Albireo

 

 

Alta nel cielo durante le notti estive, Albireo è ben visibile nella costellazione del Cigno, una delle più ricche ed ammirate del cielo. Diciassette stelle le furono assegnate dall'astronomo dell'antichità Tolomeo, e si può distinguere facilmente per la grossa croce individuata dalle sue stelle più luminose.

Al piede di questa si trova Albireo. È una stella rossastra di magnitudine 3,1 e nonostante sia solo la quarta stella in ordine di luminosità della costellazione, è nota non come delta ma come beta Cygni. Fu infatti classificata così dal Bayer nel suo Atlante celeste del 1603, e non è ben chiaro per quale motivo: forse per la sua posizione antagonista a quella dell'alfa Cygni. Anche l'origine del nome Albireo è piuttosto incerta: pare che derivi da "ab ireo", termine presente in una edizione del 1515 dell'Almagesto di Tolomeo, e che si riferisce alla sua posizione nella costellazione, vicino al becco dell'animale.

Due gioielli

Albireo è la stella doppia più bella del cielo ed anche la più facile da osservare. Con un piccolo cannocchiale oppure anche con un semplice binocolo si può scorgere come essa in realtà sia costituita da due stelle: una giallo-dorato di tipo K e di terza magnitudine, ed una più debole e azzurra, di tipo B e di magnitudine 5,1, appartenente alla sequenza principale. Le due sono perfettamente sdoppiabili, e sono separate da una distanza angolare di 34 secondi d'arco.

A. Clerk nel 1905 definì questa coppia "ammirevoli gioielli celesti", per il notevole spettacolo di contrasto cromatico che essa offre, e diede il titolo di topazio alla componente più luminosa e quello di zaffiro alla più debole. C'è però qualcosa di poco chiaro riguardo questa bellissima coppia di stelle...

Un falso sistema binario?

 

La distanza da noi della coppia Albireo A ed Albireo B è di circa 400 anni luce. Da qui si ricavano per esse le enormi luminosità di 750 e 120 volte quella del Sole. Data la grande distanza, il sistema deve necessariamente essere anche molto esteso: infatti nonostante appaiano molto vicini nel campo del telescopio, i due astri non sono molto vicini nello spazio. La distanza angolare di 34 secondi d'arco fra le due componenti viene a corrispondere a circa 650 miliardi di chilometri.

Tra questi due astri splendentissimi potrebbero sistemarsi quindi più di 50 sistemi pianetari come il nostro. C'è però un problema. Il movimento reciproco di queste due stelle, studiato fin dal 1832 da Wilhelm Struve, risulta quasi impercettibile. È probabile quindi che questi due oggetti celesti non siano in realtà compagni, cioè non siano legati dall'attrazione gravitazionale l'uno all'altro, bensì appaiano vicini solo per un effetto di proiezione sulla volta celeste. Per caso, cioè, si trovano allineati nella direzione della nostra visuale.

Coppie di stelle come questa si distinguono dalle stelle doppie vere e proprie, cioè legate fra loro dalla gravita, per il fatto che, al passare del tempo, non esibiscono nessun moto orbitale. Albireo potrebbe essere quindi una doppia ottica, mentre i sistemi binari legati dalla gravitazione sono detti doppie fisiche.

Un compagno vero

 

C'è un'altra caratteristica di questo sistema doppio abbastanza curiosa. Mentre abbiamo visto che nel caso di Albireo A e B la duplicità è piuttosto incerta, l'analisi spettroscopica rivela una sicura duplicità per la componente principale. Infatti nello spettro di Albireo A appaiono chiari i segni della presenza di un compagno molto vicino. Quindi esiste un terzo compagno, anch'esso di tipo spettrale B, così prossimo ad Albireo A da non poter essere separato neanche alla visione telescopica.

Insomma oltre che per la sua affascinante bellezza, beta Cygni (il cui nome errato già rappresenta un mistero) ci attira per i segreti che in sé racchiude.

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