Effetto cinema : Comizi d’Amore di P.P.Pasolini


Una piazza di un paese del sud, filmata in un luminoso bianco e nero; alcuni bambini dai 7 ai 10 anni circondano un intervistatore che si vede di spalle. Ridono fra di loro, scambiandosi qualche sguardo d’intesa, perché la domanda che l’intervistatore rivolge loro è un po’ maliziosa: “Tu mi sai dire come sei nato?Lo sai come nascono i bambini?” Tra i piccoli intervistati, tutti incuriositi e sorridenti, qualcuno più timido risponde con “ ‘nzu”, il tipico suono di negazione siciliano, qualcun altro, più sfrontato, sostiene di sapere tutto sull’argomento e viene aizzato dagli altri: “U sai? Diccillu, diccillu!”. Siamo nella piazza Duomo di Cefalù, nel 1963, l’intervistatore è Pier Paolo Pasolini, il film “Comizi d’amore”, una straordinaria inchiesta sugli italiani e il sesso negli Anni Sessanta.
Nei libri e nelle brochures su “Cefalù set cinematografico” compilati dall’Azienda di Turismo o dal Comune non troverete traccia di questo film. Eppure Comizi d’amore, che, come spiega lo stesso Pasolini, si propone di “capire e riferire fedelmente” il pensiero e il comportamento degli italiani nei confronti del sesso, è un film importante dal punto di vista culturale e sociologico. L’inchiesta si sviluppa toccando varie città e paesi d’Italia, del Nord e del Sud, facendo parlare gli italiani di ogni età e affiancando alle interviste della gente comune il commento di personaggi dello spettacolo e dello sport, e di personalità della cultura come Alberto Moravia, Cesare Musatti, Ignazio Buttitta, Giuseppe Ungaretti, Camilla Cederna, Oriana Fallaci.
Colpisce, nel film, la delicatezza e la spontaneità di Pasolini nel rivolgere le domande e nel sollecitare un dialogo su un argomento così difficile per quei tempi, e il suo atteggiamento di rispetto e di amarezza insieme nei confronti della realtà siciliana. Pasolini osserva tra l’altro la differenza tra Nord e Sud nella condizione femminile, nota che in Sicilia le donne sono “inavvicinabili” ed è impossibile intervistarle e si complimenta con una ragazza di Camporeale che per prima ha accettato di parlargli. La realtà siciliana che emerge dal film è molto diversa da quella che immaginiamo nei “favolosi anni Sessanta”: pregiudizi e ignoranza, totale separazione tra i sessi, sopravvivenza di culture patriarcali.
Come afferma Moravia, Comizi d’Amore è il primo esempio di cinema-verità sull’argomento sesso in Italia: “ Per la prima volta in Italia si parla della questione sessuale, un argomento tabù non solo sullo schermo ma anche nei salotti e nelle conversazioni abituali”.
Per questo, anche se Cefalù vi appare in poche scene, è giusto recuperare la memoria di questo film singolare e innovativo, di recente oggetto di una riscoperta.
Purtroppo, sebbene nel 1963 Pasolini fosse già noto come scrittore, e come cineasta avesse già diretto Accattone e Mamma Roma, non gli furono fatte interviste, né vi sono foto del set. Del film “dimenticato” restano solo quelle scene in bianco e nero che fissano la Cattedrale e la piazza, e i visi divertiti e sorridenti dei bambini, tra cui si riconosce qualche affermato professionista, oggi “splendido cinquantenne”. I bambini di allora avranno dimenticato l’intervista di quel lontano giorno del 1963, e non sanno di aver parlato a tu per tu con uno degli intellettuali più discussi e più incisivi del Novecento.



Angela Diana Di Francesca