La parrocchia di San Lorenzo in Verolanuova   Angelino2.gif (1091 byte)
                                                                                                                         Benvenuto don Luigi                      

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Senza Problemi

 

di Rino Bonera

 

Un ponte. Un lungo ponte. Non poche le arcate. Tante, comunque, quanti sono i secoli trascorsi da quando Verola e la sua chiesa nacquero. Arcate costruite dai verolesi. Guide: i parroci. Parroci più o meno noti; più o meno degni. Ma che conta? La loro storia è cronaca. Il giudizio, però, è di Qualcuno al di sopra di uomini e cose. (Meglio, perciò, cercare la trave nei propri occhi... No?).

Di fatto le arcate sono state gettate. I secoli: l’uno collegato all’altro. Parroci che, all’inizio di uno, ne hanno gettato le fondamenta; altri che hanno sviluppato la secolare arcata; altri ancora che, l’hanno conclusa. E via dicendo.

* * *

Sfilano, sul ponte, le generazioni. Solide sponde ne proteggono il cammino. Tutti procedono sicuri. Li guida una calorosa luce che li illumina. Ciascuno avanza a modo suo: chi godendosi luce e calore, chi infischiandosene dell’una e dell’altro. La meta, poi...

Ed ecco: l’ultima arcata: alias ultimo secolo. La chiude, alla fine del XIX, e ne apre una nuova - inizio del XX - il prevosto Francesco Manfredi, a Verola dal 1896 al 1926. Dopo di lui: Mons. Nicostrato Mazzardi (1927 -1954) e Mons. Pietro Faita (1955 -1975) costruiscono il lungo vòlto.

Dal 1975, poi, è a Mons. Luigi Corrini che spetta chiudere la campata, gettare le fondamenta e dar inizio a quella del XXI secolo. Manfredi - Corrini: un binomio strettamente legato. Il primo: per le opere realizzate; il secondo: per aver riportato le stesse al primitivo splendore e ristrutturato quelle dei suoi predecessori.

Dirà la Storia a chi i meriti maggiori. A noi, o almeno a chi ha occhi per voler vedere, il dovere di prendere atto e non dimenticare.

* * *

Al Mons. Luigi che ha chiuso la campata del XX ed iniziata la costruzione di quella del XXI si affianca, ora, un altro don Luigi. È il segno premonitore della continuità. Grandi e gravosi sono gli impegni che lo aspettano. Dubbi? Timori?

E che: vogliamo scherzare? E l’Angelo che ci sta a fare? Inchiodato e volteggiante sempre là sopra, su quella ultratricentenaria cupoletta?

Suvvia! È lui che ha fatto da ponteggi sicuri al nascere e crescere d’ogni arcata. Lui s’è sempre messo di buzzo buono. Ha disteso le sue ali a mo’ d’impalcatura consentendo le più solide costruzioni. E così, sempre, per un ponte che non crollerà mai né conoscerà cedimenti. Ma: davvero qualcuno lo aveva proprio dimenticato l’Angelo? Vero: è troppo discreto per strombazzare la sua opera. Gli piace essere pensato sempre lassù. Anche da chi gli lavora accanto e non s’accorge di lui. Ma lui... Senza problemi: è ovunque. Il vero problema è soltanto nostro. Ma su quel ponte possiamo sfilare tranquilli.

Rino Bonera


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Angelo 10-2003 Parrocchia di Verolanuova Angelo di Verola