, scegliamoci delle donne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli". [3] E disse loro Semeyaza, che era il loro capo: "Io temo che può darsi che voi non vogliate che ciò sia fatto e che io solo pagherò il fio di questo grande peccato". [4] E tutti gli risposero e gli dissero: "Giuriamo, tutti noi, e ci impegniamo che non recederemo da questo proposito e che lo porremo in essere ". [5] Allora tutti insieme giurarono e tutti quanti si impegnarono vicendevolmente ed erano, in tutto, duecento. [6] E scesero in Ardis, cioè sulla vetta del monte Armon e lo chiamarono Monte Armon poiché su esso avevano giurato e si erano scambiati promessa impegnativa."; capitolo V), in accordo a un passo della Bibbia, in Genesi VI 1-2: Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sopra la faccia della terra e nacquero loro delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano piacevoli e se ne presero per mogli tra tutte quelle che più loro piacquero. Ancora nella Bibbia si trova un più esplicito accenno a loro in Daniele IV.

Elohim (dall’ebraico: gli Dei; plurale di el, dio) - Nella Bibbia sono talvolta così chiamati gli angeli perché creature del mondo divino. Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il settimo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah dove ricevono la luce della santa sephirah di Nezach, con la quale controllano il terzo cielo, il cielo di Venere (Nogah in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Anael.

Emma-O - Nella mitologia giapponese, sovrano e giudice inflessibile dell’inferno. Possiede uno specchio che gli permette di vedere tutti i peccati delle anime empie che gli sono portate dagli oni rossi e tiene accanto a sé le teste mozzate, ma vive e parlanti, di Miru-Me e Kagu-Hana, guardiani e giudici scrupolosi. Dopo il verdetto le anime dei defunti vengono spedite in una delle zone infernali, dove il loro castigo potrà essere alleviato solo grazie alle preghiere dei vivi e per intercessione del dio Amida, dio del perdono e protettore del genere umano.

Enoch - Patriarca antidiluviano; assieme al profeta Elia è l’unico personaggio biblico di cui si dice che non è mai morto: Quando Iared ebbe 162 anni generò Enoch; e Iared, dopo aver generato Enoch visse ancora 800 anni e generò figli e figlie. L’intera vita di Iared fu di 962 anni e poi morì. Quando Enoch ebbe 65 anni generò Matusalemme; Enoch Camminò con Dio. Enoch, dopo aver generato Matusalemme, visse ancora 300 anni e generò figli e figlie. L’intera vita di Enoch fu di 365 anni. Enoch camminò con Dio e non ci fu più, poiché lo rapì.(Genesi V 18-24) Nei Libri di Enoch (Libro di Astronomia, Libro dei Segreti, Libro dei Vigilanti, Libro delle Parabole...) e nel Sefer ha-Zohar del cabalista spagnolo rabbi Mosè de’ Leòn (e nella Qabbalah in generale) si racconta che Enoch fu portato sino al settimo cielo (mentre per i cabalisti nell’Olàm ha-Beri’ah) dove diventò Metatron, l’angelo più importante del cielo (se si fa eccezione della Apocalisse di Enoch, dove i più importanti sono gli angeli della Merkabah).

Ephemerae (latinismo della parola greco efhmeros, cioè efémeros: che dura un giorno) - Ordine angelico citato in un passo del Talmud (insegnamento in ebraico): ogni suo membro, ogni ephemera (singolare di ephemerae) vive, come si può capire dal significato etimologico del suo nome, solamente per un giorno. Essi iniziano la loro esistenza all’inizio del giorno, e subito iniziano a cantare il "Te Deum", il grande canto di lode a Dio, e finiscono di farlo alla fine di esso, quando muoiono. Proponiamo tale passo, ovvero la conversazione tra l’imperatore Adriano e rabbi Yehoshua ben Chananyah: L’imperatore domandò: "Voi sostenete che una schiera di angeli non offre preghiere a Dio più di una volta, e che Egli ogni giorno crea una nuova schiera di angeli che cantano dinanzi a Lui e poi periscono?". "Sì". "E dove vanno?". "Là dove furono creati". "E da dove furono creati?". "Dal fiume di fuoco". "E com’è il fiume di fuoco?". "Come il Giordano, che non cessa il suo corso né giorno né notte". "Donde proviene?". "Dal sudore delle Chayyot [vedi Chayyot ha-Qadesh] emesso mentre sostengono il trono del Santo che benedetto sia".

Etemenanki - Casa del fondamento di cielo e di terra, composto di sei gradini giganteschi. Rawlinson dispone la torretta sulle rovine di Tell-Amram, considerare da Oppert come i resti dei giardini pensili. Queste rovine sono situate dallo stesso lato dell’Eufrate di quelli del Babil ed anche entro i limiti antichi della città. Gli scavi del tedesco Orientgesellschaft hanno portato alla luce in questo punto l’antico santuario nazionale Esagila, sacro a Marduk-Bel, con la documentazione che la parte superiore della costruzione era stata fatta per raggiungere il cielo.

Etere (dal greco aiqhr, cioè aithèr: cielo) - In De coelo e in De generatione et corruptione il filosofo greco Aristotele di Stagira (384-322 a.C.) elaborò la nozione di etere: un quinto elemento che si affiancava ai già tradizionali quattro elementi (fuoco, acqua, aria e terra). Tale elemento a differenza degli altri è incorruttibile ed eterno, costituisce i cieli (mentre gli altri fondano la Terra) e come movimento naturale tende a un moto circolare uniforme.

Farfalla (in latino: papilio) - Nel cosiddetto greco classico (ovvero il greco antico parlato e scritto a partire dal V secolo a.C.), la parola yuch, cioè psyché, significa sia anima sia farfalla: perché l’anima veniva rappresentata e immaginata come una farfalla.

Fenice (dal greco foinox, ovvero foìvox) - Uccello egiziano leggendario. Secondo ciò che ci racconta lo storico greco Erodoto (vedi in Storie II 73), tale uccello ogni 500 anni si costruisce un nido su un albero in Arabia dove muore, poi dal suo cadavere esce un vermicello che si trasmuta, da li a poco, in una nuova fenice. Nella Goetia (il primo libro del Lemegeton di Arthur Edward Waite) Fenice è uno dei 72 comandanti dei demoni, uno dei 14 con il titolo di Marchese, comandandone personalmente 20 legioni; illustra meravigliosamente bene le scienze, è un eccellente poeta e, benché sia un angelo decaduto, ha la grande speranza di ritornare in Paradiso dopo aver trascorso 1.200 anni in assoluta purezza. Quando è evocato, si manifesta con l’aspetto (appunto) di fenice con voce di bambino. In The Encyclopedia of Occultism di Lewis Spence è citato come ex membro del coro dei Troni.

Figli di Dio (dall’ebraico: benei elohim) - Nella Bibbia (Genesi VI 2; Giobbe I 6 e II 1), titolo o epiteto degli angeli in generale, sono chiamati figli di Dio in quanto creature appartenenti al mondo divino. Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, sono l’ottavo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Hod, con la quale controllano il secondo cielo, il cielo di Mercurio (Kokab in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Michael.

Fiumi infernali - Nella mitologia greca, l’Ade, il regno dei morti, è attraversato da quattro differenti fiumi, lo Stige, il Flegetonte, il Cocito e l’Acheronte. Nell’Eneide (libro VI) del poeta latino Virgilio, se ne affianca un quinto: il Lete. Dante si ispirò ad essi per descrivere l’idrografia dell’Inferno.

Flegenonte (in greco Flegeqwn, ovvero Flegèthon; da flegein, cioè flègeiv: ardere) - Nella mitologia greca, uno dei cinque fiumi infernali; con il Cocito sbocca nell’Acheronte. Le sue acque sono fatte di fuoco, sono la sorgente del fuoco dei vulcani. In La Commedia di Dante (vedi Inferno, canto XII) scorre nel settimo girone dell’inferno: quello dei violenti. Nelle sue acque, fatte di sangue bollente, sono immersi (da fino alle sopracciglia a solamente i piedi, a seconda della gravità del peccato) i violenti contro il prossimo: tiranni, omicidi, saccheggiatori, devastatori e briganti (oggi diremmo rapinatori).

Furfur - In Pseudomonarchia daemonum di Johann Weyer, è un Conte delle regioni infernali, uno dei 68 comandanti dei demoni, comandandone personalmente 26 legioni (pari a 173.316 unità); ha il potere di sollevare tempeste con lampi e fulmini, mentisce sempre e quando è evocato, si manifesta come un cervo con la coda infuocata.

Gabriel (dall’ebraico Geburah El, Forza di Dio oppure Gabri El, Uomo di Dio) - Il secondo angelo più elevato nella gerarchia celeste islamica (vedi Djibril) e cristiana. E’ uno dei tre angeli (con Raphael e Michael) il cui sia nominato nei 46 libri del Vecchio Testamento, e quindi riconosciuto dalla Chiesa cattolica; e per quest’ultima è l’angelo della rivelazione, annunciazione e misericordia che dal papato di Benedetto XV lo festeggia il 24 maggio, vigilia della festa dell’Annunciazione. Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome (tradotto in latino come Vis Dei, La Forza di Dio) di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15). Nel Libro dei Segreti (XXVI 1) di Enoch, siede alla sinistra di Dio nel settimo cielo. Nel Libro dei Vigilanti (capitolo X) di Enoch, è l’angelo che per diretto ordine divino uccise tutti i Nephilim: [9] E il Signore disse a Gabriele: "Va’ contro i bastardi e i reprobi, contro i figli di meretrice! Distruggili fra gli uomini, i figli di meretrice e i figli degli angeli vigilanti [vedi Egrigorei]! Falli uscire e mandali l’uno con l’altro! Essi stessi, poiché non hanno lunghezza di tempo, periranno per scambievole uccisione. [10] E tutti loro ti pregheranno e non riuscirà ai loro padri, poiché, per loro, [i padri] sperano la vita eterna che ognuno di loro viva cinquecento stagioni di pioggia". Nel Libro delle Parabole di Enoch è uno dei quattro angeli della presenza, quello che sta sopra a tutte le potenze del cielo perché suo protettore. Nel Sefer Razi’el è uno dei sette angeli che stano da vanti al trono di Dio ed è uno dei settanta angeli il cui nome, se scritto su un amuleto, protegge i bambini che dormono dagli spiriti maligni.). Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il nono, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Cherubini, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Yesod che rappresenta il Fondamento divino. In The Magus di Francis Barett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, si alterna con l’angelo Cambiel come quello del segno zodiacale dell’Acquario (in latino Aquarius). Secondo Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Gennaio.

Gehenna (deformazione dell’ebraico Ge Ben Hennom: Valle del figlio di Hennom) - Nome di una valle a 4 km da Gerusalemme dove, a partire dal regno di Achaz (736-716 a.C.) re di Giuda, alcuni ebrei si davano all’idolatria, svolgendo sacrifici umani (per altro proibiti dalla Torah in Levitico XX 2-4 e XVIII 21) in onore del dio Moloch: Imitò la condotta dei re d’Israele e [Achaz] fece persino bruciare suo figlio, secondo le usanze abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciato davanti ai figli d’Israele [il popolo ammonita]. (II Re XVI 3) Di queste pratiche idolatriche ne parla anche il profeta Geremia: e hanno costruito le alture di Tofet, nella Valle di Ben-Hennom, per bruciare i loro figli e le loro figlie con il fuoco, ciò che non ho ordinato e non mi è venuto mai in mente. (Ger VII 31) In seguito, poiché in quel luogo si erano svolgete cotali "abomini", venne scelto come luogo dove bruciare le carcasse degli animali morti (onde evitare epidemie) e a partire dal II secolo a.C. divenne il nome del luogo dove le anime dei peccatori sono tormentate. Nei tre Vangeli sinottici è il nome dato all’inferno: Chi poi dice al proprio fratello: "Raca [= stupido o stolto in aramaico]!", sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo!", sarà sottoposto al fuoco della Gehenna. (Matteo V 22) E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire sia l’anima sia il corpo nella Gehenna. (Matteo X 28) E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Gehenna del fuoco. (Matteo XVIII 10) Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Gehenna, dove "il verme non muore e il fuoco non si estingue [citazione da Isaia LXVI 24]". (Marco IX 47-48) Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Gehenna. (Luca XII 5) Nel Sefer ha-Zohar del cabalista spagnolo rabbi Mosè de’ Leòn è il luogo dove vengono puniti i peccatori: è costituito da "sette fiumi di fuoco che scorrono sulle teste degli empi" e il suo "principe" è l’angelo Duma (o Dumah).

Gehennom (vedi sopra) - Secondo gli scritti del cabalista Yosef ben Abraham Giqatilla, è il nome del primo e meno profondo dei sette "gironi" infernali: lì i peccatori bruciano in fiamme 60 volte più calde dello stesso fuoco.

Gerarchia celeste - Benché nelle Scritture i passi dedicati agli angeli siano di oscura comprensione, si evince chiaramente che essi sono divisi in classi (leggete la Bibbia e lo vedrete). A partire dal periodo della deportazione degli ebrei del regno del Nord a Babilonia (598 a.C.) iniziò la tendenza a vedere Dio come un "cosmocrate" (dal greco kosmokratwr, ovvero cosmocrator: signore dell’universo), ovvero a immaginarLo nelle fogge di un re orientale, di un monarca assoluto circondato da una vasta corte di ministri, consiglieri, soldati e servitori, i quali non sono altro che gli angeli (esempio di questo si trova in Giobbe II). Molti mistici hanno cercato di chiarire nomi, struttura e numero delle categorie in cui sono divisi i "figli di Dio" proponendo diverse e svariate gerarchie: in questa pagina abbiamo citato quella dello pseudo-Dionigi l’Areopagita e del cabalista rabbi Mosè Maimonide.

Ghilgul (dall’ebraico: rotolamento) - Termine cabalistico con il quale si indica la reincarnazione o metempsicosi, concetto estraneo alla religione ebraica. Viene metaforicamente chiamato così perché esso è visto come il rotolamento dell'anima da un corpo umano all'altro.

Giardino dell’Eden (dall’ebraico Gan Eden) - Viene chiamato anche paradiso terrestre. E’ il giardino dove Dio collocò il primo uomo, Adamo: Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi collocò l’uomo che aveva modellato. Il Signore Dio fece spuntare dal terreno ogni sorta d’alberi, attraenti per la vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita nella parte più interna del giardino, insieme all’albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino; poi di lì si divideva e diventava quattro corsi. Il nome del primo fiume è Pison: esso delimita il confine di tutta la regione di Avila, dove c’è l’oro; l’oro di quella terra è fine; ivi c’è il bdellio e la pietra d’onice. E il nome del secondo fiume è Ghison: esso delimita il confine di tutta la terra di Etiopia. E il nome del terzo fiume è Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. E il quarto fiume è l’Eufrate. Poi il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. (Genesi II 8-15)

Gnosticismo (dal greco gnwsis, cioè gnosis: conoscenza) - Setta cristiana molto diffusa nei secoli II e III d.C., secondo la quale gli angeli (chiamati dagli gnostici eoni, parola del greco classico che significa coloro che sono o esistono), benché siano dei puri spiriti, sono, come gli esseri umani, differenziati sessualmente: vi sono angeli maschili e femminili. [Nota del curatore: gli insegnamenti etici e la dottrina spirituale degli gnostici non sono ovviamente solo questi, ma non sono argomento di questo sito]

Gran Drago - Immagine che Giovanni apostolo usa per descrivere Satana: E apparve un altro segno nel cielo; ed ecco un gran dragone di color rosso-vivo, che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi. E la sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra. (Apocalisse XII 1-2) Qui sotto proponiamo un’interpretazione di questa immagine: il drago è simbolo di astuzia ma anche di malvagità; le molte teste sono simbolo di sapienza (sette teste ragionano meglio di una sola) e di conoscenza (con quattordici occhi si vede meglio che con due); le corna sono un simbolo orientale che rappresenta potenza, il potere in senso lato; i diademi sono simbolo del potere politico e/o del comando; il rosso è il colore che rappresenta la carità, ma in questo caso la superbia, ovvero il suo esatto contrario; le sette teste sono simbolo dei sette peccati capitali; le dieci corna sono le dieci violazioni dei dieci comandamenti.

Gul - Demoni della cultura persiana, poi passato in quella islamica. I gul sono diavoli che insidiano i viaggiatori: assumono l’aspetto di belle donne per irretirli e, in seguito, mangiarli.

Heikhalot (dall’ebraico: palazzi) - Nella mistica ebraica del I, III secolo d.C. così sono denominati i sette cieli che sovrastano la Terra, in quanto ognuno di loro è un salone, un palazzo (in ebraico heikhalah) della residenza di Dio, dove, andando avanti, si svelava pian piano la maestà del Signore.

Hamabiel o Hamaliel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale della Vergine (in latino Virgo), uno dei principi del coro delle Virtù. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Agosto.

Hemah - Nella tradizione rabbinica, è uno degli arcangeli della punizione insieme ad Af, suo fratello gemello; è l'angelo della morte degli animali addomesticati, nonché tormentatore dei dannati dell’inferno. E’ intemperante come il fratello.

Huri - Nella religione musulmana, è un essere femminile che risiede sempre nell’Aden (vedi Paradiso), ma che non è un angelo. E’ descritta come una giovane donna con occhi neri e straordinariamente bella. Ognuno dei musulmani morti per la fede quando arrivano in cielo, divengono mariti di 72 di esse. Ogni huri benché passi innumerevoli notti di piaceri con il suo sposo, rimane vergine.

Iblis (nome arabo) - Nell’islamismo è il nome che aveva al-Shaitan (in ebraico Satan) prima di essere scacciato dal cielo. Nella sura VII del Qur’an si legge: Eppure vi abbiamo creati, poi vi abbiamo formati, poi abbiamo detto agli angeli: "Prostratevi davanti ad Adamo!". E si prostrarono tutti eccetto Iblis, che fra i prostrati non fu. E disse Dio: "Che cosa ti ha impedito di prostrarti, quando te l’ho ordinato?". E quegli rispose: "Io sono migliore di lui: me tu creasti di fuoco e lui creasti di fango!". E Dio rispose: "Via di qui! Non ti è lecito fare il superbo! Fuori! Oramai tu sei un essere spregevole." Rispetto alla tradizione cristiana, al-Shaitan non si pone in competizione con Dio, poiché perfino lui sa benissimo che non vi è uno e un solo Signore, ma nondimeno manifestava la propria superbia e il proprio odio nei confronti dell’uomo.

Inferno (dall’aggettivo latino infernus-a-um: che è sotto, sotterraneo oppure inferiore) - Nella teologia cristiana e mussulmana è il luogo di tormento eterno dei peccatori, creato inizialmente da Dio come prigione per gli angeli ribellatisi a Lui, come si evince da Matteo XXV 41: Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: "Via, lontano dame, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli (...)" Nella Apocalisse di Giovanni apostolo è descritto e definito come "lo stagno di zolfo e di fuoco" (vedi Ap XX 10 e 14). Per Agostino è "cosa temeraria" dire quali punizioni vi siano all’inferno per gli empi, benché sia certa la punizione che si evince da Marco IX 48 che cita Isaia LXVI 24, ovvero quella per la quale "il verme non muore e il fuoco non si estingue". Allegoricamente il verme è simbolo del rimorso e il fuoco è simbolo della colpa. Secondo gli scritti del cabalista rabbi Yosef ben Abraham Giqatilla è diviso in sette "gironi", in sette livelli sovrapposti uno sull’altro. In La Commedia, Dante lo descrive come una grandissima voragine (vedi Abisso), che dalla superficie della Terra arriva al suo centro, divisa in nove cerchi concentrici chiamati gironi. Dante attribuisce la creazione dell’inferno a Lucifero: infatti dopo essersi ribellato a Dio, viene sconfitto e scaraventato dal Paradiso sulla Terra, ma anche la Terra ne ha orrore e quindi per non toccarlo si ritrae, generando così la voragine infernale. Nelle tradizioni extra-coraniche è suddiviso in sette "gironi". Nella mitologia giapponese, il re dell’inferno è Emma-O e i suoi servitori sono gli oni, demoni di color rosso e di dimensioni gigantesche.

Irin Qaddisin (dall’ebraico: i Santi Vigilanti) - Nella Apocalisse di Enoch, sono una coppia di angeli gemelli che fa parte degli otto angeli della Merkabah; loro due sono gli unici dei duecentodue angeli Vigilanti (vedi Egrigorei) che non hanno trasgredito le disposizioni divine.

Ishim (dall’ebraico: gli Uomini) - Nella Bibbia è la parola usata per indicare gli angeli quando essi si trovano sulla Terra in incognito per ordine del Signore. Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, sono il decimo, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah di Malkhut, con la quale controllano il mondo umano, La Terra (Ha-Arez in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Sandalphon.

Izra’il (nome arabo: Dio Aiuta) - Nel Qur'an è il secondo dei 4 arcangeli, l’angelo della morte. Sul suo corpo, che ha 4mila ali e 70mila piedi, ci sono tanti volti quanti sono gli abitanti della Terra. Quando una persona nasce, gli occhi di uno dei suoi volti si aprono e ne scrive il nome sul libro della vita; quando muore ne cancella il nome dal Libro e gli occhi di quel volto, che si erano aperti quando nacque, si chiudono.

Jabannam - Nel Qur’an è così chiamato l’inferno. Nelle tradizioni extra-coraniche, è il primo e meno profondo dei sette "gironi" infernali: lì espiano i loro peccati i musulmani poco osservanti per ascendere, presto o tardi, al Paradiso; in chiave cristiana è assimilabile al Purgatorio.

Jehudiel (tradotto in latino come Gloria Dei, La Gloria di Dio) - Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15).

Karma o Karman (dal sanscrito: opera) - In età vedica, indicava un atto rituale o sacrificale. Più tardi tutte le religioni del subcontinente indiano, come l’induismo o il buddhismo, adottarono tale termine per indicare il peso, il fardello, il bagaglio, costituito dall’insieme delle azioni attive e passive, buone e cattive, anche appartenenti alle vite precedenti, compiute da ogni individuo. Tali azioni producono un frutto od una conseguenza (in sanscrito phala) che costringono l’anima (in sanscrito atman) all’emigrazione di esistenza in esistenza, determinando così la sofferenza e la reincarnazione. Quando un individuo estingue totalmente il proprio karma, come il Buddha, per lui a termine il ciclo del dolore e delle reincarnazioni.

Kyriel - E’ uno dei 28 angeli che controllano le fasi della Luna sotto la guida dell’arcangelo Gabriel; a seconda delle fonti domina il 20esimo, il 22esimo o il 24esimo giorno del ciclo lunare.

Laila o Lailah (dall’ebraico: notte) - Nome derivato da un’esegesi rabbinica di Giobbe III 3: perisca il giorno nel quale sono nato, e la notte che ha detto: "E’ stato concepito un uomo!". Nella mitologia ebraica, Lailah viene considerato sia un angelo che un demone con potere sulla notte ed chiamato principe della concezione perché ha potere sulle nascite; è paragonato a Lilith, demone della concezione.

Lete (dal greco lhqh, cioè lète: oblio) - Nell’Eneide (libro VI) del poeta latino Virgilio, è uno dei cinque fiumi infernali; le anime dei buoni, dopo aver passato mille anni nei Campi Elisi, ne bevono l’acqua per dimenticare la vita precedente e poter reincarnarsi sulla Terra. In La Commedia di Dante è il fiume in cui le anime del Purgatorio lavano via da loro stesse (metaforicamente e letteralmente) le tentazioni di questo mondo, le quali ritornano al loro generatore, Lucifero, perché le acque del Lete sboccano in quelle del Cocito.

Leviatàn (dall’ebraico: ciò che si raccoglie in pieghe) - In Giobbe XL è il dragone marino, è l’animale più forte dopo Behemot, creati il quinto giorno insieme e come tutti i viventi del mare (vedi Genesi I 20-21). Nel Salmo CIV versetto 26 si dice: Lo percorrono le navi ed il Leviatàn / che per trastullarsi tu hai plasmato. Nel capitolo 60 del Libro delle Parabole di Enoch è il primordiale drago femminile, uno dei due mostri della malvagità (l’altro è Behemot) con dominio sul mare e sulle acque. Al versetto 4 del capitolo XXIX dell’Apocalisse siriana di Baruc (testo apocrifo) si dice che sono i due esseri che il Signore farà vivere fino alla fine del mondo, quando lì farà morire per sfamare gli eletti: e Behemot si rivelerà dal suo luogo e Leviatàn salirà dal mare, entrambi i grandi draghi che ho creato il quinto giorno della creazione e ho custodito fino a quel tempo, e allora diverranno cibo per tutti coloro che saranno rimasti. L’interpretazione razionalista della Bibbia lo identifica con il coccodrillo. Nelle scritture rabbiniche è associato o identificato con il drago femminile del mare Rahab , come simbolo dei nemici del popolo di Israele in Isaia XXVII 1 ("In quel giorno il Signore punirà / con la sua spada dura, grande e potente / il Leviatàn, serpente fuggente, / il Leviatàn, serpente tortuoso, / ed ucciderà il dragone del mare.") o come nel Salmo LXXIV versetto 13 un essere dell’abisso primordiale e quindi avverso al progetto creativo di Dio e da Lui sconfitto: Tu fracassasti il capo al Leviatàn, / lo desti in pasto ai mostri marini. Nel medioevo diviene il simbolo del Diavolo in accordo a Apocalisse XII 1-2. Nel L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Leviathan (è il nome in cui viene traslitterato in latino) è un demone, un angelo decaduto, uno dei quattro "principi" o "spiriti superiori" a capo dell’ordinamento infernale.

Lez (dall’ebraico: buffone) - Nelle leggende popolari ebraiche, è un tipo di demone inferiore che lancia e/o muove in giro i vari di una casa oggetti (tale fenomeno viene chiamato poltergeist).

Libro della Vita - Nella Qabbalah è il libro in cui l’angelo Metatron registra, in quanto segretario del Signore, tutte le azioni umane (sia buone che cattive). Nel Qur'an è il libro nel quale arcangelo Izra’il scrive i nomi di tutte le persone che vivono sulla Terra. Nell’Apocalisse di Giovanni apostolo è il libro chiuso da sette sigilli in cui vi sono scritti i nomi degli eletti. Infatti sta scritto: Quindi chi non si trovò scritto sul libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco [= inferno]. (Ap XX 15)

Lilith - Secondo l’interpretazione ebraica della Bibbia, Eva non è stata la prima donna creata, ma la seconda, poiché nella Bibbia ci sono due versioni divergenti sulla creazione della donna. "Dio creò gli uomini secondo la sua immagine; secondo la immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò." (Genesi I 27), e questa donna è Lilith. Successivamente si legge: "Allora il Signore Dio fece cadere un sonno profondo sull’uomo, che si addormentò, poi gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio costruì la costola, che aveva tolto all’uomo, formandone una donna. Poi la condusse all’uomo." (Genesi II 21-22), e questa donna è Eva. Nel testo cabalistico Alfabet de-Ben Sira sta scritto: Adam e Lilith non trovarono mai pace insieme, per quando lui desiderava mentire con lei: Perché devo mentire al di sotto di te?" lei chiese. "Io anche fui creata dalla polvere, e sono quindi a te eguale". Dato che Adam tentò di costringerla all’obbedienza con la forza, Lilith, in collera, pronunciò il magico nome di Dio, si levò in aria e lo lasciò. Adam si lamentò con Dio: "Io sono stato abbandonato dalla mia compagna". Allora Dio mandò gli angeli Senoy, Sansenoy e Semangeloph ad andare a prendere Lilith e farla tornare. "Torna da Adam senza ulteriore indugio", dissero gli angeli, "o noi dovremo annegarti". Lilith chiese: "Come posso tornare da Adamo e vivere come una onesta moglie di casa, dopo il mio soggiorno accanto al Mar Rosso?" "Sarà la morte il tuo rifiuto!", risposero. "Come posso morire?", Lilith replicò. "Non sapete che io sono stata creata per lo scopo di indebolire e punire i bambini, gli infanti, i neonati. Io ho potere su di loro fino a che essi non hanno otto anni se ragazzi, dodici anni se ragazze." E quando i tre angeli ascoltarono le sue parole, essi desiderarono di affogarla con la forza, ma lei li implorò di lasciala alla sua vita, e loro cedettero. In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della nona delle 10 schiere demoniache ed è il decimo demone più potente del mondo infernale. A partire dal periodo posteriore, nell’alto medioevo, il nome di Samael viene sempre accostato a quello di Lilith, e nel Sefer ha-Zohar di Mosè de’ Leòn si dice che siano sposati e che siano il re e la regina di tutti i diavoli.

Liuet - Nella tradizione mandeana (religione gnostica fiorita nel I e II secolo d.C. in Mesopotamia, l’attuale Iraq) era un uthra (così viene chiamato un angelo), quello dell’invenzione, colui che stimola l’inventiva nelle persone, protegge coloro che hanno nuove idee e li incoraggia nelle loro ricerche.

Lucifero (dal latino Lucifer: colui che porta la luce) - Nome latino per l’ebraico helal (= stella del mattino). Secondo l’apologista cristiano Tertulliano, vissuto nel II secolo d.C., era il nome di Satana prima della sua ribellione, interpretando in chiave allegorica un apostrofo che il profeta Isaia applicò a Nebuchadnezzar, re di Babilonia: Come mai sei caduto dal cielo, / o astro del mattino, figlio dell'aurora! / Come mai sei atterrato, / tu che calpestavi le nazioni? / Tu dicevi in cuor tuo: "Io salirò in cielo, / eleverò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; / io m'assiderò sul monte dell'assemblea, / nella parte estrema del settentrione; / salirò sulle sommità delle nubi, / sarò simile all'Altissimo". / Invece t'hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, / nelle profondità della fossa [= sheol in ebraico]!. (Isaia XIV 12-15) Tale interpretazione, seguita pure da Gregorio Magno, venne accolta dalla Chiesa e in La Commedia anche Dante parla di Lucifero, il più bello dei Serafini (che sono i più belli tra gli angeli, che a loro volta sono le più belle delle creature), il peggiore dei peggiori peccatori (i traditori dei propri benefattori, e nel di lui caso il suo è Dio), chiamandolo "la creatura ch’ebbe il bel sembiante", "lo ‘mperador del doloroso regno" (vedi Inferno XXXIII 18 e 28). La causa della sua ribellione, il suo volersi fare "simile l’Altissimo", fu dibattuta fra i teologi cristiani, i quali arrivarono a differenti conclusioni. Nel De casu diaboli di Anselmo d’Aosta, la sua pretesa di essere come Dio fu il voler diventare completamente autonomo: Satana ha voluto qualche cosa che egli conosceva senza averla. Ora, egli conosceva Dio. In particolare, egli sapeva che Dio è totalmente autonomo e ha voluto a sua volta essere totalmente autonomo, come Dio: ha voluto agire "propria voluntate" [= secondo la propria volontà] senza riferimento al suo Creatore. In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, è a capo della terza delle 10 schiere demoniache ed è il quarto angelo decaduto più potente del mondo infernale. In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Lucifero è uno dei quattro "principi" o "spiriti superiori" a capo dell’ordinamento infernale.

Machen o Machonon - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il quarto dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti (capitoli XI-XVII) di Enoch è la sede degli angeli del carro del Sole e di quelli del carro della Luna. Nel Libro di Astronomia di Enoch (testo canonico della Chiesa copta) è in più la sede degli angeli delle stelle e delle costellazioni, dove risiedono gli angeli comandati dall’arcangelo Uriel.

Machon o Mathey - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il quinto dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti (capitolo XXVIII) di Enoch è la sede della milizia angelica degli Egrigori.

Madonna (contrazione di mia donna, nel senso latino di domina, signora) - Nel Medioevo titolo di riguardo per le donne e, specialmente allora come esclusivamente adesso, appellativo di Maria di Nazaret.

Malahidael, Malchidiel, Malchidael, Melkejal o Melkajal (dall’ebraico: Pienezza di Dio) - In The Magus di Francis Barrett (1801) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno dell’Ariete (in latino Aries), membro del coro dei Serafini. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è angelo del mese di Marzo.

Manicheismo - Religione fondata in Mesopotamia dal persiano Mani, nato nel 216 e morto in carcere o giustiziato dall’impero persiano nel 276 o 277 d.C.: essa associava all’elemento cristiano, che ne è il nucleo essenziale, altri derivati dallo zoroastrismo e dal buddhismo. Si basava su una concezione dualistica della realtà, nella quale operano sempre e ovunque due principi primordiali, eterni ed increati: il Bene, o la Luce, e il Male, o le Tenebre. In principio erano separati, ma la loro successiva commistione ha dato origine a tutto l’universo. Agostino vi aderì, per poi combatterlo aspramente sia sul piano teologico che su quello filosofico. Il manicheismo sopravvisse fino al XII secolo.

Mammon (dall’aramaico mamonah e dall’ebraico mamon: proprietà) - Nelle scritture occulte, un angelo decaduto che domina l’Inferno, uno dei demoni dell’Arco e del principe dei temperamenti (caratteri). È identificato con Lucifero, Satana, Beelzebub e perfino con il re di Babilonia Nebuchadnezzar. Mammon è il demone dell’avarizia (vedi i sette peccati capitali). "Detiene il trono di questo mondo" come Francesco d’Assisi ha osservato in una delle sue 93 visioni. E’ citato in Matteo VI 24: Nessuno può servire due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire Dio e Mammona.

Melekhim (dall’ebraico: i Re) - Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il sesto, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah dove ricevono la luce della santa sephirah di Tipheret, con la quale controllano il quarto cielo, il cielo del Sole (Shemesh in ebraico). Il loro comandante è l’arcangelo Raphael.

Merkabah (dall’ebraico: carro da guerra) - Il termine viene tradotto spesso in Carro Divino. Dio è una realtà infinita ma tutte le realtà dell'universo, compreso l'universo stesso, sono realtà finite, quindi è necessario un qualcosa che gli permetta di poter scendere, di poter calarsi in questo universo per lui troppo "stretto": questo qualcosa è la Merkabah. Viene descritta dal profeta Ezechiele in una visione inviatagli da Dio nel cosiddetto Ma’aseh Merkabah (dall’ebraico: L’Opera del Carro), cioè in Ez I 1-28. Nella cosmologia cabalistica, la sua sede è nell’Olàm ha-Beri’ah.

Metatron (nome di origine ignota; potrebbe derivare dalla storpiatura delle parole greche meta qronos, ovvero metà thronov, significanti presso il trono; quindi il loro significato è colui che sta presso il trono) - Nel Sefer ha-Zohar del cabalista spagnolo rabbi Mosè de’ Leòn (e nella Qabbalah in generale) viene descritto come l’angelo più grande del cielo, dotato di 36 ali e di 265.000 occhi; in realtà questi era semplicemente un comune mortale, Enoch, che Dio volle trasformare in angelo. Per il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il primo, per importanza, dei dieci arcangeli, è il fratello gemello di Sandalphon, è a capo dei Chayyot ha-Qadesh, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Keter Elyon che rappresenta la Corona Eccelsa di Dio ed è il segretario del Signore, colui che registra sul libro della vita tutte le azioni umane, sia buone sia cattive.

Michael (dall’ebraico Micha El, Simile a Dio) - E’ uno dei tre angeli (con Raphael e Gabriel) il cui sia nominato nei 46 libri del Vecchio Testamento, e quindi riconosciuto dalla Chiesa cattolica, per la quale è il più importante, tanto da averlo proclamato santo (mai sentito parlare di San Michele!?), in quando guidò gli angeli fedeli a Dio contro quelli ribelli guidati da Satana (vedi Apocalisse XII 7-9). Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo) era il nome (tradotto in latino come Quis ut Dei?, Chi come Dio?) di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15). Per la Chiesa Cattolica (che lo festeggia il 29 settembre) è il suo protettore ed è l’angelo della morte, colui che pesa su una bilancia le anime dei defunti, le quali sono condotte da lui in Paradiso se in vita sono state giuste o le lascia in balia dei diavoli se sono state empie. In Daniele X 21 si dice che è "il principe" di Israele, ovvero il protettore del popolo ebraico. Nel Libro delle Parabole di Enoch è uno dei 4 angeli della presenza, quello che veglia sui misericordiosi e sugli afflitti. Nel Vangelo degli Ebrei (testo apocrifo) sta scritto che Maria di Nazaret, la madre di Gesù, non era altro che "una alta potenza del cielo, che aveva nome Michael" che Dio "chiamò (...) e gli affidò Cristo". Nel Sefer Razi’el è uno dei settanta angeli il cui nome, se scritto su un amuleto, protegge i bambini che dormono dagli spiriti maligni. Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è l’ottavo, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei benei elohim (vedi figli di Dio), vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Hod che rappresenta la Maestà divina.

Moloch - Divinità maschile cananea, adorato dal popolo degli ammoniti, al quale sacrificavano i loro figli. Nella Torah sta scritto: Chiunque tra i figli di Israele e i residenti in Israele dia [sacrifichi] suo figlio a Moloch, sia messo a morte; la gente del paese lo lapidi. (Lv XX 2) In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, insieme a Satan è a capo della prima delle 10 schiere demoniache e loro due sono gli angeli decaduti più potenti del mondo infernale. In Paradise Lost (libro II) dello scrittore inglese John Milton è uno dei comandanti dei demoni, riunitisi nel Pandemonio per decidere cosa fare dove la loro cacciata dal cielo: propone di attaccare il cielo.

Muriel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale del Cancro (in latino Cancer), uno dei principi del coro delle Dominazioni. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Giugno.

Negromanzia (in greco nekromanteia, cioè negromanteìa; da nekros, necròs, morto, e da mantis, màntis, indovino) - Arte divinatoria che consiste nell’evocare gli spiriti dei morti per conoscere il passato e/o il futuro. Nella Torah si proibisce di seguire tale pratica e addirittura si sanziona con la morte chi la compie, perché basta consultare il Signore con le sorti (ovvero tirare a sorte), con i sogni e con i profeti. (...) non praticate divinazioni né incantesimi. (Levitico XIX 26) Non rivolgetevi agli spettri e agli indovini; non interrogateli, rendendovi impuri con essi. Io sono il Signore Dio vostro. (Lv XIX 31) Un uomo e una donna fra voi che sia un negromante o indovino sia messo a morte: li lapiderete. Il loro sangue ricada su di loro. (Lv XX 27)

Nephilim (parola ebraica tradotta in greco come gigantes, ovvero gìgantes: giganti) - Nel Libro dei Vigilanti di Enoch, si dice che sono uomini dall’incredibile statura, nati dall’unione proibita tra donne mortali, chiamate "figlie dell’uomo", e un gruppo ribelle di 200 angeli della milizia angelica degli Egrigorei: E [gli angeli] si presero, per loro, le mogli ed ognuno se ne scelse una e cominciarono a recarsi da loro. E si unirono con loro ed insegnarono ad esse incantesimi e magie e mostrarono loro il taglio di piante e radici. Ed esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statura, per ognuno, era di tremila cubiti [= circa 1575 metri]. Costoro mangiarono tutto il frutto della fatica degli uomini fino a non potersi, gli uomini, più sostentare. E i giganti si voltarono contro di loro per mangiare gli uomini. E cominciarono a peccare contro gli uccelli, gli animali, i rettili, i pesci e a mangiarsene, fra loro, la loro carne e a berne il sangue. La terra, allora, accusò gli iniqui. (capitolo VII, versetti 1-6) Per i loro peccati furono uccisi dall’angelo Gabriel per diretto ordine divino (vedi capitolo X, versetti 9-10). A loro si fa riferimento nella Bibbia in Genesi II 4, dove si dice che: C’erano i giganti sulla terra a quei tempi (...).

Olàm ha-Asiyyah (dall’ebraico: mondo dell’azione oppure mondo del fare) - Nella cosmologia cabalistica, è il più basso e l’ultimo mondo ad essere stato creato: è il mondo dove ciò che conta è l’agire, i risultati e la materia, dove il male tende a prevalere, costituito da dieci sfere concentriche (la Terra e i nove cieli a essa sovrastanti). E’ la residenza dell’uomo, ma anche delle Qelippot e degli spiriti malvagi.

Olàm ha-Azilut (dall’ebraico: mondo dell’emanazione o meglio ancora mondo dell’emanare) - Nella cosmologia cabalistica, è il più alto e il primo mondo ad essere stato creato: è il mondo della divinità (perciò fuori dal tempo) e degli archetipi, ovvero delle dieci sephirot (vedi sephirah), perciò fondamento degli altri tre mondi.

Olàm ha-Ber’iah (dall’ebraico: mondo della creazione o meglio ancora mondo della creatio ex nihilo) - Nella cosmologia cabalistica, è il secondo mondo ad essere stato creato: è il mondo (come direbbe Agostino) della creatio ex nihilo, quando dal nulla si passa al qualcosa; sede della Merkabah e residenza dei dieci arcangeli.

Olàm ha-Yezirah (dall’ebraico: mondo della formazione) - Nella cosmologia cabalistica, è il terzo mondo ad essere stato creato: è il mondo dove risiedono gli angeli, tutti raggruppati in dieci schiere, le quali controllano le dieci sfere dell’Olàm ha-Asiyyah.

Oni - Nella mitologia giapponese, demoni giganteschi protagonisti di numerose leggende. Si classificano in rossi e in verdi: i primi dimorano nell’inferno e dipendono da re Emma-O, al quale consegnano le anime dei peccatori, i secondi sono invisibili e spaziano sulla terra per infastidire gli uomini con la loro malvagità. Secondo un’altra versione, gli oni sarebbero di colore rosso, giallo, blu e grigio hanno tre piedi e tre dita, possono volare, molestano le donne e non brillano per intelligenza.

Pandemonio (dal greco classico pas daimwn, cioè pas daimon: tutto demone) - In Paradise Lost (libri I e II) dello scrittore inglese John Milton è lo splendido palazzo, situato all’Inferno e fatto interamente d’oro, dove Satana e gli altri comandanti dei demoni tengono consiglio.

Paradiso (dal greco paradeisos, cioè paràdeisos: parco, giardino, e dall’iranico-avestico pairidaeza, da pairi, tutt’intorno, e daeza, baluardo) - Nella religione cristiana significa sia lo stato di felicità perpetua dopo la morte, concesso come premio ai giusti sia il luogo in cui tale felicità viene vissuta. Come tale si distingue quindi dal cosiddetto paradiso terrestre (vedi giardino dell’Eden). Nei Vangeli viene più spesso chiamato il "seno di Abramo" (vedi in Lc XVI 20), il "regno dei cieli" oppure il "regno di Dio", poiché questo termine compare solo tre volte nei testi neotestamentari (Lc XXIII 4 - II Cor XII 4 - Ap II 7). In La Commedia di Dante è formato dai dieci cieli che sovrastano la Terra: le anime dei beati si trovano nel decimo dei cieli, l’Empireo, la residenza degli angeli e di Dio. Nella religione islamica il suo nome è Aden (traduzione araba di Eden).

Peccato originale - Peccato commesso da Adamo ed Eva, i primi due esseri umani, i quali violarono l’ordine divino di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (Genesi II 9), dando così avvio a tutti i peccati dell’umanità e facendo conoscere al genere umano dolore, fatica, fame e morte: Alla donna [il Signore Dio] disse: "Moltiplicherò / le tue sofferenze e le tue gravidanze, / con doglie dovrai partorire i figli. / Verso tuo marito ti spingerà la tua passione / ma egli vorrà dominare su te." E all’uomo disse: " Perché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, per il quale t’avevo comandato: : Maledetto sia il suolo per causa tua! / Con affanno ne trarrai il nutrimento, / per tutti i giorni della tua vita. / Spine e cardi farà spuntare per te, / mentre tu dovrai mangiare / le erbe della campagna. / Con il sudore della tua fronte mangerai pane, / finché tornerai alla terra, / perché da essa sei stato tratto [vedi Gn II 7], / perché polvere sei e polvere tornerai". (Gn III 16-19)

Phaleg - Secondo Arbatel, è uno dei sette "spiriti olimpici" (gli angeli dei sette pianeti), il protettore del quinto cielo, il cielo di Marte, ed è pure l’angelo della guerra; si alterna con Advachiel al comando del coro degli Angeli.

Phanuel - Nel Libro delle Parabole di Enoch è uno dei quattro angeli della presenza, quello che vigila sulle persone, che pentendosi sinceramente dei propri peccati, hanno la speranza della vita eterna. Nel Sefer Razi’el è uno dei sette angeli che stano da vanti al trono di Dio.

Podestà o Potenze (dal greco dunamis, cioè dynamis, potenza) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il sesto coro più importante, facenti parte del seconda gerarchia (quella preposta al controllo dell’ordine cosmico). Il compito è vigilare sugli angeli decaduti e mantenere l’equilibrio tra bene e male. Tale coro è citato nella Bibbia da Paolo in Efesini I 21 e in Colossesi I 16.

Principati o Principi (in latino principes) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il settimo coro più importante, facenti parte del terza gerarchia (quella preposta alla vigilanza umana). Il loro compito è governare l’ascesa e la caduta di popoli e nazioni, supervisionano anche le varie religioni. Tale coro è citato nella Bibbia da Paolo in Efesini I 21 e in Colossesi I 16.

Principi delle nazioni o Principi (in ebraico sarim) - Secondo la tradizione rabbinica e nella Qabbalah, quando gli uomini erano un solo popolo, poiché parlavano una sola lingua, cercarono di costruire una torre che arrivasse a toccare il cielo. Dio, perciò, punì quel loro atto di superbia creando altre 71 lingue: così divise l’umanità in 72 popoli. Tale interpretazione parte dal brano biblico in Genesi XI 1-9. Da quel giorno, ogni popolo venne affidato alla protezione di un angelo, che ne divenne il suo sar (principe in ebraico). Per la cronaca l’angelo che protegge il popolo d’Israele è Michael. Dubbiel, il principe della Persia, sobillò gli altri 70 principi contro Israele e quindi contro Michael, ma vennero sconfitti e cacciati dal Paradiso.

Qabbalah (dall’ebraico: dalla bocca all’orecchio, cioè tradizione orale) - La cabala giudaica (che è cosa diversa da quella napoletana!!!) è una corrente del misticismo ebraico, secondo la quale nella Torah, la Legge divina, oltre a esservi un insieme di precetti che il Signore ha dato a tutto il Suo popolo, il cosiddetto gufe Torah (ovvero i corpi della Legge, le 613 norme che il popolo eletto deve rispettare), vi sono pure degli insegnamenti nascosti da Lui Stesso riservati solo a pochi sapienti. Essa è quindi una conoscenza nascosta di tipo iniziatico. Alcuni grandi cabalisti, nominati in questa pagina, sono: rabbi Mosè de’ Leòn, rabbi Mosè Maimonide, rabbi Isaac Luria e rabbi Yosef ben Abraham Giqatilla.

Qaddisin (dall’ebraico: i Santi) - Nella Apocalisse di Enoch, sono una coppia di angeli gemelli che fa parte degli angeli della Merkabah.

Quattro Arcangeli - Nel Qur’an sono i quattro angeli più importanti, messaggeri e servitori diretti del Signore, protettori del Suo trono. In ordine di importanza, sono: Mika’il, Djibril, Israfil ed Izra’il.

Quattro Mondi - Nella cosmologia cabalistica, l’universo è suddiviso in quattro mondi; in ordine di creazione tali mondi (olamòt in ebraico) sono: l’Olàm ha-Azilut, l’Olàm ha-Beri’ah, l’Olàm ha-Yezirah e l’Olàm ha-Asiyyah. Tale visione dell’universo è già menzionata nel Sefer ha-Zohar (XIII scolo), e il cabalista Isaac d’Acri chiamava i Quattro Mondi con l’acronimo abiya.

Rahab - Nella Qabbalah è un drago femminile, un demone femminile che ha potere sui mostri del mare: Dio non ritira la sua collera, / sotto di lui si curvano le legioni di Rahab. (Giobbe IX 13) Rahab è anche un demonio che ha potere sul paese Egitto, quindi quando Isaia profetizza la caduto di tale nazione annuncia: Risvegliati, risvegliati, rivestiti di forza / o braccio del Signore, / risvegliati come nei giorni antichi, / al tempo delle generazioni passate! / Non sei tu quello che hai spezzato Rahab / ed hai trafitto il dragone? (Isaia LI 9) Nelle scritture rabbiniche associata e identificata con Leviatàn come un essere dell’abisso primordiale e quindi avverso al progetto creativo di Dio e da Lui sconfitto (in Giobbe XXVI 12 sta scritto: "Con la sua forza sconvolge il mare, / con la sua intelligenza sfracella Rahab." e nel Salmo LXXXIX versetto 11 si dice: "Tu calpesti Rahab come si calpesta / un caduto in battaglia. / Con la potenza del tuo braccio / disperdesti i tuoi nemici."

Raphael (dall’ebraico Rafa El: Dio Guarisce) - E’ uno dei tre angeli (con Gabriel e Michael) il cui sia nominato nei 46 libri del Vecchio Testamento, e quindi riconosciuto dalla Chiesa cattolica (che lo festeggia il 24 ottobre): per essa è il terzo angelo per importanza, quello della conoscenza, della scienza e della salute. Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome (tradotto in latino come Virtus Dei, La Virtù di Dio) di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi in Tobia XII 15): con queste parole Raphael si rivelò a Tobia al momento di congedarsi, al quale si era presentato con l’aspetto di un comune mortale, dicendo di chiamarsi Azaria, figlio di Anania. Nello stesso libro sconfigge il "pessimo" demonio Asmodeus: L’odore del pesce arrestò il demonio che fuggì nelle regioni dell’alto Egitto. Raphael lo seguì sull’istante e ivi lo incatenò legandolo mani e piedi. (Tobia VIII 3) Nel Sefer Razi’el è uno dei sette angeli che stano davanti al trono di Dio ed è uno dei settanta angeli il cui nome, se scritto su un amuleto, protegge i bambini che dormono dagli spiriti maligni. Nel Libro delle Parabole di Enoch è uno dei quattro angeli della presenza, quello che ha potere sulle malattie e sulle ferite. Nel Sefer ha-Zohar (il Libro dello Splendore) del cabalista spagnolo Mosé de' Leon è considerato l’angelo della guarigione e resurrezione poiché si legge che "...e i morti assumeranno i corpi che avevano in precedenza, come sta a indicare il termine refa’im, cioè "spettri", omologo alla radice rafa, che significa "curare", nel senso che verranno ripristinate loro condizioni fisiche di un tempo...". Nel Libro dei Vigilanti di Enoch (capitolo X) è l’angelo a cui Dio ordina di punire l’angelo ribelle Azazel. Per il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il sesto per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Melekhim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Tipheret che rappresenta la Bellezza divina.

Raqia o Raquie - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il secondo dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti (capitolo VII) di Enoch là si trova il terribile carcere di fuoco e di tenebra in cui sono rinchiusi i duecento Egrigorei ribelli. Nella Apocalisse di Enoch è il cielo protetto dall’arcangelo Baraqiel.

Raziel (dall’ebraico Razi El, Araldo di Dio) - Nel Libro dei segreti di Enoch, Raziel è un angelo del primo cielo: è l’angelo dei terremoti. Nel Sefer Razi’el, il Libro di (dell’angelo) Raziel, di sé dice di essere l’angelo della conoscenza e dei misteri (custodisce le 1500 chiavi dei misteri dei mondi, vedi i quattro mondi) e di essere stato il precettore di Adamo quando era nel giardino dell’Eden.Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il secondo, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Auphanim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Chokhmah che rappresenta la Sapienza divina.

Rosiel - Secondo A dictionary of angels di Gustav Davidson, Rosiel è angelo decaduto, ex membro del coro delle Dominazioni. Si presenta come un uomo di straordinaria bellezza, necessaria per i suoi compiti: è infatti un demonio tentatore come il Mefistofele di Faust.

Sagun o Shehaqim - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il terzo dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti di Enoch è la sede del "giardino di giustizia", dove, alla fine dei tempi, saranno accolti i giusti (capitoli VIII-IX), mentre nel settentrione di questo cielo si trova il terribile carcere di fuoco e di tenebra preparato per gli empi (capitolo X). In II Corinzi XII 2 Paolo racconta che il Signore lo portò a vedere le meraviglia indicibili del "terzo cielo".

Salmi (dal greco yalmoi, ovvero psalmoì: canto al suono della lira) - Inni liturgici, cantati e accompagnati da strumenti a corda. Essi sono 150, raccolti (manco a dirlo) nel Libro dei Salmi, contenuto (sia secondo il canone ebraico che per quello cattolico) nell’Antico Testamento. In ebraico sono chiamati tèhillim (= inni) oppure tèphillot (= preghiere). Molti salmi sono stati composti da re David.

Sandalphon (nome di origine oscura; potrebbe derivare dalla storpiatura della parola greca sunadelfos, ovvero sundalphos, significante Confratello) - Per il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il decimo, per importanza, dei dieci arcangeli, è il fratello gemello di Metatron, è a capo degli Ishim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Malkhut che rappresenta il Regno divino. E’ l’angelo che determina, la differenziazione sessuale degli esseri umani e degli esseri viventi in generale.

Samael (dall’ebraico Sami El, Cieco di Dio) - Nella religione ebraica, equivalente cristiano di Satana; nel Talmud (per l’ebraismo sacro libro di commento alla Bibbia), per la precisione in Rabbah del Deuteronomio 11 di lui si dice: "Samael il malvagio, il capo di tutti i diavoli"; egli è l’angelo che si ribella a Dio in quanto "cieco", incapace di vedere la verità. Successivamente, a partire dall’alto medioevo, è stato considerato l’angelo della morte, interpretando il suo nome in Sam El, ovvero Veleno di Dio, poiché portò il "veleno" della morte nel mondo. A partire dal quel periodo, il nome di Samael viene sempre accostato a quello di Lilith, e nel Sefer ha-Zohar di Mosè de’ Leon si dice che siano sposati e che siano il re e la regina di tutti i diavoli.

Satana o Satan (dall’ebraico satan: accusatore) - Nel Vecchio Testamento è l’angelo che accusa, o meglio calunnia il pio Giobbe di fronte a Dio cercando di piegare la sua fede con una sequela di sciagure (vedi in Giobbe I-II 1-10). Nel Nuovo Testamento si fa a lui un accenno, estremamente sintetico ma preciso: è l’angelo che si ribellò a Dio per spodestarlo, guidando in questo tentato "golpe" un terzo degli angeli, e che è la causa del male nel mondo: E vi fu battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono col dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e il luogo loro non fu più trovato nel cielo. E il gran drago, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati gli angeli suoi (Apocalisse XII 7-9). Nel cristianesimo il nome che aveva prima della sua ribellione era Lucifero, mentre nell’islamismo era Iblis. In Ammud ha-Semali del cabalista Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, insieme a Moloch è a capo della prima delle 10 schiere demoniache e loro due sono gli angeli decaduti più potenti del mondo infernale. Nel romanzo Il Maestro e Margherita dello scrittore russo Michajl Afanasevic Bulgakov, Satana è l’incontrastato re dei demoni. In L’arte di evocare gli spiriti di Arbatel, Satan è uno dei quattro "principi" o "spiriti superiori" a capo dell’ordinamento infernale.

Scaltiel (in latino tradotto come Verbum Dei, La Parola di Dio) - Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15).

Sephirah (parola aramaica) - Termine cabalistico di etimologia incerta (per non dire ignota) e usato con il significato di "manifestazione divina". Le dieci sephirot (plurale di sephirah), la cui sede è l’Olàm ha-Azilut, sono le dieci manifestazioni, i dieci nomi, i dieci attributi di Dio; sono gli archetipi, i modelli in base ai quali si è costruito tutto il resto dell’universo. Benché tra i vari cabalisti non vi sia accordo, l’ordine comune delle sephirot e i loro nomi generalmente utilizzati sono: 1- Keter Elyon (= corona eccelsa); 2- Chokhmah (= sapienza); 3- Binah (= intelligenza); 4- Chesed (= amore); 5- Geburah (= forza) e/o Din (= giustizia); 6) Tipheret (= bellezza); 7) Nezach (= costanza); 8) Hod (= maestà); 9) Yesod (= fondamento); 10) Malkhut (= regno). Il loro insieme costituisce l’Albero della Vita.

Serafini (dall’ebraico seraphim: i serpenti che bruciano oppure gli ardenti, coloro che bruciano) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il coro più importante, facenti parte della prima gerarchia (quella i cui membri sono servitori diretti di Dio); in loro si rispecchia la prima essenza del Signore: l’Amore. Il loro compito è di cantare notte e giorno le lodi al Signore, in accordo a Isaia VI 2-3: Dei serafini stavano sopra di lui; ognuno di essi aveva sei ali; con due si coprivano la faccia, con due si coprivano i piedi e con due volavano. L’uno all’altro gridavano dicendo: "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti; tutta la terra è piena della sua gloria". Nel Libro dei Segreti di Enoch, i Serafini sono una delle tre milizie che attorniano il trono di Dio, per la precisione al capitolo XXI si dice che: "(gli angeli) con sei ali coprivano il suo trono, cantando davanti al volto del Signore". Nella gerarchia celeste proposta dal cabalista spagnolo Mosè Maimonide, sono il quinto, per importanza, dei dieci ordini celesti dell’Olàm ha-Yezirah, dove ricevono la luce della santa sephirah chiamata Gheburah e/o Din, con la quale controllano il quinto cielo, il cielo di Marte (Madim in ebraico); il loro comandante è l’arcangelo Camael. Una curiosità: la parola seraphim indica pure i serpenti velenosi, il cui veleno "brucia", che vivono nel deserto (vedi nella Bibbia in Dt VIII 15 e Nm XXI 6).

Serpente - Termine etimologicamente connesso alla parola drago: infatti entrambi derivano dal sostantivo greco dracòn (drakwn). Simbolo del male nelle tre grandi religioni monoteiste. "Il serpente era la più astuta di tutte le fiere della steppa che il Signore Dio aveva creato" si legge in Gn III 1. E’ colui che spinge Adamo ed Eva a commettere il peccato originale, facendoli trasgredire l’ordine divino di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (Gn II 9) e per questo maledetto da Dio: Allora il Signore Dio disse al serpente: "Perché hai fatto questo, / maledetto sii tu fra tutto il bestiame / e tra gli animali della campagna: / sul tuo ventre dovrai camminare / e polvere dovrai mangiare / per tutti i giorni della tua vita (...)" (Gn III 14). Satana o il Diavolo, nell’Apocalisse di Giovanni apostolo, è denominato il "serpente antico" (Ap XII 9) proprio perché è lui quel serpente che tentò i primi due esseri umani. In Paradise Lost (libro IX) dello scrittore inglese John Milton è la forma che assume Lucifero nel giardino dell’Eden per tentare l’uomo. Una curiosità: nell’ebraico antico, benché sia una lingua alfabetica, sopravvivono forme ideografiche. Ognuna delle 22 lettere che ne compongono l’alfabeto ha anche un significato: ad esempio la nona lettera, il teth, significa serpente. Nello gnosticismo il serpente che si morde la coda è, invece, simbolo dell’eternità. In molte culture viene visto come simbolo di vita, di rigenerazione e di resurrezione in quanto questo animale cambia periodicamente la propria pelle.

Sesso degli angeli - Nella religione islamica, si condanna il riconoscimento negli angeli di creature femminili (si ricordi che una huri non è un angelo), infatti nella Sura XLIII 19 sta scritto: Gli idolatri attribuiscono il sesso femminile agli angeli, i quali sono servi di Dio! Forse erano presenti alla loro creazione? Quanto essi affermano verrà registrato sul rotolo e dovranno risponderne a Noi nel giorno del Giudizio. La teologia cristiana (e specialmente quella cattolica) affermano che gli angeli siano asessuati, privi di un sesso, poiché, come Dio, sono puri spiriti. Questo tema venne discusso anche dal filosofo francese Cartesio (al secolo René Descartes): egli sosteneva che la differenziazione sessuale nasce dalla res extensa (in latino la cosa estesa, cioè la materia) e non dalla res cogitans (in latino la cosa che pensa, cioè l’anima), ma essendo gli angeli puri spiriti, ovvero fatti solo di res cogitans (mentre gli esseri umani sono fatti di ambedue), non possono avere un sesso. Al contrario nello gnosticismo si ritiene che gli angeli abbiano una differenziazione sessuale.

Settantadue / 72 - E’ il "numero divino", perché somma dei valori numerici delle quattro lettere che formano il Nome Ineffabile del Signore: YHVH. Nella religione ebraica 72 sono gli attributi di Dio e nella Qabbalah gli angeli che attorniano il suo trono sono 72.

Sette Angeli - Nel Libro di Tobia, l’angelo Raphael, che si era presentato a Tobia con l’aspetto di un comune mortale, dicendo di chiamarsi Azaria, figlio di Anania, al momento di congedarsi così si rivelò al giovane: "Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (Tobia XII 15): per questo nella teologia cattolica sono considerati gli angeli più importanti del cielo. Durante un Sinodo diocesano convocato da papa Zaccaria e svoltosi a Roma nel 745, da una parte si condannò tutti i nomi degli angeli non evinti chiaramente dalle Scritture, dall’altra si decise una lista ufficiale dei 7 Angeli, che venne inserita nei messali della Chiesa cattolica e cancellata solo nel XIX secolo. Sono chiamati i "7 Occhi del Signore" (vigilano costantemente sulla rettitudine umana), i "7 Troni" (sono gli esecutori della giustizia divina), le "7 Luci Ardenti" (hanno il privilegio di stare davanti al trono del Signore) e i "7 Reggitori del Mondo" (hanno il controllo dei 7 pianeti). In ordine alfabetico erano: Barchiel, Gabriel, Jehudiel, Michael, Raphael, Scaltiel e Uriel. Vedi pure angeli della Presenza.

Sette Arcangeli - Nella Apocalisse di Enoch sono i sette angeli che proteggono i sette cieli, i sette Heikhalot: ognuno di loro comanda su una milizia di 496.000 miriadi (ovvero 4 miliardi e 960 milioni) di angeli.

Sette Peccati Capitali - Secondo la teologia scolastica, si può peccare in tre diversi modi: 1- rivolgere il proprio amore a oggetti sbagliati; 2- amare il bene troppo poco; 3- desiderare il male del prossimo. Nel primo caso si dà origine ai peccati (che sono qui ordinati dal meno al più grave) di [1] Lussuria (= eccessiva volontà di soddisfare i propri piaceri sessuale), [2] Gola (= disordinato ed eccessivo desiderio di mangiare soddisfacendo la propria volontà) e [3] Avarizia (= eccessivo attaccamento ai beni materiali e ai soldi, totale mancanza di generosità); nel secondo caso si origina [4] l’Accidia (= lentezza e pigrizia dello spirito nel fare e nel conseguire il bene). Nel terzo si originano [5] l’Ira (= spropositata manifestazione di rabbia per le ingiurie subite perseguendo il male del prossimo, mancanza della capacità divina del perdono), [6] l’Invidia (= desiderio di possedere/avere le cose degli altri, la posizione sociale, i beni o le abilità oppure di rovinare gli altri per il timore di perdere potere, onore e fama perché essi li possiedono in maggiormente) e [7] la Superbia (= desiderio di primeggiare sugli altri desiderandone la rovina: è il peccato da cui traggono origine tutti gli altri), che è pure chiamata Orgoglio o Vanità.

Sette sigilli - Nell’Apocalisse di Giovanni apostolo, sono i sigilli che sigillano il libro della vita: E vidi alla destra di Colui che siede sul trono [= Dio] un libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli. Vidi poi un angelo possente che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro rompendo i sette sigilli?". E nessuno, né in cielo, né in terra né sotto terra, era capace di aprire il libro e leggervi. (Ap V 1) Sono simbolo dell’impenetrabilità del mistero e del disegno divino, inaccessibile sia agli uomini sia agli angeli.

Shabbat (dall’ebraico: riposo) - La Shabbat (perché, diversamente dall’italiano, è un nome femminile) è il Sabato ebraico; inizia col tramonto del venerdì, e termina con l'apparire delle stelle, il sabato sera. Viene celebrata astenendosi dalle 39 attività prescritte nella Torah, e dedicando il proprio tempo allo studio, alla preghiera, al canto e alla vita famigliare. Parte della celebrazione è il Qiddush, la benedizione recitata sul vino e sul pane, all’inizio dei primi due dei tre pranzi festivi della Shabbat. Ma Shabbat, a partire dall’XI secolo, divenne nel cristianesimo la Sabba, una riunione di streghe e demoni, che avveniva i ben determinati giorni (tipo nella notte di Ognissanti) e ben determinati luoghi (tipo sotto il noce di Benevento), i cui partecipanti adoravano il Diavolo, dandosi a pratiche magiche ed a orge.

Shamain o Shamayim - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il primo dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti (capitoli III-VI) di Enoch è la sede degli ordini degli angeli dei fenomeni atmosferici (pioggia, neve, vento, nuvole, rugiada, grandine...) e di quelli delle stelle e costellazioni.

Shateiel - Secondo A Dictionary of Angels di Gustav Davidson, è l’angelo del silenzio.

Sheol (dall’ebraico: tomba, sepolcro, fossa) - Nella Vecchio Testamento è la regione sotterranea, limite estremo dell’universo, dove confluiscono tutte le anime dei morti, siano esse empie o pie. Esso è luogo di tenebra e di silenzio, senza vita come il deserto, ma di riposo per i defunti: Là cessa il furore dei malvagi, / là riposano gli spossati; / tranquilli vi vivono tutti i prigionieri, / senza più udire la voce dell’aguzzino. / Là si trovano piccoli e grandi, / e lo schiavo è libero dal suo padrone. (Giobbe III 17-19) In molte traduzioni è traslitterato come "inferi" e, benché non si afferma mai che sia stato creato da Dio, soggiace comunque alla Sua autorità: Se si apriranno un varco negli inferi, / di laggiù la Mia mano li afferrerà; / se saliranno al cielo, di lassù li tirerò giù. (Amos IX 2) Secondo gli scritti del cabalista Yosef ben Abraham Giqatilla, è il nome del settimo e più profondo dei sette "gironi" infernali: lì bruciano, in fiamme 420 volte più calde dello stesso fuoco, gli idolatri, i non-circoncisi e gli ebrei che in vita non rispettarono la Shabbat.

Sodoma & Gomorra - Nel libro della Genesi, due città i cui abitanti sono particolarmente empi: gli uomini di Sodoma erano omosessuali, mentre le donne di Gomorra erano prostitute. In Gn XVIII 20-21 sta scritto: Disse allora il Signore: "C’è il grido di Sodoma e Gomorra che è troppo grande, e c’è il loro peccato che è molto grave! Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto il male di cui mi è giunto il grido, oppure no; lo voglio sapere!" Appurato ciò da due angeli che il Signore inviò laggiù, le due città furono spazzate via: Allora il Signore fece piovere sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco, proveniente dal Signore, dal cielo. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti della città e la vegetazione del suolo. (Gn XIX 24-25) Questi passi sono in accordo alla prescrizione del versetto 22 del capitolo 18 del Levitico: Con un uomo non giacerai come si giace con una donna. È un abominio! Secondo l’interpretazione razionalista, questa vicenda biblica riporta alla luce le antiche pratiche della prostituzione sacra delle donne e di quella omosessuale degli uomini: i culti cananei con i quali si poteva entrare in contatto con gli dei per avere fecondità e fertilità.

Soqedhozi - Nella Apocalisse di Enoch è l’angelo a cui è affidata la spada di Dio e che pesa su una bilancia i meriti e i peccati degli uomini: per questi due compiti è uno degli otto angeli della Merkabah.

Stella di Davide (dall’ebraico Magen David: Scudo di Davide) - Esagramma, o stella a sei punte (dalla quale deriva il suo nome più famoso, benché parzialmente errato), formato da due triangoli equilateri che hanno lo stesso centro e sono posti in direzioni opposte; il suo nome deriva dal fatto che era il simbolo sullo scudo di re David, il secondo re del popolo di Israele. Pur essendo un simbolo antichissimo, contrariamente a quello che si possa pensare, divenne simbolo del popolo ebraico solamente a partire dagli ultimi anni del ‘700, i cui membri cercavano un simbolo semplice come la croce dei cristiani per rappresentare la propria fede. Secondo rabbi Elio Toaff è il simbolo che rappresenta l’unione tra di Dio e l’uomo, rispettivamente il triangolo che è rivolto verso il basso e quello rivolto verso il basso.

Stige (in greco Stux ovvero Styx; da stugein, cioè stygeìv: avere timore) - Nella mitologia greca, uno dei cinque fiumi infernali. In La Commedia di Dante (vedi Inferno, canti VII-VIII) scorre nel quinto girone dell’inferno: quello degli iracondi e degli accidiosi. Nelle sue acque fangose, sono immersi tali peccatori.

Teiaiel - Nella Qabbalah è un angelo con il potere di poter prevedere il futuro, e per questo è chiamato angelo del futuro, ma non è il solo ad avere questa capacità e quindi tale titolo.

Temurah (in ebraico: cambio, permutazione) - Così sono chiamate due distinte tecniche della Qabbalah pratica che permettono di ricavare rapporti tra le parole. Con la prima, una lettera di una parola è sostituita ad un’altra che la precede o la segue nell’alfabeto (ebraico), così da poter formare un’altra parola. Con la seconda, l’alfabeto ebraico (che consta di 22 lettere) viene piegato a metà nel mezzo e una metà è sovrapposta all’altra: cambiando alternatamene la prima lettera, o le prime due, si possono ottenere 22 commutazioni diverse. Inoltre, Temurah è anche il nome di un alfabeto usato dai cabalisti, alternativo a quello ebraico.

Trisagium (latinizzazione del greco tris agios, ovvero trìs àgios: tre volte santo) - Inno di lode a Dio che ne esalta la Sua santità riferendogli tre volte l’attributo "santo"; viene cantato dai Serafini dinanzi al Signore e al Suo trono, quindi è anche chiamato "inno serafico". Nella Bibbia è presente in due versione: la prima si trova al versetto 3 capitolo VI del Libro del profeta Isaia ("Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti; / tutta la terra è piena della sua gloria"), mentre la seconda al versetto 8 del capitolo IV dell’Apocalisse di Giovanni apostolo ("Santo, santo, santo / è il Signore Dio, l’Onnipotente / Colui che era, che è e che viene!").

Troni (dal greco qronoi, cioè tronoi: troni) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il terzo coro più importante, facenti parte della prima gerarchia (quella i cui membri sono servitori diretti di Dio). Il loro compito è di essere gli esecutori della divina giustizia, infatti in loro si rispecchia la terza essenza del Signore: la Giustizia. Tale coro è citato nella Bibbia da Paolo: Poiché in lui sono stati tutti gli esseri / nei cieli e sulla terra, / i visibili e gli invisibili: / Troni, Dominazioni, Principati, Potenze. / Tutte le cose sono state create / per mezzo di lui e in vista di lui; (Colossesi I 16)

Universo: vedi i Quattro Mondi e gli Heikhalot.

Uriel (dall’ebraico Ur El: Fiamma di Dio) - Nel Libro di Astronomia di Enoch è un arcangelo al comando degli angeli del quarto cielo (quelli del Sole, della Luna, delle stelle e delle costellazioni). Nel Sefer Razi’el è uno dei sette angeli che stano davanti al trono di Dio ed è uno dei settanta angeli il cui nome, se scritto su un amuleto, protegge i bambini che dormono dagli spiriti maligni. Negli antichi messali della Chiesa cattolica (in seguito cancellati nel XIX secolo), era il nome (in latino tradotto come Lux et Ignis Dei, Luce e Fuoco di Dio) di uno dei 7 angeli "che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore" (vedi Tobia XII 15). In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, si alterna con l’angelo Zuriel come quello del segno zodiacale del Bilancia (in latino Libra). In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Settembre.

Verchiel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, quello del segno zodiacale del Leone (in latino Leo), un comandante delle Potenze. In Dictionnaire Infernal (1825-1826) di Collin De Plancy è l’angelo del mese di Luglio.

Virtù (dal greco exousia, cioè exusìa: autorità) - Nella gerarchia celeste dello pseudo-Dionigi l’Areopagita sono il quinto coro più importante, facenti parte del seconda gerarchia (quella preposta al controllo dell’ordine cosmico). Il loro compito è di dare coraggio a tutti coloro che combattono il male. Tale coro è citato nella Bibbia da Paolo: al di sopra di ogni principe, virtù, potenza, dominazione e di ogni altro secolo, ma anche in quello avvenire. (Efesini I 21)

YHVH (dall’ebraico: io sono, ero e sarò colui che è, era e sarà) - E’ il Nome Ineffabile del Signore, quello con il quale Si definì a Mosé sul "monte di Dio", chiamato "Oreb" oppure Sinai (vedi Esodo III 14): per questo nella religione ebraica è il nome più santo di Dio quello che precede e da cui derivano tutti gli altri. Durante la lettura della Torah al suo posto viene letto "Adonai" (Signore in ebraico) poiché, nell’ebraismo, il solo pronunciarlo è considerato una bestemmia. Viene anche chiamato Sacro Tetragramma o semplicemente Il Tetragramma (dal greco tetragrammaton, ovvero tetragrammaton: parola di quattro lettere). L’esatta pronuncia di questa parola è Jahveh, ma ancora oggi è in auge la pronuncia Jehovah o Geova, elaborata dai teologi cristiani medievali che combinarono erroneamente le vocali con le consonanti Hod, , Vau ed . Ogni lettera del tetragramma YHVH ha anche un valore numerico: questi numeri sommati danno il numero 72.

YHVH minore (vedi sopra) - Sconcertante epiteto dell’angelo Metatron per la religione ebraica, poiché mette, o potrebbe mettere, in discussione il monoteismo. Questo epiteto ha origine nell’Apocalisse di Abramo (testo apocrifo dell’inizio del II secolo a.C.), dove al capitolo 10 si dice che l’angelo Yahoel ha in sé il Nome del suo creatore (ovvero Yaho), rendendolo il possessore di un potere superiore a qualsiasi altro angelo. In seguito tale attributo passerà a Metatron.

Zadqiel (dall’ebraico Zedeq El: Giustizia di Dio) - Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il quarto, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Chashmalim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Chesed che rappresenta l’Amore divino.

Zaphqiel (dall’ebraico: Visione di Dio) - Secondo il cabalista spagnolo rabbi Mosè Maimonide, è il terzo, per importanza, dei dieci arcangeli, è a capo dei Aralim, vive e governa con altri arcangeli l’Olàm ha-Beri’ah, dove riceve la luce della santa sephirah di Binah che rappresenta la Conoscenza o Intelligenza divina.

Zebul (dal caldeo: dimora oppure residenza) - Nella cosmologia degli Heikhalot, è il nome del sesto dei sette cieli. Nel Libro dei Segreti (capitolo XIX) di Enoch è la sede degli angeli della creazione.

Zuriel - In The Magus di Francis Barrett (1801 d.C.) è uno degli angeli dello Zodiaco, si alterna con Uriel come angelo del segno zodiacale del Bilancia (in latino Libra), membro dei Principati. Nel Sefer Razi’el è uno dei settanta angeli il cui nome, se scritto su un amuleto, protegge i bambini che dormono dagli spiriti maligni.