La parrocchia di San Lorenzo in Verolanuova   Angelino2.gif (1091 byte)
                                                                                                                         Grazie don Giovanni                     

.


Concelebrazione di saluto alla Comunità
Domenica 22 settembre, ore 18,30

OMELIA DI DON GIOVANNI

 Eravamo al Volano, durante il secondo turno del Camposcuola. Vedevo i volti sereni dei ragazzi, contenti di essere insieme, così, semplicemente, in uno di quei momenti un po’ magici che avevano saputo creare. Li osservavo e pensavo che, per me, era uno degli ultimi momenti con loro; non ci sarei stato più io con loro e non avrei avuto modo di seguire, per quanto ne sono capace, la loro crescita. Pensavo anche: "Però sono in mano tua, Signore: nelle mani più sicure; con loro ci sei Tu, poco importa che ci sia io."

È così: un prete va, un altro viene: Lui rimane sempre. È ciò che conta. Da una comunità si passa ad un’altra e trovi sempre e comunque Lui, da amare e servire nelle persone che incontri.

Lui sempre e comunque, perché in Lui, nel suo infinito Cuore, ci ritroviamo tutti, anche se geograficamente distanti. Lui, perciò, dev’essere al centro della nostra attenzione di questa sera. Il rischio di celebrazioni come questa e come altre in questi giorni è quello di mettere al centro qualcuno —in questo caso io— che non è Lui.

Siete qui in tanti questa sera. Grazie, perché siete qui. Ma è importante che, a quest’ora o ad altre ore, ci siate sempre, anche le altre domeniche: a cercare Lui, che sempre "si fa trovare" (1a lett.) da chi "lo cerca con cuore sincero (ps. resp.). È importante esserci per Lui. Perché uno dei più grandi fallimenti per un prete, sarebbe quello di rendersi conto di aver legato la gente a sé, ma non a Gesù Cristo. Viceversa, motivo di gioia per lui è sapere che le persone con cui ha vissuto rimangono unite a Gesù Cristo, perché lo erano per davvero anche prima; poter pensare di essere stato strumento, più o mneo efficace (e nemmeno l’unico) attraverso cui lo Spirito santo ha condotto altri all’incontro con il Signore Gesù.

Ma l’essere stato strumento non è motivo per ritenere di avere meriti né di fronte a voi, né, tanto meno, davanti al Signore; è stato semplicemente il tentativo di corrispndere ad un dono.

Nei miei bilanci di fronte al Signore so comunque di essere stato manchevole in questa risposta. Sento bisogno di chiedere perdono, a Lui e a voi. Ho già espresso questa richiesta nel mio saluto sull’"Angelo". Vorrei appena aggiungere che mi dispiace non solo per il mio temperamento che mi rende abbastanza facilmente infiammabile e impaziente e perciò non sempre serenamente abbordabile, ma anche per le volte che posso aver dato l’impressione di essere altero o lunatico: quante volte, dopo aver incontrato una persona lungo la strada mi rendenvo conto di non essermene accorto e di non averla perciò nemmeno salutata, perché con la testa ero da qualche altra parte, assorbito dai miei pensieri.

Sull’ "Angelo" ho già espresso anche i miei sentimenti di gratitudine. Pure per questi non sto a ripetermi, per non dilugarmi e vi rimando alla lettura di quelle pagine. Desidero solo esprimere quanto là non ho detto: il ringraziamento per questi giorni. Avevo messo in conto il salutarci da fratelli e buoni amici, ma non avevo minimamente preventivato le attestazioni di stima e di affetto di questi giorni, i tanti doni e le mille premure: tutte cose che mi confondono e da cui mi sento come travolto.

Grazie a chi ha pensato le varie "sorprese", a chi ha preparato e animato le celebrazioni di questa domenica, don Giampaolo, gli altri confratelli e altri ancora, oltre, questa sera, al nostro coro parrocchiale.

Avete fatto e state facendo, voi, tanti, festa a me, che sono uno. In realtà dovrei fare io festa a voi, per ciascuno di voi: è la logica dei numeri e la matematica non è un’opinione; è molto più ciò che io da voi ho ricevuto di quanto, per grazia del Signore, posso aver dato.

È il debito tutto speciale che ho nei confronti di Verola: voi avete accompagnato i primi passi del mio sacerdozio e il cammino che ho compiuto finora: ho imparato qui a fare il prete e ad essere prete: l’ho imparato da don Luigi che ha saputo essere per me padre, fratelli e modello di dedizione, l’ho imparato dagli altri confratelli nel sacerdozio, ultimamente da don Giampaolo (con don Valentino, in questi giorni di insolita compresenza, dovuta a circostanze non volute, ho potuto realizzare un’amizia sacerdotale); l’ho imparato dalle nostre suore di ieri e di oggi, dagli adulti, dagli anziani e dagli ammalati abbandonati al Signore, da coloro che in tutti questi anni con me hanno lavorato in Oratorio, o sono stati collaboratori della Parrocchia e nella bella realtà delle Diaconie; l’ho imparato stando con i giovani, i bambini, con i "miei"ragazzi (passatemi questo possessivo affettuoso). Se è vero che, come dicevo, posso essere stato strumento per voi nelle mani del Signore, è vero che sicuramente voi lo siete stati in mano sua nei miei confronti.

Rendiamo grazie perché lo Spirito ci ha fatti gli uni per gli altri strumenti di grazia, nel lungo tratto di strada che abbiamo percorso insieme in questa parte della "Vigna del Signore" che è la comunità cristiana di Verolanuova.

Essere strumenti nelle sue mani: è grande grazia e onore. È strumento nelle mani del Signore il prete per la gente e la gente per il prete, i coniugi l’uno per l’altra, i genitori per i figli e viceversa, chi offre un servizio per chi lo riceve e chi ne è beneficato per chi lo dona, e via dicendo: in modi diversi, tutti, guidati dallo Spirito, siamo operai nella Vigna del Signore, anche chi si sente inutile e non può fare altro che offrire la sua preghiera, la sua sofferenza e la propria solitudine, anche chi offre il suo impegno a servizio della comunità civca, i cui rappresentanti ringrazio di essere qui, questa sera.

E allora, voi lo state dicendo a me, io lo dico di nuovo a voi: grazie. Soprattutto insieme lo diciamo al Signore. La tristezza del distacco, che questa sera consumiamo, e che diventerà ancor più concreto domenica 6 ottobre, potrebbe indurre al rimpianto. Invece è il rendimento di grazie al Signore che deve dominare il nostro cuore per il bene che ci ha donato e di cui ci ha fatto vicendevole tramite. Celebrare insieme l’Eucaristia è il rendimento di grazie più bello che possiamo rendere al Signore, "paziente e misericordioso, ricco di grazia" (ps. resp.). Eucaristia, ve l’ho ricordato varie volte, significa appunto "rendimento di grazie".

La mia preghiera per voi prende spunto dalla Parola di Dio proclamata poco fa.

"Io piego le ginocchia davanti al Padre, perché vi conceda di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito (non dimenticatevi dello Spirito santo). Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità" (cfr Ef. 3, 14-17) sempre cerchiate il Signore, che si fa trovare (1a lett.), perché sempre continuiate a lavorare nella sua "vigna", a vivere, come diceva Paolo (2a lett.) da "cittadini degni del vangelo", da cristiani, nelle diverse situazioni in cui l’ordinarietà quotidiana vi trova impegnati: famiglia, lavoro, scuola, amicizie, svago. È la via cristiana alla santità. Come scrive il papa ai giovani, non abbiate paura ad essere santi.

La paga, per chi lavora nella Vigna del Signore non è qualcosa, ma è Lui stesso. Ve l’ho detto tante volte che Dio quando fa qualcosa, lo fa da Dio: quando dona non dà qualche cosa, ma dà tutto: dà se stesso.

Camminando verso la santità, alla quale tutti siamo chiamati, prego perché sperimentiate "la gioia della vostra fede" (ancora s. Paolo, 2a lett.), la gioia di essere suoi, gratuitamente amati.

Ce ne renda capaci lo Spirito, che invochiamo attraverso l’intercessione della B. V. Maria, del nostro patrono s. Lorenzo, dei ss. titolari delle Diaconie e dei nostri due concittadini beati.


Verolanuova, 21 e 22 settembre 2002

Benedizione di s. Chiara
al termine delle celebrazioni eucaristiche

 

C.: Il Signore vi benedica e vi custodisca

T.: Amen

C.: Mostri a voi la sua faccia e vi usi misericordia; rivolga a voi il suo volto e vi doni la pace.

T.: Amen

C.: Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui.

T.: Amen

C.: E la benedizione di Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

T.: Amen

Torna in cima alla pagina

Torna al Sommario


Home Archivio 2002 Home Archivio
Angelo Settembre 2002 Parrocchia di Verolanuova Angelo di Verola