Halley

 

Edmond Halley ci ha lasciato inestimabili contributi in diversi campi scientifici. Assieme al più anziano olandese Huygens (1629-1695), egli è il tipico esempio della propulsione che avrebbe reso la cultura del secolo dei lumi impregnata di razionalità. 

Halley nacque nel 1656 vicino a Londra, da un agiato commerciante di sale. Ebbe la migliore istruzione, sia nelle materie letterarie che in quelle scientifiche, che entrambe padroneggiò fino alla vecchiaia. Prima di laurearsi al Queen's College di Oxford (1676) collaboro all'osservazione di un'eclisse lunare a Greenwich, fondato da poco e diretto dal primo astronomo reale John Flamsteed (1646-1719). Intraprese anche una crociera all'isola di Sant'Elena dalla quale ritornò con i dati osservativi per la compilazione di un Catalogo stellare meridionale che pubblicò a ventidue anni e che gli valse il soprannome di "Tycho del Sud". 

Nell'occasione aveva anche studiato le Nubi di Magellano e il passaggio di Mercurio sul disco solare del 28 ottobre 1677. Un anno dopo venne accolto alla Royal Society, l'accademia reale scientifica inglese.

Cominciò quindi una serie di viaggi in Europa, passando per la Francia e l'Italia e approdando in patria a Cambridge. Qui conobbe Isaac Newton che aveva da poco terminato il manoscritto del De motu corporum. Dal 1686 Halley curava la pubblicazione delle Transactions ("rendiconti") della Royal Society e lo incoraggiò a pubblicare il lavoro sulla rivista. L'anno seguente scrisse sulla medesima rivista una rassegna dei Principia mathematica newtoniani, prima che il fondamentale testo venisse pubblicato, e indirizzò una lettera a Re Giorgio in cui riassumeva i suoi importantissimi contenuti. 

Nel 1689 Halley si prese carico dell'intera pubblicazione dell'opera correggendone le bozze e sostenendone personalmente le spese di stampa, nonché raccogliendo il materiale per la completa estensione della sua parte astronomica. Più tardi egli convinse Newton a redigere una tavola dei valori della rifrazione atmosferica.

Si dedicò nel frattempo allo studio dei fluidi e alla determinazione della scala termometrica. Nel 1696 disegnò la prima carta meteorologica del mondo, contribuendo alla comprensione della dinamica dei venti del pianeta. Studiò il magnetismo terrestre e lo spostamento dei poli magnetici.

Sempre nel 1696 ottenne il comando della fregata "Paramour" con la quale intraprese una crociera scientifica di due anni nell'Atlantico Meridionale. Dopo il successo di una missione diplomatica a Vienna, venne nominato "Savilian professor" di geometria presso l'Università di Oxford che aveva frequentato da studente.

Con la celebre memoria intitolata Astronomiae cometicae synopsis, pubblicata nel 1705 sulle Transactions della Royal Society, Halley pose le basi della moderna astronomia delle comete. Egli vi raccolse e analizzò tutte le osservazioni disponibili, studiando poi le orbite percorse da questi corpi celesti apparsi tra gli anni 1337 e 1698. Si accorse che tre di queste apparizioni avevano traiettorie così simili da poter essere imputate allo stesso oggetto, che sembrava descrivere un'orbita chiusa con periodo di 75 anni circa.

Predisse perciò il suo ritorno, che avrebbe dovuto verificarsi nel 1758 e che altri, dopo la sua morte, effettivamente osservarono. Fu la prima cometa, che in seguito prese il suo nome, della quale si riconobbe la periodicità. Prima che l'astronomo reale Flamsteed morisse, Halley fu incaricato di curare la pubblicazione di molti suoi risultati ma colui che era stato un tempo un vecchio amico lo avversò violentemente, per invidia e per contrasti religiosi, e bruciò tutte le copie del lavoro di Halley delle quali era riuscito a venire in possesso. Nel 1718, nondimeno, Halley scoprì una variazione di latitudine di alcune stelle brillanti, che giustamente interpretò come prova di un loro moto reale nello spazio, detto da allora "moto proprio".  

Nel 1719 Edmond Halley fu nominato secondo astronomo reale e si trasferì pertanto all'Osservatorio di Greenwich, che dotò di uno strumento dei passaggi costruito da Hook e di un quadrante murale nuovo di Graham.

Con tali strumenti raccolse una grande quantità di dati sull'orbita lunare, che consentirono di verificare le relative tavole di Newton. Negli ultimi anni, lavorò assieme a colui che doveva a sua volta succedergli e che avrebbe posto altre pietre miliari della storia dell'astronomia: James Bradley.

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