Stonehenge

Un calendario di pietra

 

 

 

Il visitatore che giunge in macchina o in autobus lungo la strada A 344, a circa 13 chilometri da Salisbury, nell'Inghilterra meridionale, vede da molto lontano uno strano ammasso di pietre che va delineandosi come struttura man mano che ci si avvicina; si tratta del monumento megalitico di Stonehenge, una delle più belle e sconcertanti costruzioni che mai siano state costruite dall'uomo. Nel viaggiatore, una volta giunto sul posto, alla curiosità subentra subito un senso di ammirazione e di sgomento: l'ammasso che da lontano sembrava informe, in realtà è formato da immense, alte pietre erette verso il cielo, molte delle quali portano pietre orizzontali incastrate su quelle verticali; sono i famosi triliti, rudi costruzioni, immense ma solenni, che attestano la potenza creativa e la civiltà di un popolo antichissimo.

 

Costruito in tre fasi

Chi ha costruito questo straordinario monumento? Questa è la prima domanda che il visitatore si pone. L'archeologia, dopo una serie di lunghe ricerche, ha saputo rispondere all'interrogativo: coloro che iniziarono la costruzione, ben 4600 anni fa, appartenevano al periodo preistorico che viene definito come neolitico secondario inglese. Stonehenge, infatti, è stato eretto in diverse fasi. In un primo momento (fase Stonehenge I) venne costruito un terrapieno circolare di un centinaio di metri di diametro, circondato da un piccolo fossato; poi furono scavate 56 buche, del diametro di circa un'ottantina di centimetri, e poco profonde (circa 70 cm), disposte in circolo tutto attorno, nella parte interna, al terrapieno circolare (Stonehenge II). Quindi, in un'altra fase (Stonehenge III), furono impostate le serie di buche indicate come Y e Z, su cerchi concentrici, che sono probabilmente le antiche sedi di piccole pietre ora scomparse; queste circondano il grande, stupendo anello che è formato da pesanti triliti, cioè le cosiddette pietre Sarsen, alte, alcune, fino ad oltre cinque metri; il loro peso supera in certi casi le 25 tonnellate. Nella stessa epoca fu eretto anche un altro anello più interno che è formato da piccole pietre più scure, le blue stones, che circondano i cinque triliti centrali i quali sono disposti a ferro di cavallo attorno ad una grossa pietra orizzontale, la cosiddetta "pietra dell'altare" che giace distesa vicino al centro del monumento.

Oltre il complesso litico, lungo il viale d'entrata che viene chiamato "l'Avenue", è posta un po' a lato un'altra grande pietra, a forma quasi appuntita, che viene chiamata la Heelstone (la pietra del calcagno).

 

I primi studi

Il primo archeologo, o meglio l'antiquario, che notò un orientamento astronomico sul monumento di Stonehenge fu il reverendo William Stukeley che nel 1740 pubblicò il libro Stonehenge, un tempio restituito ai druidi britannici. I druidi, cioè i famosi sacerdoti-scienziati dei Celti, in verità non c'entrano con questo monumento che è molto più antico. Il reverendo inglese osservò che l'asse di Stonehenge è allineato col sorgere del Sole quando le giornate sono più lunghe. Egli indicava in questo modo l'allineamento sul solstizio estivo dell'asse del monumento.

Più tardi John Smith, nel 1776, sosterrà che il circolo di triliti era un antico calendario.

Nel 1906 l'astronomo inglese Sir Norman Lockyer scoprì nuovi allineamenti del monumento sul sorgere e il tramonto del Sole per certe date dell'anno (5 febbraio, 6 maggio, 8 agosto, 8 novembre). Queste osservazioni gli suggerirono l'idea che gli antichi costruttori usassero certe strutture del monumento per individuare le date più importanti dell'anno agricolo. Le sue accurate osservazioni gli avevano suggerito inoltre che dallo spostamento del punto di levata del Sole rispetto all'allineamento con la Heelstone, a causa della variazione dell'obliquità dell'eclittica, era possibile datare la costruzione del monumento (nella fase Stonehenge III) attorno al 1840 a.C. con un'indeterminazione di 2 secoli in più o in meno.

 

 

 

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