Note: La parte scritta in grigio fa perte del 15mo volumetto, sono le parole che Anael dice a Zaphkiel riportate esattamente. Sono, inoltre, le parole dalle quali è nata l'idea per la fic e le parole che racchiudono il titolo.  Anael in questa fic appare estremamente insicura e, devo dire, non è esattamente come la vedo. E' come se l'avessi ritratta in un momento di fragilità. Non so se ho reso bene la paura dell'angelo di non essere capita e di essere dimenticata...

***

...ci sono ancora cose prezione

 

La stanza è buia, solo un raggio di luce penetra attraverso le imposte e gioca fra i tuoi capelli cobalto. Filo dopo filo, li accarezza e ci si perde, per poi scomparire. Dormi, ma io sono sveglia già da diverso tempo, guardo questo sottile raggio e ne sono quasi gelosa, perché può sfiorarti senza recarti alcun disturbo, scruto ogni sfaccettatura della sua luce su di te,  voglio che ti svegli e osservi questo piccolo miracolo d’oro che sospira calore e mi lascia qui, ansiosa di rivedere i tuoi occhi, inebriata del tuo odore che ha permeato la stanza e le lenzuola.

Come sei bello, seminudo con quel tuo viso finalmente rilassato, senza né ombre né maschere, sereno. Ogni volta che siamo al di fuori di questa luogo l’abito che indossi ti copre e ti oscura.

Chissà, m’illudo che questo significhi che non mi temi, m’inganno che questo significhi che mi permetta di entrare in quella che è la tua anima e che mi renda custode delle sue chiavi. Al di fuori di queste mura, ormai, le tenebre hanno avvolto ogni più recondito anfratto di questo nostro mondo, ma qui dentro posso finalmente socchiudere gli occhi e lasciarmi andare.

E’ il piccolo raggio di luce, la mia anima, che tenta d’illuminare una stanza troppo grande, ma che, non per questo rinuncia, ma s’intreccia ai tuoi capelli e muore sulla tua pelle. La semioscurità che viene a generarsi sembra quasi densa, appare quasi gravare sui miei sensi. S’insinua sottopelle, questa malinconia d’ombra che impera sulla stanza, ma il tuo respiro ritmico mi rassicura perché so di averti vicino. Il chiaro e lo scuro sembrano le due parti della tua anima, i due volti di ciò che io amo, la lotta di un fragile raggio nell’ombra che, forse proprio perché unico e raro, pare d’oro.

Che questa notte sia un monito di Dio? Mio amato Zaphkiel, non so più niente, non riesco a comprendere perché d’amore si debba morire, perché il peccato sia diventato per me vita, perché ogni certezza si sia frantumata, lasciandomi cadere fra le tue braccia.

Posso forse stringerti e chiedere che il Signore ci perdoni? Se è questo che nostro Padre vuole, se richiede la mia vita in cambio della tua luce, va bene, è poca cosa la mia esistenza confronto a quei tuoi occhi senz’anima. Che sia stata, anche lei, abbandonata nelle tenebre? Dimenticata, avrà cercato invano il suo padrone, boccheggiando per quest’afa dal profumo di zolfo.

Tu sei malvagio… eppure i tuoi occhi così belli non riflettono nessuna verità. In che modo potrei farti capire? Se riuscissi a spiegarti solo stringendoti a me. Vorrei farti comprendere che in questo mondo che hai abbandonato ci sono ancora delle cose preziose… Cosicché si accenda una luce nei tuoi occhi ormai spenti…

I tuoi occhi anche se sono aperti non riflettono alcuna luce. Come posso farti capire?

Non posso, probabilmente quel riflesso rosso che a volte mi sembra di intravedere nel tuo iride è solo il sangue che è stato versato e che t’ha reso privo di luce.

Eppure, questo fascio d’oro non ti teme, sa che la strada è smarrita, ma può essere ritrovata, che questo mondo è  solo perché l’hai messo in disparte per non vedere quel che era, per non impazzire e per conservare il tuo cuore.

Vorrei disfare questa brina da cui ti sei lasciato avvolgere, vorrei ritrovare la verità che nascondi, ma forse sono solo un’egoista. Perché tentare di togliere quest’alone di nebbia che ti sei creato attorno? E’ fitta, sembra cristallo, come il tuo cuore, ma questo, come del resto il più prezioso degli oggetti, sarebbe frantumato dal più lieve dei movimenti.

Posso esserne io la custode, posso prenderlo con me ed amarlo contro le leggi universali e a dispetto di ciò che sono?

Ecco ancora l’egoismo di una stupida, il mio vano tentativo di farti capire che tutto questo, che la luce che vorrei essere e che ricerco nei tuoi occhi è il tuo Io che voglio per me. Ma questo, non riesco a dirlo né ad esprimerso se non con un abbraccio, se non col tremore delle mie labbra quando si avvicinano alle tue.

Uccidimi, se è questo che vuoi, ingannami, ma accettami.

 

Le tende vengono scosse da un alito d’aria e il raggio di luce trema, scompare e poi riappare, prima timido, poi più intenso. Per un istante la stanza s’era immersa nel buio, ma ora è di nuovo accarezzata dall’oro che disperde il suo bagliore sulle tue ciglia. Socchiudi gli occhi e l’incanto che s’impadronisce del mio pensiero scaccia tutto il resto e rimango in estrasi di fronte a quest’iride di Dio, senza riflesso alcuno, ma incantevole…

Non guardarmi, ho paura di non essere sufficientemente bella per non farmi dimenticare,  per non oscurarmi dopo il fremito del vento.

Mi stai ascoltando, mio Zaphkiel, quel tuo sguardo significa forse che stai prestando attenzione a ciò che si affolla nella mia mente?

Mi guardi e mi spogli di ogni difesa, posso farti capire solo da queste mie carezze?

Ci sono ancora cose preziose, in questo mondo, non abbandonarle, curatene perché loro hanno bisogno di te, ritrova la tua anima e lascia che la guardi, solo così potrò morire felice…

Sollevi la mano e m’accarezzi il viso con uno sguardo così dolce da commuovermi, mi porti vicino a te e porti le tue labbra sulle mie baciandomi. Vorrei che quest’istante fosse per sempre.

In questo bacio infino, piangi e le lacrime mi bagnano la pelle, rigano prima il tuo, poi il mio viso, tracciando disegni destinati ad asciugarsi e scomparire.

Una tua lacrima bagna le mie palpebre e mi accorgo che è piena di riflessi, colori che s’intrecciano e brillano.

Era in queste lacrime che celavi il tuo spirito e che avevano prosciugato i tuoi occhi? Per aver troppo pianto, il tuo sguardo era privo di colore?

Lavato da  questo tuo piangere era così limpido, ma senza riflessi.

E’ questo il luogo della tua anima?

Stingimi, non lasciarmi andare ed io consolerò questo tuo essere così bello, perché la mia vita è solo tua e di queste lacrime che racchiudono cose preziose.

 

 

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