Il primo a scrivere una Historia Medii Aevi fu, nel 1688, un professore di storia ed eloquenza, Cristoforo Keller, detto Cellarius. Egli racchiude il periodo medioevale tra il 326, quando Costantino trasferì la capitale dell'impero a Costantinopoli, e il 1453, quando Bisanzio fu presa dai turchi.

In realtà, un periodo storico non è qualcosa di assoluto, ma di relativo e si modella e si definisce in rapporto al problema con cui ci accostiamo alla storia. Il maggiore o minor peso che gli storici hanno dato ai vari elementi, ha fatto nascere diverse tesi: le tre tesi principali sono quella delle origini cristiane del Medioevo, quella delle origini germaniche e quella delle origini arabe.


Origini cristiane del Medioevo

Il grande sostenitore di questa tesi nella soriografia italiana è Giorgio Falco il quale, nel primo capitolo de "La santa romana Repubblica", sostiene che, dal momento che la nascita è sempre un atto di vita, è giusto far iniziare il Medioevo dal momento in cui, nella realtà sociale, entra una grande forza vitale nuova, il Cristianesimo. In questa visione, il Medioevo comincia dunque con la costituzione dell'impero cristiano, avviata da Costantino, quindi con il IV secolo.


Origini germaniche del Medioevo

La tesi germanistica pone l'inizio dell'età medioevale all'epoca della grandi invasioni, cioè nel V secolo. Essa si contrappone alla tesi romanistica, ancora troppo diffusa nei nostri manuali di storia, secondo cui l'impero romano, cade a causa delle invasioni dei popoli germanici, gente incolta e barbara che, passati i confini distrugge tutto. La tesi germanistica, invece, che non è priva di una sua verità storica, capovolge completamente questa visione e sostiene che l'impero, che non era affatto una solida costruzione, ha finito col dissolversi per l'azione di cause interne. In realtà, i germani si sono inseriti come elemento di rinnovamento ed hanno immesso, nel vecchio e stanco organismo dell'impero romano, nuovo vigore. I popoli germanici, dunque si pongono come fattore di continuità e non di rottura, rispetto al mondo romano, perchè si stanziarono nelle singole regioni assorbendo le tradizioni romane e portando nuove istituzioni; in tal modo, mediante un'opera di trasformazione dall'interno, fecero sì che da una civiltà antica nascesse una nuova civiltà, quella medioevale.


Le Invasioni

La prima fase di penetrazione dell'elemento germanico nel mondo romano è sostanzialmente pacifica e va dalla seconda metà del II secolo al IV secolo. I Germani entrano perchè sono attirati dalle terre fertili dell'occidente, ma anche perchè l'Impero stesso ha bisogno di soldati e agricoltori. A questa fase pacifica segue quella delle invasioni che va dal V al VI secolo. Il motivo di fondo che induce molti popoli germanici a varcare i confini dell'Impero sono sicuramente le sue terre ricche e coltivate, ma il motivo occasionale è la sconfitta che i Goti, provenienti dalla penisola scandinava, stanziati nel cuore dell'attuale Russia, ricevono ad opera degli Unni, provenienti dal centro dell'Asia. Essi infatti giungeranno nel cuore dell'Italia spingendo avanti a sè le popolazioni germaniche.


I Visigoti

Penetrano in Italia nel 401, ma sono respinti da Stilicone, un generale barbaro romanizzato; alla morte di questi arrivano a Roma che, nel 410, per la prima volta dopo la devastazione compiuta nel 387 a.C. dai Galli di Brenno, subisce l'oltraggio di una invasione straniera. Il nostro massimo storico, Ludovico Antonio Muratori, fu il primo a proporre il 410, anno del Sacco di Roma, come data di inizio del Medioevo italiano poichè in quell'anno cade il mito dell'intangibilità di Roma che aveva animato la storia antica ed inizia una storia nuova.


Gli Eruli

Quello degli Eruli fu un regno nato da un colpo di stato. L'Impero era in grave decadenza e sfuggiva al controllo dell'aristocrazia romana: i veri padroni erano ormai i generali barbarici che imponevano persino gli imperatori a loro più graditi. Quando Romolo Augustolo viene posto sul trono dalla classe dirigente romana, essi chiedono che sia loro dato un terzo delle terre sotto il loro controllo. L'aristocrazia romana rifiuta ed allora Odoacre, capo degli Eruli stanziati in Italia, con un colpo di stato depone l'imperatore e, preso il potere, dichiara che l'Impero in Occidente non è più necessario e rimanda le insegne imperiali in Oriente all'imperatore Zenone. E' il 476, tradizionalmente considerato come l'inizio del Medioevo.


Gli Ostrogoti

In Italia, alla fine del V secolo, Odoacre è battuto da Teodorico, il capo degli Ostrogoti; questi pone a Ravenna la sua capitale e dà inizio ad una politica che, attraverso la ripartizione dei compiti, mira a raggiungere non la fusione, ma la coesistenza pacifica tra l'elemento romano e quello germanico: ai Germani riserba l'esercito, ai romani l'amministrazione e le leggi.


I Franchi

Sul finire del V secolo i Franchi, stanziati in regioni prossime al Reno, penetrano più profondamente nell'attuale Francia. Essi hanno un grande capo, Clodoveo che esprime una concezione dei rapporti con i Romani del tutto diversa da quella di Teodorico, suo contemporaneo e parente. Egli vuole arrivare ad un'intesa profonda, ad una fusione con l'elemento romano e poichè vede nella Chiesa romana la forza dell'avvenire anche sul piano politico, aderisce al Cristianesimo nella forma cattolica e si fa battezzare con i suoi guerrieri. Così il suo regno diventa un'eccezione tra i regni romano - barbarici: la religione nazionale dei popoli germanici, infatti, era l'arianesimo.


I Longobardi

I Longobardi, originari della penisola Scandinava, come tutti i Germani, invadono l'Italia nel 568 e vi si stanziano per "fare". Nel suo primo significato la parola "fara" indica la spedizione armata di tutto il popolo, compresi i vecchi, i bambini e le donne; per questo avrà un'importanza decisiva nella storia del nostro paese. Il Muratori che negli "Annali d'Italia" aveva pensato al 410 come possibile inizio del Medioevo, in "Antiquitates Italicae Medii Aevi" vede nell'invasione longobarda il punto di partenza della storia medioevale d'Italia. In primo luogo il grande storico del '700 aveva notato che molte istituzioni importanti della vita italiana dei suoi tempi (liturgiche, ecclesiastiche, culturali..) avevano origine, non nell'antichità classica, ma nel periodo medioevale, inoltre con l'invasione longobarda accade un fatto nuovo: l'Italia, in gran parte strappata all'impero bizantino, perde la sua unità politica.

"Imperciocchè tanti non solo sacri, ma famigliari e politici
riti sono in uso presso di noi, l'origine de i quali non ai
Romani, ma ai barbarici tempi dee riferirsi".



Origini arabe del Medioevo

La tesi sulle origini arabe del Medioevo ne sposta l'inizio fra il VII e l'VIII secolo, cioè tra Maometto e Carlomagno. Gli arabi, che vivevano nell'attuale penisola arabica, erano di stirpe semitica, nomadi, dediti alla pastorizia e al commercio. Dal punto di vista religioso erano politeisti ed avevano in comune solo il culto della Pietra Nera che veneravano in un edificio detto Kaaba, alla Mecca. Intorno al 570, alla Mecca, nasce Maometto, uomo di forti interessi religiosi, monoteista convinto. Quando comincia a predicare contro il politeismo suscita dure reazioni da parte della casta sacerdotale e, per sottrarsi alle persecuzioni è costretto a fuggire a Medina. Qui Maometto elabora gli elementi fondamentali della nuova religione, l'Islamismo, basata su due sole verità di fede: non esiste altro Dio che Allah, e Maometto è il suo profeta. I punti caratteristici della dottrina maomettana sono i seguenti: l'individuo deve praticare l'Islàm (totale abbandono a Dio), il concetto di "guerra santa" (è volontà di Dio che gli infedeli siano combattuti e vinti, affinchè il dominio politico - militare dell'Islam si estenda sempre più); la terza caratteristica che contraddistingue il mondo islamico è l'assenza di dualismo tra potere religioso e potere politico, l'autorità, infatti, è unica, perchè i successori di Maometto, i califfi, hanno sia il potere religioso sia politico. Già sotto la guida dei primi califfi, ma soprattutto all'epoca del primo califfato ereditario che ha sede in Damasco, capitale dell'attuale Siria, il popolo arabo, unificato religiosamente da Maometto, si lancia nella guerra santa e compie una serie di conquiste che, per la loro rapidità, non hanno precedenti nella storia del Mediterraneo. In poco più di un secolo, infatti, dall'Arabia si espandono verso est, dove conquistano la Siria, la Palestina, la Mesopotamia, la Persia e giungono fino al fiume Indo, riducendo l'impero bizantino, nella sua parte asiatica, alla sola penisola anatolica. Verso ovest avanzano in Egitto e occupano tutto il litorale africano; nel 711 varcano lo stretto di Gibilterra e conquistano tutta la Spagna fino ai Pirenei. La tesi sulle origini arabe del Medioevo, che, al contrario di quella germanistica, è fondamentalmente una tesi di rottura, fa notare che, nell'Impero romano, tutti i popoli gravitanti sul mediterraneo formano un'unità politica ed economica che si rompe in seguito all'invasione dell'Islam. Il suo massimo sostenitore fu lo storico belga Henri Pirenne, soprattutto nell'opera "Maometto e Carlomagno", pubblicata postuma nel 1937. In questa visione, dove Maometto è l'autore della rottura dell'unità mediterranea e Carlo Magno è l'iniziatore di una nuova età, l'inizio del Medioevo si sposta al VII e all'VIII secolo, perchè soltanto allora finisce il mondo romano.






L'immagine è tratta dal film KING ARTHUR
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