GIUSEPPE CHE VOLLE ESSERE JOSEPH-MARIE



A Samois-sur-Seine, un piccolo centro non lontano da Parigi, la Biblioteca Comunale ha un nome italiano: Bibliotheque Lo Duca. E’ dedicata a Joseph-Marie Lo Duca, scrittore e artista di vasta cultura, la cui attività intellettuale spaziò in molteplici direzioni sempre ai massimi livelli.
Fu critico d’arte, giornalista, studioso di cinema e di arte erotica, autore di romanzi e cortometraggi, co-fondatore insieme ad André Bazin dei Cahiers du Cinéma(1951), la storica rivista di critica cinematografica francese che ospitò testi di autori fondamentali della Nouvelle Vague come Éric Rohmer, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard, Claude Chabrol e François Truffaut, autore di una Storia del Cinema tradotta in più di dodici lingue. Le biografie “ufficiali” lo dicono di origine siciliana, nato a Milano nel 1905 secondo alcune fonti, nel 1911 secondo altre; ma se vogliamo prestar fede a Leonardo Sciascia, che lo conobbe ed intrattenne con lui una stimolante corrispondenza, era “siciliano di Cefalù”. Il suo primo libro, “La sfera di platino”, scritto nel 1927, affascinò il padre del futurismo Filippo Tommaso Marinetti, che volle scriverne la prefazione. Si trattava di “un’utopia fantastica”- un fantasy, si direbbe oggi- che precedeva di pochi anni “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley a cui spesso è stato paragonato, e fu pubblicato con successo anche in Francia con prefazione dell’ etnologo francese Marcel Griaule. Giuseppe Lo Duca aveva già delle conoscenze e degli estimatori in Francia quando negli anni Trenta vi si rifugiò, racconta Sciascia in « Nero su Nero », per evitare le conseguenze giudiziarie di un duello con lo scultore Arturo Martini : « Scappò a Parigi per qualche settimana, il tempo di far dimenticare alla polizia quella piccola infrazione : e ci restò invece per tutta la vita ».
Il 1935 dovrebbe costituire il terminus post quem, dato che in questa data avvennero a Vado Ligure le nozze tra la sorella di Lo Duca, Caterina, e il poeta d’avanguardia Emilio Villa, nozze a cui era invitato anche Arturo Martini che regalò una sua scultura agli sposi.
Dopo la fuga in Francia, trasformatasi in scelta di vita definitiva, Giuseppe diventa Joseph-Marie, si stabilisce a Samois-sur-Seine, e da allora in poi scriverà sempre in francese.
Iniziò a farsi apprezzare per le sue monografie dedicate a Rousseau il Doganiere e a De Chirico; seguirono moltissimi scritti di vario argomento, dall’arte al fumetto all’astronomia, ma soprattutto incentrati sulle sue due grandi passioni, il cinema e l’eros: Eros im Bild (1942), che vanta una prefazione di George Bataille, L’erotismo nel cinema (1945), Storia dell’erotismo (1968), Dizionario di sessuologia (1972), Manuel des confesseurs (1982), Luxure de luxe, arte erotica nei fumetti da Botticelli a Lichtenstein (1983)-uno splendido album che individua un collegamento tra i noti disegnatori di fumetti Pichard, Crépax ,Lauzier, Tardi e i grandi maestri del passato. Ma Lo Duca nella sua poliedricità sperimenta anche altri percorsi, scrivendo “Louis Lumière inventore” (1948), “Le dessin animé” (1948) con prefazione di Walt Disney, una introduzione al libro di Elio Vittorini "Conversazione in Sicilia", e in collaborazione con Federico Fellini "La dolce vita" uscito nelle Edizioni J. Pauvert.
Per Pauvert, editore di Bataille, dei testi esoterici di Fulcanelli e del famoso Histoire d’O, Lo Duca curò la BIE (Biblioteca Internazionale di Erotologia), la più famosa collana erotica del mondo, importante non solo per l’aspetto testuale ma anche per la ricca documentazione iconografica, all’interno della quale fu ripubblicato il suo libro forse più noto, “Il Diario segreto di Napoleone Bonaparte , con prefazione di Jean Cocteau: “un apocryphe plus vrai que nature”, per il quale André Breton aveva scritto alla sua prima uscita nel 1948 un’entusiastica nota critica.
Nel 1999 Radio France gli dedicò una serie di trasmissioni curate da Guillaume Baldy, “A voix nude, grands entretiens d’hier et d’aujourd’hui” che ne tratteggiavano le qualità di intellettuale, polemista, spirito libero che si espose negli anni Sessanta per le battaglie contro la censura in nome del diritto all’espressione dell’Eros.
Del 2001 è l’ ultimo libro, “Les mines de Sodome”, tre racconti in linea con il suo stile di sempre, al tempo stesso essenziale e visionario, dal linguaggio denso di giochi di parole, allusioni, rimandi.
Erudizione, emozione, fantasia si intrecciarono singolarmente in quest’uomo straordinario che diresse il Centro Internazionale di Documentazione Cinematografica di Parigi, che annoverò tra i suoi amici André Breton, Jean Cocteau, George Bataille, Pierre Molinier, Paul Valéry, Leonardo Sciascia, che seppe trasformare l’autoreferenziale sessualità dei siciliani, oscillante tra i due poli del gallismo esibizionista e della cupa libido, in dimensione dell’eros maturo con i suoi sconfinamenti e le sue ossessioni, a cui dare valore laicamente come ad una delle espressioni della vitalità e creatività umana.
Joseph-Marie Lo Duca morì a Fontainebleau nel 2004, il 6 di Agosto, data in cui a Cefalù si festeggia il SS. Salvatore patrono della città. Strana coincidenza per uno che era originario di Cefalù. O che forse ci era nato.




Angela Diana Di Francesca