Nel pieno del periodo di massima diffusione della NWOBHM,
Luigi Ametta decide di mettere fine alle inconcludenti jam con gli
amici del
suo quartiere e fonda, insieme ai suoi compagni di scuola Marcello
Sabiu e
Paolo Thkalez, una band di heavy metal che verrà battezzata HRB
(abbreviazione
di Hardness Rockwell B, una tipologia di test di durezza sui metalli) a
richiamare gli studi tecnici dei tre componenti.
La band venne completata con l'inserimento di Massimo, un
amico di Marcello che grazie alla sua abilità come organista
possedeva dita
sufficientemente sciolte per poterle muovere con qualche risultato
sulla
tastiera di una chitarra, e al quale venne quindi affidato il ruolo di
chitarrista solista. Fin dai primi giorni Marcello e Luigi iniziarono a
comporre materiale proprio (in un'occasione dopo una robusta bevuta di
vino
accompagnata dall'ascolto di dischi di Tank, Raven e Riot); dopo
qualche mese
HRB fu in grado di registrare un grezzo demo comprendente quattro
pezzi, un
altro intitolato Loneliness venne accantonato (riemergerà
brevemente, in
versione diversa, nel primo periodo di prove di Circle Of Fairies ma
rimarrà
nuovamente incompiuto). Dopo un paio di concerti ed un passaggio
radiofonico,
la mancanza di un vocalist di ruolo diventa evidente : le parti vocali
erano
state affidate fino ad allora a Marcello e, per quanto riguarda Die
Bastard e
Loneliness, a Luigi, ma i risultati erano tutt'altro che apprezzabili.
Luigi
coinvolse allora l'amico Riccardo Pesce, tastierista da poco
fuoriuscito dalla
pop band SPA, chiedendogli di ricoprire il ruolo di vocalist. Dopo un
paio di
inconcludenti sessions, Riccardo e Luigi decidono di introdurre le
tastiere nel
sound della band; pochi giorni dopo matura anche la decisione di
spostare la
sede delle sessions da Lanzo a Torino : questo significa perdere in
un colpo solo
batterista, chitarrista solista e sala prove. Inizia così la
transizione da HRB
a Cutting Blade ...
CUTTING BLADE
(1984-1986)
Dall'autunno del 1984 al febbraio del 1986 si
assiste ad un
continuo via vai di musicisti all'interno della formazione, che
nell'intero
periodo della sua esistenza non incide una singola nota e non suona mai
dal
vivo; in effetti Cutting Blade, instabile formazione in cerca di una
direzione
musicale, non possiede nemmeno un repertorio, ma spende il suo tempo in
jam
disarticolate e ad attaccare cartoni delle uova alle pareti della
cantina.
L'unico embrione di traccia a prendere forma è Beyond The Gates
Of Eternity,
che si evolverà nella futura On The Run, mentre l'unico
componente ad entrare
stabilmente in formazione è il drummer Roberto Tassone. Intanto
l'avvento nel
Regno Unito della cosiddetta New Wave Of British Prog Rock contribuisce
al
nuovo cambio di pelle della band ...
HOP FROG (1986-1991)
L'ambizione di coniugare l'energia dell'heavy metal con
l'elaborata sintassi del progressive rock si fa strada nelle teste dei
tre
giovani musicisti, molti anni prima che il termine progressive metal
diventi di
uso comune : Luigi, Riccardo e Roberto si mettono alla ricerca di
elementi per
stabilizzare la formazione. Dopo breve ricerca nel Marzo del 1986
vengono
inseriti nella band il chitarrista solista Massimo Pigozzi e il
bassista
Massimo Molinaro. La ricerca del vocalist è quella più
lunga e difficile, ma
infine Massimo convince un suo amico, Mauro, ad entrare a far parte
della band,
alla quale nel frattempo Roberto Tassone ha trovato un nome, Hop Frog,
dopo
aver letto l'omonimo racconto di E.A. Poe.
Le prove nel primo periodo sono incentrate su tre pezzi :
Like A Hero, Beyond The Gates Of Eternity ed Hop Frog, un pezzo
strumentale che
verrà presto abbandonato. Ma il primo line-up non é
destinato a durare a lungo:
divisi tra l'attitudine Hard-Rock/Heavy-Blues del nucleo composto da
Pigozzi,
Tassone e dal vocalist Mauro (non se ne ricorda il cognome) e quella
Progressive del trio Pesce, Molinaro e Ametta, Hop Frog Mk.I si spacca
in due
tronconi. Pochi giorni dopo Hop Frog Mk.II é pronto per
ricominciare: nella
stessa session di prove fanno il loro ingresso in formazione
Fernando
Fiorentino e Fabrizio Goria. Compositivamente fu un periodo molto
fertile: in
poco tempo il gruppo appronta altri tre pezzi, Memories, Cefalus Legend
e From
My Window. Nel mese di Aprile del 1987 Hop Frog entrò negli
Studi Minirec di
Gigi Guerrieri per registrare un demo di cinque pezzi. Il risultato fu
un demo
di tre pezzi,"Hop Frog" contenente Like A Hero, Cefalus Legend e On
The Run. Alcune copie contenevano anche una versione su due piste in
diretta di
From My Window. Memories andò persa per mancanze da parte del
tecnico, della
cui opera buona parte del gruppo rimase insoddisfatta. In particolar
modo i
suoni di basso e chitarra non erano quelli desiderati, ma la mancanza
di
esperienza ed il fatto che il gruppo era già considerevolmente
fuori dal budget
previsto li fece soprassedere. Bisogna, a distanza di anni, dire che in
studio
ci furono parecchie discussioni. A Luigi non piaceva il tecnico del
suono, ne
come persona ne come tecnico; a Guerrieri non piaceva Luigi, ne come
persona ne
come chitarrista. E sorsero le prime discussioni con Goria, al quale
non
piaceva lo stile chitarristico di Luigi e mirava alla sua estromissione
dalla
band. Hop Frog é sempre stato (e questo più che un pregio
é stato il suo reale
limite) un gruppo a conduzione democratica, in cui ognuno era
responsabile al
20% e contribuiva a livello decisionale in accordo con tutti gli altri.
Fabrizio Goria tento a più riprese di modificare questo stato di
cose, fino al
giorno in cui si trovò costretto ad annunciare il suo abbandono.
Si concludeva
cosi il ciclo di Hop Frog Mk.II, al cui proposito bisogna fare
alcune
considerazioni a posteriori. Quella più evidente é che
non é stata una buona
band. Composta da elementi ancora troppo immaturi per determinate
scelte
musicali, si trovò a suonarle a dispetto di tutto, con un
organico non bene
assortito: Fernando era un batterista di potenza che cercava di
elevarsi a
virtuoso, lavorando costantemente sulla soglia dell'errore; Massimo era
un
bassista molto fantasioso, con la tendenza ad utilizzare sempre qualche
nota di
troppo. Con Fernando, formava una sezione ritmica spesso troppo
debordante.
Riccardo era l'unico in grado di improvvisare in continuazione le sue
parti,
con un sostanziale equilibrio tra buone e pessime trovate. La limitata
padronanza della sua vasta strumentazione e la tendenza a lavorare
sempre sulla
stessa tonalità non gli hanno mai consentito di rendere quanto
realmente era
nelle sue potenzialità. A Fabrizio bisogna riconoscere la
bontà di alcune sue
idee, costantemente controbilanciate da una sua carenza di impostazione
vocale,
che veniva impietosamente evidenziata nelle prestazioni on stage. Su
Luigi non
c'é da dire molto, oltre al fatto evidente che Luigi non sapeva
suonare la
chitarra! Esattamente! Trovatosi, nel primo periodo di Hop Frog, a
lavorare da
solo in attesa che Massimo Pigozzi terminasse il servizio militare,
aveva
cominciato ad abbozzare dei solos provvisori in luogo di quelli che
Massimo
avrebbe inserito al suo ritorno. Con lo scioglimento di Hop Frog Mk.I,
non
venne più cercato un chitarrista solista per sostituirlo.
All'indomani della
realizzazione del demo, le lacune di Luigi erano diventate evidenti.
Goria
propose il suo allontanamento, gli altri proposero l'inserimento in
formazione
di un secondo chitarrista. Luigi si dichiarò disposto a lasciare
la band ma non
a farsi affiancare da un altro chitarrista che sicuramente non gli
avrebbe
lasciato spazio. Fernando, Massimo e Riccardo non vollero nemmeno
prendere in
considerazione l'ipotesi che Luigi abbandonasse la band, cosi rimase
con Hop
Frog assumendosi l’impegno di lavorare al miglioramento della sua
tecnica. Nel
frattempo il demo tape aveva raggiunto se non i quattro, almeno i tre
angoli
del globo, senza che Hop Frog ne avesse venduta una sola copia. Un
losco
individuo al seguito della band aveva infatti, senza consultare il
gruppo e con
chissà quale fine, immediatamente iniziato a copiare uno dei
primi esemplari in
un quantitativo incalcolabile di copie. Questa abitudine ha tristemente
preso
piede : capita infatti molto spesso di vedere sulle liste di scambio di
collezionisti di live tapes anche titoli di demo tapes di gruppi in
attività o
comunque ancora disponibili a prezzi contenuti. Un collezionista ha
detto tempo
fa che grazie a questa abitudine i gruppi diventano conosciuti.
Sicuramente si
ritrovano al verde!
Hop Frog continuò a lavorare in versione strumentale per un paio
di mesi,
registrando tre tracce sul suo portastudio con l'intento di pubblicare
un nuovo
demo tape. Abbandonate le varie Cefalus, Window e The Storm, vennero
registrate
The Forest, Three And Half ed un altro strumentale che rimase senza
titolo, in
quanto non venne portato a termine : le parti di batteria non erano a
tempo, e
Fernando non poteva risuonarle in quanto era nel frattempo partito per
il
servizio militare. Durante il mixing , una pista di Forest si
rovinò : altri
due mesi di lavoro erano andati persi. Tutto ciò che é
rimasto del mixing
finale é la coda inclusa in "Autumn Colours 1986-1991", mentre
una
versione senza solos di chitarra é inclusa in "Scraps...",
raccolta
di outtakes pubblicata diversi anni più tardi. Anche Riccardo
partì per il
servizio militare, fu il momento in cui fecero il loro ingresso nella
band i
primi due elementi di buon livello : Massimo Francescon alle tastiere
(un
eccellente polistrumentista Jazz, più tardi sound engineer per i
concerti di
Hop Frog) e Serena Saccione, una cantante con un timbro molto potente
che aveva
già fatto due tour nei paesi scandinavi come corista per una Pop
band. Alla batteria
tornò il vecchio amico Roberto Tassone. Ma anche quella
formazione si
sciolse come neve al sole. Alla base dello split c'era una sostanziale
mancanza
di un comune background tra i cinque componenti, due dei quali fin
dall'inizio
non erano comunque membri effettivi (Roberto e Massimo Francescon) ed
erano
musicalmente su posizioni diametralmente opposte. Serena non si trovava
a suo
agio con il repertorio del gruppo, e lasciò per unirsi ad un
gruppo milanese di
New Wave. Massimo Molinaro e Luigi Ametta attesero il ritorno di
Fernando e
Riccardo, mentre nel frattempo Hop Frog perdeva un'opportunità
con una casa
discografica. Cosi non fu per Fabrizio, che lasciato Hop Frog mise
insieme
Fancyfluid, sul cui primo LP incluse "The Legend Of Cefalus". Tra le
note di copertina di quel disco si può leggere una sentenza del
tipo "Non
ho mai detto che mi piacciono i nani". Hop Frog ebbe il suo bel da fare
per inviare smentite a tutti i giornali che in quel periodo
pubblicavano la
notizia dello scioglimento della band. Riassemblato lo zoccolo duro di
Hop
Frog, completò la formazione l'ingresso di Alberto Carlini; era
il mese di
Aprile del 1989. Due mesi dopo, a distanza di due anni dall'ultimo
concerto,
Hop Frog tornava a calcare un palco. Alla presenza di Fabrizio Goria,
Hop Frog
sfoderava la sua migliore prestazione live di sempre. Pur non essendo
dei buoni
musicisti, i cinque componenti erano cresciuti e si erano affiatati in
quei due
anni di sala prove, ed alla luce di quella energetica performance
apparve
chiaro che le loro carte potevano giocarsele. Venne programmata
l'autoproduzione di un disco, previsto per i primi mesi del 1990. Ma il
destino
aveva deciso diversamente. Il 3 Settembre 1989 Hop Frog é a
Genova, per
partecipare ad una maratona musicale di otto giorni che vede impegnate
sul
palco decine di bands. L'emozione tradisce Riccardo, e la pur buona
esibizione
di Hop Frog risente della mancanza del suo apporto : la magia si
é persa
irrimediabilmente. Le session di registrazione per il debutto
discografico subirono
un'immediata battuta di arresto : Riccardo, Massimo e Fernando si
resero conto
di non essere pronti per registrare un LP, e proposero di realizzare un
demo,
cosa che non trovò d'accordo Alberto e Luigi. Rimanevano due
impegni
concertistici per il mese di Dicembre. Luigi confidò ad Alberto
la sua
intenzione di lasciare il gruppo all'indomani dell'ultimo concerto, in
quanto
le distanze createsi tra lui e gli altri erano diventate incolmabili, e
Luigi
preferiva lasciare prima che i rapporti interpersonali degenerassero.
Alberto,
convinto di riuscire a salvare il gruppo, lo convinse a rimanere,
proponendo la
creazione di un gruppo parallelo ad Hop Frog, in attesa di tempi
migliori. Nel
frattempo anche Riccardo, Massimo e Fernando avevano iniziato a
lavorare per
conto loro. A Gennaio del 1990, dopo l'ultima inconcludente session di
prove e
l'ultima accesa discussione, Luigi prese la decisione definitiva di
lasciare
Hop Frog, decisione che avrebbe comunicato al resto della band alla
session
successiva. Venne inaspettatamente anticipato da una telefonata da
parte di
Alberto, che aveva nel frattempo affrontato la discussione con il resto
del
gruppo: Hop Frog si divide così in due tronconi, Luigi ed
Alberto da una parte
(con il diritto a mantenere il nome del gruppo), Riccardo, Massimo e
Fernando
dall'altra. Fu l'episodio che sancì virtualmente la fine di Hop
Frog, ma Luigi
ed Alberto avevano intenzione di andare avanti. Cercarono a lungo,
inutilmente,
nuovi membri per la band. Giunsero quindi a prendere in considerazione
l'ipotesi di trasformare Hop Frog in un gruppo aperto, ma non trovarono
nessuno
interessato a collaborare con loro. Il 1990 é stancamente
scandito dalla
realizzazione del demo tape "Autumn Colours" realizzato con la
collaborazione di Tony Velardi alle tastiere, e dalla ricostituzione di
Hop
Frog con l'ingresso di Piero Pedicini al basso e del nucleo composto da
Sergio
Cherubin, Stefano Bosco e Roberto Cossio. Era questa la miglior
formazione di
Hop Frog tra quelle assemblate, almeno a livello potenziale. Gli
ultimi
arrivi erano tutti ottimi musicisti, per di più con materiale
pronto per almeno
due albums. Ma non funzionò nemmeno questa volta : non c'era
l'accordo tra i
sei componenti sul metodo di lavoro, e Luigi non riuscì a
governare la situazione
in quanto era mentalmente svuotato da un'esperienza personale. Il
gruppo andava
progressivamente sfaldandosi : prima se ne andò Stefano, poi
Alberto di sua
iniziativa allontanò Roberto. In seguito ad un diverbio legato
all’esito delle
ultime sessions di prova si incrinarono anche i rapporti tra Alberto e
Luigi,
finché una sera del Gennaio 1991, Piero confidò a Luigi
che se fosse rimasto
Alberto sarebbe rimasto anche lui, altrimenti avrebbe lasciato a sua
volta.
Luigi realizzò che Hop Frog aveva concluso la sua lunga agonia,
inutile
continuare a battersi contro il fato avverso. Per un breve periodo
rimase in
contatto con Sergio Cherubin, con il quale era rimasto d'accordo che
avrebbero
riformato il gruppo, ma poi capì che la soluzione migliore per
Sergio era
quella di tornare a suonare con i suoi vecchi amici, per lui era quella
di ritirarsi
dalla scena. Non immaginava che l'interesse verso il gruppo era
rimasto. Alcune
fanzines dalla Francia e dall'Olanda richiesero materiale della band,
Luigi
assemblò quindi una prima versione di "Autumn Colours
Compilation
1986-1991". Durante la fine del 1992 la fanzine olandese Background,
recensendo
il nastro antologico, scrisse : "(...) Il talento era presente, ma
queste
registrazioni sottolineano la mancanza di perseveranza che ha
caratterizzato
questa band".
Hop Frog non é stata una buona band, eccettuato forse un breve
periodo tra
Aprile e Settembre del 1989. Sicuramente non ha mai reso quanto era
nelle sue
potenzialità. Quando Hop Frog tenne il suo primo concerto
nel Giugno del
1987 il set era composto di sei pezzi (Hero, On The Run, Cefalus, The
Storm,
Window e The Forest), quando tenne il suo ultimo concerto nel 1989 il
set era
ancora composto di sei pezzi (Hero, On The Run, Lizard Tail, Fragments,
Three And Half e The Forest). Decine di altre composizioni erano
state
nel frattempo lasciate per strada, abbandonate dopo poche prove o
scartate dopo
il primo abbozzo, o addirittura dimenticate da chi le aveva ideate.
Massimo si
assentava spesso per lunghi periodi quando incombeva qualche esame
universitario, e al suo ritorno doveva ogni volta praticamente
ricominciare a
suonare daccapo. Riccardo durante le jam era capace di creare cose
incredibili
improvvisando, salvo dimenticarsele dopo appena cinque minuti. I
continui cambi
di personale, nel corso dei cinque anni di vita della band, non hanno
certo
giovato : un line-up stabile, o almeno un nucleo centrale invariabile,
é
fondamentale nell'economia di un gruppo, specialmente se questo
é privo di
leader come nel caso di Hop Frog. Massimo, Riccardo e Fernando
richiamarono con
loro Massimo Pigozzi alle chitarre, e perseverarono nel gestire la band
con una
leadership divisa in parti uguali. Alberto e Luigi portarono avanti Hop
Frog
con una leadership al 50%. Entrambe le bands fallirono. Presto Massimo
abbandonò (seppur temporaneamente) l'attività musicale,
mentre Fernando e
Riccardo assemblarono una band di Rock Italiano che si sciolse nella
primavera
del 1993. Alberto si cercò sistemazioni provvisorie a gettone,
in quanto unicamente
interessato ad arrotondare le entrate economiche con l’attività
di musicista.
Luigi collaborò per un breve periodo con un valido chitarrista
dell'area
Torinese in un progetto New Age per sole chitarre, dopodiché
confluì in un
gruppo di Progressive Metal, Producers Of Absurdity. Fu per Luigi
un'esperienza
più che negativa, che fu seguita a ruota dall'immediato
fallimento del progetto
per una sorta di supergruppo underground in cui si ritrovò
momentaneamente
coinvolto. Smarriti anche gli ultimi stimoli, Luigi si ritirò
momentaneamente
dal circuito.
Cinque anni sono un periodo abbastanza lungo di vita per una
band, soprattutto se questa si trova a dover affrontare una serie
pressocché
ininterrotta di difficoltà. In un circuito allora allo stato
embrionale, privo
di punti di riferimento, privo di locali in cui poter programmare
l'attività
live, con poche fanzines operanti anch'esse ai limiti della
sopravvivenza, il
massimo che si potesse fare era appunto sopravvivere. In quel periodo
non erano
molti i gruppi sparsi per la penisola: Faerie Queene, Asgard, Nuova
Era, Zint,
Notturno Concertante, Ezra Winston ... non se ne ricordano altri, ma
Hop Frog
affrontò l'avventura con grande entusiasmo, conscio che
difficilmente sarebbe
giunto al traguardo vinilico, ma desideroso di dire la sua in quel
campo
musicale. L’avventura fallì. L'unico momento in cui Hop Frog
é stato molto
prossimo a ritornare in vita fu nella seconda metà del 1994,
quando si
prospettò la necessità di cambiare il nome alla
successiva band Circle Of
Fairies e Gianfranco Milone si dichiarò favorevole a riprendere
l'antica
denominazione. Carlo Biorcio si oppose decisamente, e l'ipotesi
sfumò. Hop Frog
poté quindi continuare a riposare in pace. Ma Luigi continua a
preferire le
rane...
CIRCLE OF FAIRIES
(1992-1997)
Carlo Biorcio ha già da tempo deciso di
lasciare il ruolo di
vocalist dei From Beyond quando Luigi Ametta capita casualmente nel
mezzo di
una session di prove del gruppo. Luigi comincia a seguire con interesse
l'evoluzione della giovane band, con l'intento di aiutarla ad
orientarsi
nell'allora rinascente circuito del New Prog. Ma in Carlo si fa
rapidamente
strada l'idea di fondare un'altra band profondamente diversa da From
Beyond, e nel
Luglio 1991 all'indomani del suo ultimo concerto con il suo ex gruppo
telefona
a Luigi proponendogli la sua idea. I due si incontrano al Frida's Pub
in Torino
per discuterne: inizialmente Luigi consiglia a Carlo di rimanere con i
From
Beyond, dopo di che si prende un pò di tempo per pensarci. In un
successivo
incontro nello stesso locale la nuova band prende virtualmente vita: i
due
discutono a lungo sulla direzione musicale da prendere, Carlo é
interessato in
qualcosa di profondamente diverso dal repertorio dei From Beyond, da
lui
ritenuto troppo diretto. Diventa subito evidente la possibilità
di riprendere
parte del repertorio di Hop Frog per ricominciare dal punto in cui si
era
interrotto il discorso. Carlo e Luigi rimangono d'accordo di cominciare
l'attività all'inizio del 1992, anche per avere il tempo
necessario per
completare la formazione.
Nel Gennaio del 1992 Roberto Marongiu, ex batterista degli Alchimia,
sfogliando
un giornale di annunci alla ricerca di un'auto da acquistare legge
l'annuncio
di Carlo e Luigi in cerca di musicisti per il loro nuovo gruppo.
Roberto, in
ordine di tempo, é l'ultimo di una lunga serie di musicisti
contattati da
Luigi, senza che fino a quel momento ne sia uscito fuori uno adatto. I
due si
incontrano per discutere sui rispettivi gusti musicali e sulle idee per
il nuovo
gruppo. Roberto é un grande estimatore di Phil Collins, con il
quale ha anche
una vaga somiglianza fisica, ed é interessato a suonare pezzi
con una struttura
che richiami il primo repertorio dei Genesis. La ricerca dei musicisti
mancanti
prosegue infruttuosa, così il 2 Marzo 1992, stanchi di rimandare
ulteriormente
l'inizio dell'attività, Carlo, Luigi e Roberto, con l'aiuto di
Roberto Viarengo
e Luca Ferrero dei From Beyond, si ritrovano nella sala 5 della
cooperativa
Dracma per la prima session di prove. Il pezzo provato é "Like A
Hero", primo ripescaggio dal repertorio degli Hop Frog. Con questa
formazione il gruppo lavora per tutto il mese di Marzo, fino a quando
Viarengo
e Ferrero si dichiarano non più disponibili a continuare nelle
vesti di session
men. Il caso vuole che nei primi giorni di Aprile Luigi Ametta riceve
una
telefonata da un conoscente, il quale lo informa della presenza, in un
negozio
di dischi, dell'annuncio di un tastierista alla ricerca di un gruppo.
Gianfranco Milone, proveniente dagli Albatross, e Luigi si incontrano
al
Victory Pub in Collegno : Gianfranco é completamente a digiuno
di Progressive
Rock, ma può contare su un background classico integrato dalla
conoscenza di
gruppi come i Depeche Mode e dei lavori più sperimentali di
Franco Battiato. La
settimana seguente Gianfranco prova con la band ed ottiene il posto.
Durante il
mese di Maggio il gruppo, ancora alla ricerca di un bassista, si
sceglie il
nome: Circle Of Fairies.
Il mese seguente Luigi Ametta e Massimo Molinaro si incontrano
casualmente tra
il pubblico di una rassegna di gruppi al Teatro Juvarra di Torino. Dopo
una
breve conversazione, durante la quale non viene fatto alcun accenno al
passato
comune degli Hop Frog, Luigi offre a Massimo il posto vacante di
bassista. I Circle
Of Fairies sono finalmente al completo. A Luglio viene programmata la
registrazione, tra Ottobre e Novembre, di un demo tape contenente i tre
brani
che compongono il repertorio della band; a tale scopo vengono prenotati
due
week-end di sessions di registrazione presso gli studi Dracma. A pochi
giorni
dall’ingresso in studio Pietro Ratto, leader degli Aton's, viene
incaricato
della produzione del demo; la data di registrazione viene cosi
rimandata ed il
gruppo ricomincia con Pietro il lavoro di pre-produzione.
Nel mese di Febbraio del 1993 i Circle Of Fairies entrano negli studi
"Rainbow", preferiti a quelli della Dracma, dove iniziano le
registrazioni del primo demo tape. Con l'aiuto di Fabrizio Argiolas, la
band
registra tre pezzi provenienti (seppur in versioni totalmente
differenti) dal
repertorio di Hop Frog: The Troubled Wake (precedentemente intitolata
The
Forest, mai pubblicata in versione da studio), My Camouflage (inclusa
in Autumn
Colours in una primitiva versione) e Like A Hero (inclusa nel demo tape
del
1987). Il 6 Maggio 1993 i Circle Of Fairies pubblicano Twilight, che
nei mesi
seguenti otterrà consensi di critica e pubblico in Europa e Nord
America.
Rilevante il successo sulla stampa Britannica; Twilight ottiene anche
pareri
favorevoli da parte di esponenti di spicco del New Progressive Inglese,
quali
Clive Nolan, Steve Leigh e Brian Devoil.
L’esordio dal vivo avviene il 29 Maggio 1993 sul palco del Teatro
Valdocco in
Torino, durante una rassegna di gruppi : entrati in scena tra lo
scettico
silenzio del numeroso pubblico (fiaccato da ore di anonime esibizioni),
Circe
Of Fairies conquista l’attenzione dell’audience con una breve ma
convincente
performance, ripresa in video dall’organizzazione della rassegna. A
Luglio, The
Troubled Wake conquista l’ottavo posto nella PlayList della fanzine
inglese The
Organ.
Il 21 Gennaio 1994 Circle Of Fairies tiene il primo di una serie di
concerti di
supporto ai Calliope, durante i quali vengono presentate anche nuove
composizioni. Il 27 Febbraio Massimo Molinaro annuncia la sua decisione
di
lasciare il gruppo per sopraggiunti motivi di lavoro, non appena
sarà
disponibile un sostituto. Il suo ultimo concerto con Circle Of Fairies
si tiene
al Pub Manhattan il 12 Aprile 1994. Il mese successivo, dopo una serie
di
audizioni viene scelto come nuovo bassista Piero Pedicini, proveniente
dai
Djanee e già membro delle ultime effimere formazioni di Hop
Frog. È una breve
fase di avvicendamenti : il 12 Giugno 1994 problemi di varia natura
portano
all'allontanamento di Roberto Marongiu. Al termine delle audizioni che
si
tengono nelle settimane successive Elisa Pilotti, ex Aknowledge e
già allieva
dell'ex Arti&Mestieri Furio Chirico, viene scelta come nuovo
batterista dei
Circle Of Fairies.
Il 24 Settembre 1994 Circle Of Fairies firmano per l'etichetta
discografica
milanese Vinyl Magic. Il debut album viene registrato nei Synergy
Studios, con
la produzione di Beppe Crovella, tra il 25 Settembre ed il 20 Dicembre
del
1994. As The Years Go By viene pubblicato il 28 Marzo 1995
dall'etichetta Vinyl
Magic nell'ambito della collana New Prog '90. L’album riceve diverse
recensioni
positive, ma la distribuzione è deficitaria e le vendite
risultano scarse.
L’etichetta non esercita l’opzione per la realizzazione di un nuovo
album con
il gruppo; intanto a Settembre Carlo Biorcio e Piero Pedicini lasciano,
per
diversi motivi, i Circle Of Fairies. A Dicembre Massimo Molinaro torna
a
ricoprire il ruolo di bassista, ma nel Febbraio del 1996 si trasferisce
in
Lombardia e lascia nuovamente il gruppo, i Circle Of Fairies decidono
di
proseguire l'attività come trio.
Tra Marzo e Luglio del 1996 Circle Of Fairies registrano alcune nuove
composizioni stilisticamente differenti da quelle incluse nel loro
album, con
lo scopo di trovare un'altra etichetta interessata al nuovo materiale.
A
Settembre il gruppo cambia il proprio nome in Castalia.
CASTALIA (1998 - 2008)
Con il
tacito abbandono di Elisa Pilotti, sempre più impegnata nel suo
nuovo gruppo Ventra, e di Gianfranco Milone, divenuto un sound engineer
dopo
l’esperienza con il suo progetto Sine, Castalia diviene nel 1998 il
progetto
avant-garde di Luigi Ametta. Luigi continua a perseguire con Castalia
l’obbiettivo (non raggiunto da Circle Of Fairies) di realizzare un
nuovo album
con il materiale che cominciò a prendere forma nel periodo
immediatamente
successivo alla realizzazione di As The Years Go By. La band
tentò a lungo di
dare una forma alle nuove composizioni, sia in sala prove che nell’home
studio
di Gianfranco, dove vennero gettate le basi per alcuni demos che
ricevettero
diversi pareri incoraggianti. Castalia, sotto forma di one man band,
cominciò a
comporre senza tregua tutto il materiale che spontaneamente veniva
fuori da tre
anni di inattività, arrivando a registrare dei grezzi MIDI demos
per quasi una
ventina di pezzi. Il progetto prevedeva per la sua prima fase la
realizzazione
in contemporanea, o quasi, di due distinti albums : Postcards From The
Exile,
che avrebbe dovuto sancire il definitivo abbandono delle formule prog
rock in
favore di una musica decisamente sperimentale, e Voices From The World,
nel
quale sarebbe stato esplorato il formato canzone attraverso tre songs
ed una
lunga piece di oltre venti minuti che avrebbe dato il titolo all’album.
Le cose
andarono ancora una volta diversamente : Luigi non ebbe più modo
e tempo di
rimettere in sesto le basi MIDI per poter iniziare a registrarvi sopra
le parti
definitive, nè trovò collaborazione alcuna. Lo scorrere
del tempo si portò via
l’entusiasmo residuo, lo smarrimento del software e dei files MIDI fece
si che
il materiale di Castalia raggiungesse il fondo del cassetto insieme al
materiale delle precedenti bands. Successivamente Luigi sentì la
necessità di
scrivere un finale diverso per la sua avventura musicale, che non
lasciasse la sua
opera totalmente incompiuta; viene così assemblato l’album
postumo Postcards
From The Exile. Alcune tracce, oltre ad essere in formato demo, sono
anche incomplete
o in forma parziale : è il caso di Tekeli-li, la cui scrittura
iniziò nel 1987
e che nel 1996 non aveva ancora un finale, tanto che nel Giugno di
quello
stesso anno Castalia stava cercando ancora di concluderla; oppure
Voices From
The World, della quale venne inclusa solo la parte iniziale in quanto
le sue
ricche orchestrazioni avrebbero richiesto una resa nettamente superiore
a
quella consentita dalla scheda audio di un PowerMac. Ma il valore di
questo
album risiede nella varietà di ispirazioni e di background che
hanno
contribuito alla composizione di queste musiche : la formazione
classica e le
conoscenze tecnologiche di Gianfranco, evidenti in Stock e Quartet, e
la vena
avantgarde combinata con un sottile legame alla tradizione rock di
Luigi che
caratterizzano Tekeli-li e Chinese Boxes (il cui riff originario risale
addirittura all’epoca di HRB) vanno a sfumare in tracce come Nut &
Geb e A
New Land. Il materiale “solo” è quello che Luigi defini “della
mia piena
maturità”, ed il rammarico per non essere mai riuscito a
portarlo a conclusione
ha lavorato sotterraneamente per anni, fino a far intravedere la
possibilità di
un ritorno in attività per Castalia. Il resto della storia
rimane ancora da
scrivere …