Stonehenge e le eclissi
Purtroppo accade talvolta nella ricerca scientifica che qualche studioso si lasci prendere la mano da ipotesi affascinanti ma molto fantasiose e poco verosimili. Un esempio è dato dalla serie di congetture che sono state fatte sul probabile utilizzo del monumento megalitico inglese di Stonehenge come strumento per predire le eclissi.
Quando Gerald Hawkins, trent'anni fa, studiò i vari allineamenti tra le pietre di Stonehenge, si soffermò sulle 56 buche di Aubrey che sono disposte tutto attorno al terrapieno che circonda il monumento. Notando che 56:3 = 18,6, vale a dire lo stesso valore in anni del periodo della retrogradazione dei nodi dell'orbita lunare, Hawkins pensò che vi fosse una certa correlazione tra le buche e le eclissi.
Infatti le eclissi si producono quando il Sole transita nei pressi dei nodi lunari (vedi scheda "II famelico Dragone celeste").
Secondo Hawkins gli antichi sacerdoti-astronomi che operavano a Stonehenge potevano aver utilizzato un particolare sistema che consentiva di prevedere i periodi più probabili nei quali si potevano verificare le eclissi.
L'Ipotesi dì Hawkins
Nell'anno in cui il nodo ascendente lunare passa per il punto Gamma (che è una delle due intersezioni tra l'eclittica e l'equatore celeste), la Luna si trova nelle sue stazioni massime e le eclissi, che avvengono quando la Luna ed il Sole si trovano sull'eclittica, si manifestano agli equinozi. Dopo 4 o 5 anni, il nodo ascendente si trova vicino al punto dell'eclittica corrispondente alla posizione del Sole al solstizio estivo; le eclissi allora si verificano ai solstizi. Dopo altri 4 o 5 anni, cioè circa 9 anni dall'inizio, il nodo ascendente cade vicino al punto Libra (l'altra intersezione tra l'eclittica e l'equatore celeste) e la Luna allora si trova nelle sue stazioni minori; le eclissi in quelle epoche avvengono ancora agli equinozi. Secondo i calcoli di Hawkins per predire i periodi pericolosi per le eclissi di Luna o di Sole che cadono agli equinozi o ai solstizi, basta porre tre segni fissi, o traguardi: A, B, C, (magari delle pietre) in corrispondenza delle buche 51, 56 e 5, distanti tra loro 5 buche; se si considerano poi 6 pietre disposte ad intervalli di 9, 9, 10, 9, 9, 10 buche e spostandole assieme di un posto all'anno in senso orario, quando una di esse passa per il segnale A o per il C, l'eclisse cade agli equinozi; quando cade invece in B l'eclisse, di Sole o di Luna, cade ai solstizi.
Il metodo, anche se non molto preciso, poiché richiede ogni tanto qualche correzione, è piuttosto complesso è poco probabile sia stato utilizzato dagli abitanti della zona di Stonehenge.
E'. proprio per questo che l'ipotesi che il monumento venisse utilizzato anche come un calcolatore per le eclissi è stata a suo tempo accanitamente avversata.
Il metodo di Hoyle
Un altro sistema per prevedere le eclissi utilizzando le 56 buche è stato ideato da Fred Hoyle, il celebre astrofisico inglese. Il cerchio formato dalle 56 buche rappresenterebbe, per Hoyle, sia l'orbita apparente del Sole sia quella della Luna. Se con una pietra bianca si indica il Sole, spostandola di 2 buche ogni 13 giorni, essa farà un giro completo in circa un anno (66:2 = 28 e 28x13 = 364, quasi un anno); essa può quindi rappresentare il moto del Sole sulla sua orbita. Un'altra pietra, per esempio di colore nero, potrebbe rappresentare la Luna, se la si la muovere nello stesso senso del Sole in modo da saltare due buche al giorno (56:2 = 28, periodo vicino a 27,3 del mese sidereo). Controllando le posizioni assunte da questa pietra con le fasi lunari è possibile mantenerla in sincronismo con la vera Luna. Infine, un paio di pietre (indicate con X maiuscola) di colore o forma diversa dalle ali re due, possono indicare i nodi lunari se vengono tenute sempre su punti diametralmente opposti e se sono fatte ruotare in senso contrario alle precedenti saltando di 3 buche ogni anno (56:3 = 18,6 periodo di retrogradazione dei nodi lunari). Quando tre pietre (quella del Sole, della Luna e dei nodi) si trovano sullo stesso diametro del cerchio di Aubrey, è possibile si verifichi un momento pericoloso se le posizioni iniziali delle varie pietre sono state messe in fase con un'eclisse osservata a Stonehenge. Anche questo metodo è tuttavia piuttosto macchinoso; esso inoltre implica la conoscenza di un modello dei movimenti del Sole, della Luna e dei nodi; cose poco probabili per le popolazioni del III millennio a.C.
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