Cocchiere
E' una costellazione abbastanza notevole il Cocchiere, sia per le dimensioni (occupa 657 gradi quadrati) che per gli oggetti che contiene. La sua parte sudoccidentale giace sulla Via Lattea.
Si colloca ad ovest di Andromeda ed a nord del Toro e dei Gemelli; si individua facilmente per due caratteristiche: la prima è data dalla presenza di alfa Aur, la famosa Capella (la capretta); dopo Vega come luminosità, è la sesta stella più luminosa del cielo (la sua magnitudine visuale apparente è 0,08); la seconda è la configurazione a pentagono di cinque stelle: alfa, beta, theta, iota e beta Tau; quest'ultima veniva una volta anche attribuita al Cocchiere come gamma Aur, denominazione che oggi non esiste più.
Anche questa è una costellazione molto antica e già i Greci la conoscevano con tale nome e pare che la associassero ad Erichton, il re di Atene inventore del carro. Nelle belle figure del passato era rappresentato come un uomo che tiene nella mano destra (la stella theta Aur) una frusta, individuata da una sequenza di stelle di nome psi con l'apice da 1 a 10 (cioè psi-1, psi-2, psi-3... in realtà, ora la decima cade nella Linee e porta la sigla 16 Lyn; sul braccio sinistro reca una capra (la alfa Aur) con tre caprette (epsilon, età e zeta Aur).
Venendo alle stelle doppie, occorre parlare anzitutto di Capella: essa è una stella doppia riconosciuta con lo spettrografo prima e misurata poi anche con l'interferometro; la separazione delle componenti non supera 0",05; il periodo di rivoluzione è di 104 giorni. Passiamo alla omega, Aur composta da una stella bianca di magnitudine 5,0 accompagnata a 5",1 da un'altra di 7,8.
Un grado circa a sud della mu Aur appare una bella coppia, la ADS 3734, composta da una stella azzurra di magnitudine 6,7 e da una arancione, di magnitudine 6,8, separate di 1",5.
Più facile è la 26 Aur: la primaria di magnitudine 5,4, che è una doppia stretta, ha una compagna di 8,6 a 12".
Tra le variabili, citiamo anzitutto due delle tre caprette. La prima è epsilon Aur, una doppia ad eclisse col periodo di ben 27 anni; doppie ad eclisse con un tale lungo periodo appartengono al gruppo delle VV Cep, dalla stella assunta come prototipo. L'eclisse dura due anni, di cui uno è di totalità, e la luminosità passa da 2,9 a 3,8; la lunghezza del periodo non ha permesso sinora di studiare molto l'eclisse, cosicché anche i modelli fatti per rappresentare il sistema sono vaghi: si ritiene comunque che una compagna piccola, calda, contornata da materia a forma di disco provochi l'eclisse periodica di una supergigante. La seconda è zeta Aur, che è pure una variabile ad eclisse avente un periodo di 2,66 anni: qui pare che sia una stella azzurra, calda, a venir eclissata periodicamente da una gigante arancione; questa volta il fenomeno dura circa tre mesi, di cui uno di totalità; il calo di luminosità è di sole 0,3 magnitudini. L'affermazione che la stella eclissata deve essere azzurra viene confermata dalle eclissi osservate nel blu che sono più profonde (ma ancor di più quelle osservate nell'ultravioletto).
Tra le varie Mireidi citiamo la R Aur, gigante rossa che varia tra 6,7 e 13,9 in 458 giorni e la U Aur, che varia di ben otto magnitudini ed ha il periodo di 408 giorni.
Una bella cefeide classica (stella supergigante molto luminosa la quale è soggetta ad una periodica contrazione e successiva espansione degli strati più esterni) è RT Aur, cioè 48 Aur, una stella visibile ad occhio nudo.
Essa scende dal massimo di luce (magnitudine 5,0) al minimo (magnitudine 5,8) e poi risale più rapidamente, in un periodo di 3,73 giorni. Più rapida è la CO Aur, che varia tra le magnitudini 7,5 e 8,1 in 1,78 giorni, mentre più lente appaiono sia RX Aur, il cui periodo è di 11,62 giorni, che SY Aur, col periodo di 10,15 giorni. Tra le irregolari ricordiamo AE Aur, una stella calda che sta eccitando una nebulosità diffusa, nella quale sembra sia entrata meno di tre milioni di anni fa, provenendo da una regione di cielo ben differente, posta nelle vicinanze della notissima nebulosa di Orione, M42. Ciò è stato arguito dalle osservazioni del suo spostamento nello spazio; è una delle tre fuggitive oggi conosciute (le altre sono mu Col e 53 Ari).
Tra gli oggetti non stellari, moltissimi sono gli ammassi aperti: M38 fu scoperto nel 1749 da Le Gentil; si trova un po' a sud del centro del grande pentagono, tra le stelle theta e iota Aur; la magnitudine globale è 6,6 ed il suo diametro angolare è sui 18', entro i quali si infittiscono moltissime stelle.
M36 venne scoperto ad M 38, dato che dista da esso di circa 3° a sud est; anch'esso è molto ricco di stelle, sparse su 16' di diametro ed è globalmente un po' più luminoso (magnitudine 6,5) forse per il grande numero di stelle azzurre e l'assenza di giganti rosse. Ciò lo rende simile alle nostre vicine Pleiadi ed è quindi abbastanza giovane. Ancora più luminoso è M37, scoperto da Messier nel 1864; la sua magnitudine globale è 5,8 e si possono contare più di un centinaio di stelle entro 24' di diametro. Per la presenza di una dozzina di stelle giganti rosse, si ritiene che M37 sia il più vecchio dei tre, mentre appare che siano tutti e tre più o meno alla medesima distanza da noi, oltre i 4000 anni luce.
NGC 2281 non può rivaleggiare con i precedenti; tuttavia ha una magnitudine fotografica di 7,2, ed un diametro di 15' in cui si notano pure diverse stelle brillanti, le quali sembrano ripartirsi in tre rami.