Alnitak
Pur non essendo una delle stelle più conosciute, Alnitak è un astro che sicuramente tutti abbiamo notato, d'inverno, guardando verso la costellazione di Orione.
Essa si trova allineata con altre due stelle verso il centro della costellazione, ed è la più meridionale del trio. Zeta Orionis, questo è il nome attribuitele dagli astronomi, merita di essere ricordata non solo per il fatto di trovarsi in una delle regioni più affascinanti del ciclo, ricca di nebulose, stelle variabili e stelle in formazione: scopriremo ora come sia molto interessante anche di per se stessa.
Una giovane supergigante
Alnitak dista da noi ben 1100 anni luce, eppure il suo splendore ci giunge ben fulgido: la stella è infatti intrinsecamente luminosissima, ben 16 mila volte il Sole! Il suo spettro, di tipo O, ci dice che si tratta di una stella blu, cioè dalla temperatura superficiale molto alta.
Siamo di fronte quindi ad un oggetto abbastanza raro: astri così luminosi e caldi non sono molto frequenti, e si può capire facilmente il perché. Luminosità e temperature così elevate implicano una vita dispendiosa, in cui il combustibile a disposizione viene bruciato in fretta; e la stella molto rapidamente evolve verso temperature più basse e alla fine "muore".
Ne consegue che se riusciamo a vederli, luminosissimi e blu, abbiamo colto questi astri poco dopo la loro nascita; ed anche poco prima della loro fine, che avviene dopo qualche decina di milioni di anni appena.
Epsilon e delta Orionis, le altre due stelle che allineate con Alnitak formano la cintura di Orione, sono pure stelle giovani e luminosissime. Ciò conferma che la regione di Orione è una efficientissima fucina di stelle, che emergono brillanti dalle splendide nebulose della zona.
Circondata da meraviglie
Zeta Orionis si trova in una regione ricca di addensamenti di gas ben noti a tutti gli appassionati del ciclo e che costituiscono la delizia degli astrofili che vogliono cimentarsi in osservazioni e fotografie. In particolare, a fianco di Alnitak vi è la brillante NGC 2024, solcata da striature di polvere.
Appena sotto di essa si trovano due nebulose che avvolgono altre due stelle blu, molto calde: sono IC 435 ed NGC 2023, che si proiettano su una scura nube di polveri. Quest'ultima disegna su un'altra splendida nebulosa luminosa, IC 434, la nebulosa oscura B 33, nota come Testa di Cavallo, uno degli oggetti più famosi del cielo.
La debole emissione nel rosa e nel rosso di queste nebulose è però difficile da rivelare con telescopi amatoriali: lo splendore intenso di Alnitak e delle altre stelle giovani circostanti le nascondono quasi completamente.
Esiste una qualche relazione tra Alnitak e queste spettacolari masse gassose? Hubble, nel 1922, aveva pensato che essa potesse essere responsabile dell'emissione della nebulosa NGC 2024, grazie all'eccitazione degli atomi di idrogeno del gas provocata dal suo intenso irraggiamento.
In realtà, Alnitak è troppo lontana dal centro della nebulosa perché ciò sia possibile. Evidentemente esistono altre stelle giovani e brillantissime, all'interno della NGC 2024, che sono le vere sorgenti eccitatrici del gas, ma che ci sono ignote.
Un sistema triplo
Un'altra caratteristica che rende interessante Alnitak è che essa è in realtà un sistema stellare triplo. Una debole componente più lontana, che si trova a 57,6 secondi d'arco dal resto del sistema, ed è di decima magnitudine, orbita attorno ad un sistema doppio.
In quest'ultimo abbiamo una stella luminosissima di magnitudine 1,91 e di tipo spettrale O, ed una compagna di magnitudine 5,5 alla distanza di 2,6 secondi d'arco. Forse la componente più separata e più debole non è legata gravitazionalmente alle altre: poiché in un secolo essa si è spostata di soli 8 gradi, il suo periodo orbitale eventualmente deve essere di parecchie centinaia di anni. D'altronde la distanza che la separa dalle altre due è enorme: circa trenta volte la distanza di Plutone dal Sole!
Anche se non ci sono sicuramente pianeti ad orbitare attorno alle componenti di questo sistema triplo (le componenti sono troppo poco longeve per permetterne la formazione) non è però del tutto vuoto lo spazio tra di esse: infatti Alnitak emana un vento stellare fortissimo, che estrae materia dalla stella ad un ritmo di un centomillesimo di massa solare per anno e crea attorno ad essa un bozzolo di gas e polveri.