Orsa Minore

Sapete trovare in cielo l'Orsa Minore oppure, ahimè, siete tra quelli che, avendo sentito parlare del "Piccolo Carro", lo confondono con le Pleiadi? La domanda è meno provocatoria di quel che sembri. Un contadino della Mesopotamia di 3000 anni fa, un navigatore fenicio, un pellerossa americano non avrebbero mai commesso un così macroscopico errore, ma nella metropoli tecnologica, che si permette di cancellare il cielo notturno riverberandolo di luminarie, non c'è da meravigliarsi se i bambini non hanno mai visto una lucciola e gli adulti la Stella Polare.

 

Segnalatrice del polo

 

La Polare è la alfa UMi, la stella più luminosa dell'Orsa Minore. E una variabile della classe delle cefeidi che oscilla di poco intorno alla magnitudine 2 con un periodo di circa 4 giorni.

Ma "Polare" è, per così dire, solo un soprannome. La alfa UMi se l'è guadagnato negli ultimi tremila anni per il fatto che è la stella luminosa più vicina al Polo nord celeste, quel punto del cielo verso cui è diretto l'asse di rotazione della Terra.

Quindi, per noi terrestri, intorno ad essa ruota tutta la volta celeste e se seguissimo per un'intera notte il percorso in cielo di una stella ci accorgeremmo che ha la forma di una circonferenza con il centro nella alfa UMi. Per la precisione, in un punto che dista poco meno di 1° da essa.

Un grado è già poca cosa, ma la distanza è destinata a diminuire ancora per tutto il prossimo secolo fino a toccare il minimo di circa 28' (poco meno di mezzo grado) nel 2150; poi prenderà ad aumentare.

Nel lontano futuro (ed è stato così anche nel lontano passato) il Polo nord celeste sarà ormai così discosto dalla alfa UMi che ci tornerà comodo rimpiazzarla con qualche altra stella nella funzione di segnalatrice del Polo: sarà quest'altra che si meriterà allora l'appellativo di "Polare".

Ma torniamo alla nostra costellazione che era conosciuta già in tempi antichissimi, quando i Fenici pare la chiamassero "la coda del cane" e seguivano la alfa UMi per orientarsi a nord.

Ma anche le popolazioni mongole e i cinesi si riferivano ad essa con funzioni di orientamento nelle migrazioni tra i deserti o nella navigazione.

Il suo nome era "stella della calamità", per evidenti motivi. Secondo una antica leggenda dei pellerossa americani fu una giovane dea ad indicare per la prima volta ad una generazione di mitologici guerrieri la via del nord segnata dalla costellazione. I Greci la battezzarono "Piccolo Carro" solo nel VII secolo a. C.; prima pare che non si fossero accorti di questa costellazione, che ricalca nella forma il Gran Carro dell'Orsa Maggiore, anch'esso disegnato da sette stelle.

 

Le stelle del Piccolo Carro

 

Le stelle più luminose

nome

magnitudine

spettro

distanza (a.l.)

a Polare

2,0

F8

800

b Kochab

2,1

K4

100

g Pherkad

3,1

A3

200

z Alifa

4,3

A3

120

d Yilden

4,4

A1

150

Stelle variabili

nome

m. max

m. min

periodo (giorni)

tipo

g Pherkard

3,1

- -

--

ir.

V

7,4

8,8

72

sr.

R R

4,7

5,1

40

sr.

U

7,5

13,0

326,5

Mira

R

8,8

11,0

324

Mira

S

7,7

12,7

327

Mira

Le principali stelle doppie

nome

A.R (1950)

dec.

ma

mb

separaz.

a Polare

01h48,8m

+89°02'

2

9

18,4

p

15h32,0m

+80°37'

6,5

8

31,1

 

In tutta la costellazione, le stelle più luminose della quarta magnitudine sono solo tre: alfa, beta, gamma.

La alfa rappresenta l'estremità del timone del carro ed è accompagnata a 18 secondi d'arco da una stellina azzurra di nona magnitudine, individuabile con telescopi piccoli o medi. Da quando la si è scoperta è rimasta praticamente ferma nella sua posizione orbitale, il che significa che è molto lontana dalla Stella Polare. Entrambe distano 800 anni luce da noi.

Proseguendo dalla alfa verso le deboli delta e epsilon, entrambe di magnitudine tra la 4 e la 5, il timone si innesta nel quadrilatero nel vertice segnato dalla zeta, la cui corrispondente "ruota" è la eta; anche queste due stelline si vedono con qualche difficoltà, tanto sono deboli, e solo in cieli scuri, non inquinati dalle luci cittadine. Le ultime due stelle, la beta (Kochab) e la gamma (Pherkad), meritano un po' più di attenzione perché sono rispettivamente di magnitudine 2 e 3.

La beta, di nome Kochab, in un tempo antichissimo (circa nel 1200 a.C.) era più vicina al Polo della alfa e probabilmente veniva considerata la "Polare" dai naviganti del Mediterraneo.

Il suo nome proprio, Kochab, ne reca memoria perché alcuni lo fanno derivare dall'arabo Kau-cab-al-Seemali che significa "la stella del nord".

La gamma, di nome Pherkad, è una stella variabile irregolare ed è accompagnata da una stella di magnitudine 5, la 11 UMi, a circa un quarto di grado:

la coppia è abbastanza spettacolare per il contrasto di colori (l'una è bianca, l'altra è giallo-arancio) da essere ben visibile con un buon binocolo. Comunque, non costituisce un sistema binario di astri fisicamente associati perché le rispettive distanze da noi sono molto diverse. Sono vicine in cielo solo per un effetto di prospettiva.

L'Orsa Minore non contiene nebulose ne galassie, comprende invece interessanti stelle doppie e variabili.

 

Cartina

 

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