Volpetta, Freccia, Delfino, Lucertola
La Volpetta
(Vulpecula, Vulpeculae; Vul) è una costellazione relativamente piccola di 268
gradi quadrati, creata da Hevelius verso il 1660 proprio sotto il Cigno, sulla
Via Lattea e subito a nord della Freccia; è difficile da riconoscere, perché
la stella più luminosa è di quarta magnitudine.
Tra
le stelle variabili, citiamo R Vul,
una Mireide che varia tra 7 e oltre 14 in 137 giorni e la più lenta OO
Vul che varia tra 7,4 e 13,5 ma in un anno.
Diverse
sono le Cefeidi e la più luminosa è la T
Vul che in 4,44 giorni varia tra 5,41 e 6,09.
Tra
le doppie, ricordiamo l'azzurra ADS 12010
di magnitudine 7,02 che ha una compagna di 8,8 a 13" ed un'altra uguale a
43". Tra gli oggetti non stellari sono da segnalare M27
(NGC 6853), la celebre Dumbbell,
la nebulosa planetaria "Manubrio del ginnasta", per il suo aspetto a
due lobi chiari collegati da una luminosità più debole; la si nota circa 3°,3
a nord di gamma Sge. Fu Messier a scoprirla nel 1764 e fu la prima nebulosa
planetaria notata. È senza dubbio la più cospicua per piccoli strumenti: le
sue dimensioni sono infatti 8'X5'.
Ma
non si trascuri
NGC
6940, un
bell'ammasso aperto: in un diametro di 20' si contano un centinaio di stelle.
La
Freccia
(Sagitta, Sagittae;
Sge) è una piccola costellazione di soli 80 gradi quadrati, estesa solo in
ascensione retta, come la soprastante Volpetta; il nome deriva dalla
disposizione di alcune stelle che ricorda una freccia, una decina di gradi a
nord di Altair (alfa Aql). È una costellazione antica ma senza collegamenti
mitologici.
Tra
le variabili si trovano alcune Mireidi, ma qui parleremo di una variabile ad
eclisse, U Sge, del tipo Algol;
il periodo è di 3,38 giorni e la sua magnitudine al massimo è 6,45;
durante l'eclisse principale, in cui una stella luminosa, calda, azzurra viene
coperta da una compagna gialla, più fredda e più grande, la magnitudine
scende sino a 9,2; qui rimane per un'ora e 40 minuti e
poi riprende a salire verso il massimo. Quando, mezzo periodo dopo, avviene il
fenomeno opposto, il calo di magnitudine è di soli pochi centesimi. Si
ritiene che a questo stadio le due componenti siano giunte dopo un notevole
trasferimento di materia dalla stella ora più fredda a quella più calda.
Tra
le stelle doppie, da menzionare la bella epsilon
Sge, composta da una stella arancione di 5,6 ed una azzurra di 8,4
separate di ben 89"; la zeta Sge ha
invece la primaria che è una doppia molto stretta e a corto periodo; la sua
compagna, di 8,7, è a 8",3 di distanza. Anche theta Sge di magnitudine
6,5 ha una compagna di magnitudine circa 9 a 13". L'ammasso M71
(NGC 6838) è di incerta classificazione, sebbene lo si ritenga
globulare; non mostra la caratteristica concentrazione.
Anche
il Delfino (Deplhinus, Delphini;
Del) è una costellazione molto piccola, dato che copre solo 189 gradi
quadrati. La sua caratteristica è data dalla disposizione a rombo di alcune
stelle (alfa, beta, gamma e delta) mentre una linea che congiunge la zeta con la eta
e la epsilon completano il corpo
del delfino. Il tutto si individua una quindicina di gradi a nord-est di Altair.
È pure lei una costellazione antica (il nome venne usato anche dagli arabi)
ed il mito più plausibile che lo richiama è quello del delfino che salvò il
poeta Arione, gettato in mare dai marinai della nave che lo trasportava a
Corinto con le sue ricchezze. Altri riferimenti lo riconducono al pesce di
Giona degli ebrei.
Vogliamo
ora raccontare un fatto poco noto: le due stelle alfa e beta vennero riportate dal Piazzi all'inizio del secolo
scorso con i nomi di Svalocin e Rotanev; molti astronomi, ancora ai nostri tempi, li citano come di origine incerta.
Invece sono il frutto d'uno scherzo giocatoci dal Piazzi: i due nomi, letti a
rovescio danno Nicolaus Venator, la latinizzazione di Nicolo Cacciatore, allora
assistente del Piazzi all'Osservatorio di Palermo e suo successore nella
direzione.
Tra
le variabili notiamo due semiregolari abbastanza luminose: la EU
Del che varia tra la 5,8 e la 6,9 in circa 60 giorni e la U
Del che oscilla tra 7,6 e 8,9 in circa 110 giorni, nonché la
irregolare CT Del che varia tra 6,8
e 8,5. Tra le doppie, la più bella è gamma
Del che rivaleggia con la sovrastante beta
Cyg, Albireo: la primaria è color arancione, di magnitudine
4,3 e la compagna è verdastra, di magnitudine 5,1; sono separate di quasi
10".
Due
altre stelle presentano qualche interesse: la ADS
13946 con le componenti quasi uguali, bianche, di magnitudine 7,1 e
7,4 separate di 16", 7 e la ADS 14430 in cui le componenti sono più
diverse (le magnitudini sono 6,3 e 7,7) e la loro separazione è di soli
2",1.
Tra
gli oggetti non stellari, oltre a due nebulose planetarie un po' deboli, sono
di qualche interesse NGC 6934, un
ammasso globulare circa 4° a sud della epsilon Del, che ha il diametro di 1',5
e la magnitudine totale 9 ed NGC 7006,
più debole, perché è un
ammasso tra i
più lontani. La sua distanza è stimata sui 180 mila anni luce.
La
Lucertola (Lacerta, Lacertae; Lac) è una piccola costellazione di 201
gradi quadrati inventata da Hevelius nel 1690, unendo alcune stelline (la alfa
Lac è di 3,8) poste tra il Cigno e Cassiopea. Le variabili sono numerose, ma
tutte deboli. La S Lac è una
Mireide che al -massimo arriva a 7,6; qualche altra è un po' più luminosa, ma
l'ampiezza della variazione di luce è molto ridotta. Tra le doppie, si
segnala la 8 Lac, composta da due
stelle azzurre, di magnitudine 5,7 e 6,5 separate di 22".
Infine,
l'ammasso aperto NGC 7243 è
piuttosto luminoso (magnitudine totale 6,7) con diverse decine di stelle
sparse su 20' di diametro.
Torna alla pagina di Andromeda