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"Il Problema del libro di Testo obbligatorio" di Antonio Piu Innanzitutto ci chiediamo se all'interno della scuola siano rispettate, o almeno fortemente ricercate, tre libertà, peraltro auspicate dagli ultimi studi di Riforma della Scuola: la scelta della scuola dove studiare; l'autonomia didattica degli insegnanti; il diritto dello studente di ricevere un corredo di informazioni, di indirizzi culturali, e di confronti, che nel caso particolare della storia e della filosofia, debbono essere pluralistici e rispondenti agli imperativi della nostra Costituzione. Una reale soluzione di questi tre nodi permetterebbe, non solo ai nostri alunni, ma anche ai docenti e a tutte le persone desiderose di verità culturale e storica, offese da tanti anni di egemonia e monopolio, di trovare il senso della comune appartenenza a una storia politica che non può più svolgersi solo sul binomio fascismo-antifascismo" I ragazzi di oggi, nelle scuole, hanno bisogno di conoscere la storia dell'Italia, dell'Europa e del mondo, in modo completo e obiettivo più di quanto diversi libri di testo non dicano e secondo parametri che non richiamino più il binomio sopraccitato. Qual è quindi il motivo di tanto clamore per un atto che denuncia un tema reale, ossia il tema di come viene violata la libertà della scuola? La sinistra nasconde il fatto che nei testi di certi libri c'è il segno di una cultura marxista, ideologica e acritica degli eventi, specie della guerra e del dopoguerra. Nei libri che noi critichiamo, la parola "comunismo" non è mai citata, o al massimo è sostituita da ,"stalinismo", quando non c'è qualche storico che va oltre fino a dire che la "figura di Stalin" era la risposta a un profondo bisogno di stabilità e di certezza "perché in quel clima di continui e violenti mutamenti appariva rassicurante nella sua immensa autorità e nella sua salda permanenza al potere". Stalin è stato quindi un sicuro presidio di stabilità del governo? Credo che anche da questo piccolo esempio si possa notare che una carenza ci sia in effetti nello studio che viene offerto dai libri di storia nel nostro paese. Ed aggiungo anche che trovo che la ricostruzione della storia del paese, dell'Italia, dell'Europa, del mondo nei nostri libri scolastici ha una altra grossa carenza: non mette in rilievo ciò che sono stati i gulag, i campi di concentramento russi, le foibe; non mette in rilievo ciò che ha rappresentato il muro di Berlino e le conseguenti responsabilità che anche in ordine a questo tema hanno avuto partiti politici che oggi si distaccano completamente da quel periodo ma che resta pure un periodo della storia del nostro paese. Palmiro Togliatti, il giorno della morte di Stalin lo esaltò come il più grande uomo della storia del nostro secolo. Dobbiamo dire e far conoscere questo ai nostri studenti oppure dobbiamo cancellare invece questa parte della storia dell'umanità che coinvolge anche la storia italiana? Io non penso che questo "tritume ideologico" di sinistra debba essere, nei libri di storia, controbilanciato, per una improbabile par-condicio, con la riscrittura della storia "vista da destra". Scrivere e diffondere nelle scuole menzogne non è solo una licenza all'intossicazione dei giovani, ma violazione di precetti costituzionali. Insegnare la menzogna storica limitando la libertà impedisce "il pieno sviluppo della persona umana", violazione particolarmente grave quando riguarda gli scolari. Tollerare la diffusione sistematica della menzogna storica non "promuove lo sviluppo della cultura". Si occupi dunque la scuola, il mondo della scuola, a risolvere dall'interno della propria autonomia il problema. Credo che "fascismo e antifascismo", "comunismo e anticomunismo", siano categorie ormai divenute "altre", rispetto al dovere per tutti noi di sviluppare nei nostri ragazzi un comune "sentire democratico" nazionale, iscritto nei principi della Costituzione. La cultura e l'istruzione devono restare i principali segni della libertà. Bisogna ricordare con onestà quella storia che noi tutti condanniamo, la storia delle persecuzioni, la storia dei campi di concentramento in cui i nazisti rinchiusero e fecero morire milioni di persone. Non dobbiamo però dimenticare che dall'altra parte c'erano quelli che ne fecero morire altre, alcune famiglie non sanno ancora oggi dove sono seppelliti i congiunti, preda delle milizie partigiane nel dopoguerra; bisogna ricordare tutto questo per il rispetto che si deve alla persona umana e a tutte le opinioni. Ci dovrebbe essere una maggiore cura nella rievocazione della nostra storia e si dovrebbe offrire un contributo positivo - e non soltanto di opposizione - a certi tentativi estremistici provenienti dalla sinistra, se vogliamo davvero che i nostri giovani ricevano da noi un panorama della storia che permetta loro di farsi un'idea di ciò che è stato il dramma del secolo che abbiamo alle spalle, che ha visto sì il terribile dramma nazista, ma anche quello comunista.
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