Sul lungomare
il Luna Park non ci può stare-
ed è giusto, potrebbe inquinare,
e i carrozzoni non son belli da guardare.
Ma io sono un bambino,
non posso come voi
prendere l’auto e andare.
Io per partire
ho bisogno dei cavalli della giostra
che girano in tondo
per girare tutto il mondo,
i cavalli finti e colorati
che sono sempre più veri
dei reality e degli sceneggiati.
Io sono un bambino
e per volare
ho bisogno dei dischi volanti
del luna park
che vanno su e giù
con le luci scintillanti,
oppure del trapezista
vestito d’oro,-
mentre lo guardo anch’io volo.
Gli animali in gabbia
non ci devono stare,
non è bello costringere un orso a ballare,
non è nella sua natura-
ma forse nemmeno il contadino
si diverte a zappare,
e nessuno vorrebbe stare
in uffici senza sole come miniere
o in fabbriche con ciminiere
che inquinano come il luna park.
Io sono un bambino,
voglio entrare nel tunnel dell’orrore,
e guardare negli occhi il leone
per avere paura,
ma una paura pulita
che sa di vita,
non la paura che non ti fa dormire,
la paura cattiva,
di quando vedo in tv che bambini come me
possono morire
o perdere le gambe su una mina.
Io voglio i cavalli di legno,
il mago e il tirassegno,
voglio l’elefante ammaestrato,
il pagliaccio e lo zucchero filato.
Dite che non si può?
Non me ne importa niente,
cercate di rimediare,
siete grandi, saprete come fare,
io no,
io sono un bambino.