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COLA PESCE
(una leggenda siciliana)



C’è un paese di Sicilia che dal mare è carezzato, e un bambino un po’ speciale che del mare è innamorato. Sa tuffarsi nel profondo, dove il blu diventa buio, sa raggiungere i coralli, ogni pesce è amico suo. Fanno festa nel vederlo i delfini e le Sirene, gl’ippocampi e i pesci d’oro, le meduse e le balene. Nei suoi sogni egli si vede, trasformato in dio marino, traversare i mari immensi a cavallo di un delfino. E’ Nicola, detto Cola; la sua mamma ogni mattino prega: “Basta stare in mare! Sei un pesce o sei un bambino?” Ma a ubbidire a quel consiglio Cola proprio non riesce, e la gente del paese già lo chiama “Cola Pesce”. Passa il tempo e Cola Pesce è un ragazzo bello e biondo- le sue gesta coraggiose sono note in mezzo mondo. Un bel giorno il Re in persona, cui di Cola è giunta nuova, vuol tentarne la bravura, vuole metterlo alla prova. “Senti bene, Cola Pesce, getterò il mio anello in mare: sarà tuo se ti riesce di poterlo ripescare. “Sì, Maestà” Si tuffa Cola nell’azzurro più profondo, e qui vengono in suo aiuto le creature di quel mondo. Per trovare quell’anello tutti i pesci fanno a gara, e in un’ora Cola Pesce compie la prodezza rara. Trionfante riemerge con l’anello nella mano: “Soddisfatto è il desiderio che esprimeste, mio sovrano”. Il sovrano, stupefatto dell’impresa realizzata dice:”Bravo, Cola Pesce, la tua fama è meritata. Ma domani un’altra prova tu per me dovrai tentare, un’impresa strana e nuova che tu solo potrai fare. Dell’audacia del tuo cuore devi darmi un altro segno, e guardare dove stanno le radici del mio regno. Dove poggia la Sicilia? Torna a dirmi questa cosa, e fin d’ora ti prometto: ti darò mia figlia in sposa.” “Maestà, tempo tre ore, tornerò dal mio viaggio; la risposta che chiedete ve la reca il mio coraggio”. Passan tre, quattro, sei ore, si diffonde lo sconforto. Quanto tempo in vana attesa! Cola Pesce, che sia morto? Vivo è invece Cola Pesce; camminando in fondo al mare ha scoperto un gran segreto che nessun può immaginare. La Sicilia a tre colonne tutte d’oro sta poggiata; due son solide e son forti, ma una sola s’è incrinata. E se crolla, la Sicilia va a finire dentro il mare. Cola afferra la colonna, la Sicilia vuol salvare. La Sirena Smeraldina che di Cola è innamorata, del gran mare è la Regina, e una via l’ha già trovata: “Per salvare la tua terra chiamo il popolo del mare, ma devi essere mio sposo, non mi devi più lasciare! Sai che il mondo che è sommerso ubbidisce al mio comando; al gran popolo del mare la Sicilia raccomando. Tutti adesso con amore la tua terra sosterranno, e i coralli una barriera fitta fitta formeranno. E noi insieme regneremo sull’immensità marina; qui felici noi vivremo nell’oscurità azzurrina”. Le rivolge Cola Pesce un sorriso ed un inchino: “Amo il mare e torno al mare, è nel mare il mio destino”. Quando sembra ormai perduto, e sta tramontando il sole, riemerge Cola Pesce, dice al Re queste parole: “Sopra tre colonne d’oro La Sicilia sta poggiata. Col passare dei millenni una adesso s’è incrinata. Maestà, devo restare qui nel mare più profondo; se non reggo la colonna la Sicilia scende a fondo”. E scompare Cola Pesce con l’anello prezioso da portare a Smeraldina come suo dono di sposo. Cola Pesce ha realizzato Il suo sogno di bambino: vive insieme alla Sirena, trasformato in dio marino. E i delfini e i pesci d’oro che ora al suo comando stanno, per mille anni e forse ancora la Sicilia sosterranno.

©Angela Diana Di Francesca



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