Introduzione all'osservazione
Descrizione sintetica degli oggetti celesti che si possono ammirare in cielo
La visione notturna è ben differente da quella diurna. Essa richiede un adattamento che si consegue con un lento processo chimico che procura ai nostri occhi una sensibilità massima in circa 20 minuti. Quindi, considerate un po' di tempo per l'adattamento all'oscurità e soprattutto non utilizzate una lampada troppo brillante, perchè la porpora retinica sviluppata dall'occhio viene immediatamente distrutta, con la conseguenza che si richiede una nuova attesa.
Una buona soluzione consiste nell'attenuare la luce di una lampada portatile con un pezzo di carta di colore rosso o di rivestire il vetro di più strati di smalto per unghie.
In queste condizioni, con una guida, potrete passare dei piacevoli momenti alla scoperta e all'osservazione del cielo. Ma è importante anche da dove si osserva. Cercate di trovare una località assai lontana da fonti di luce. Per la medesima ragione evitate i periodi di Luna piena, la cui luminosità disturba notevolmente.
Infine, in inverno, copritevi bene, perché sarebbe un peccato rinunciare ad esplorare il cielo semplicemente a causa del freddo.
Stelle e pianeti
In qualsivoglia momento osserviate, vi sono in permanenza oltre 2000 piccoli punti visibili nel cielo. In totale, tra emisfero Nord e Sud, ve ne sono circa 5000 osservabili ad occhio nudo. La stragrande maggioranza è composta da stelle, ma sovente è possibile osservare anche dei pianeti.
Qual è la differenza?
Le stelle sono immense sfere di gas formato essenzialmente d'idrogeno. Al centro hanno luogo delle reazioni termonucleari continue identiche a quelle delle bombe all'idrogeno. La stella che ci è più prossima, e di gran lunga, il Sole, riversa sulla Terra questo stesso tipo di energia sotto forma di luce e di calore.
La Terra è un pianeta orbitante attorno ad una stella: il Sole. Un pianeta è un satellite di una stella dalla quale riceve energia. Il nostro Sole ha nove pianeti che gli girano attorno.
Partendo dal Sole, successivamente si incontrano:
Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone.
I pianeti visibili ad occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) non sono indicati nelle carte. Il motivo è che a causa del loro movimento di rivoluzione attorno al Sole e di quello della Terra, noi li vediamo spostarsi in rapporto al fondo di stelle. Se osservate un punto luminoso non segnato sulle carte della guida, si tratta certamente di un pianeta.
Le costellazioni
Benché sia poco probabile che un giorno si possa trovare un documento che indichi l'epoca in cui gli uomini hanno cominciato a dare dei nomi a gruppi di stelle, se ne può capire la necessità. I navigatori, i pastori, gli agricoltori già ai primordi misero in relazione la posizione o la visibilità di certi astri con l'avvento di fenomeni collegati alle loro attività. Questa conoscenza, accumulata lentamente, è stata dapprima tramandata in forma orale e poi scritta. I persiani, i greci e gli arabi contribuirono notevolmente alla sistemazione futura delle carte del cielo.
Ma perché fu scelto un tale gruppo di stelle piuttosto che un altro? Vi è tutta la storia dei nostri miti proiettata nel cielo. Oggigiorno sappiamo bene che questa rappresentazione non significa nulla perché la "volta celeste" non
è formata da un insieme di stelle poste alla medesima distanza. I nostri sensi non ci permettono di apprezzarlo, ma il cielo che noi vediamo deve essere inteso in tre dimensioni. Così il Gran Carro non è quella "casseruola" che le sue stelle sembrano raffigurare.
Segnaliamo infine che ciascuna stella ha un suo movimento proprio, impercettibile visualmente nella scala di più generazioni, ma già sensibile sui millenni.
Le costellazioni create dagli antichi hanno il solo vantaggio di facilitare il riconoscimento di questi gruppi nel cielo.
Le distanze degli astri
Il problema della valutazione delle distanze è importante in astronomia e, fortunatamente, oggi diverse tecniche, controllabili a vicenda, permettono misure discretamente precise. Ma conoscere queste distanze è una cosa, percepirne il gigantismo è ben altra cosa.
Immaginiamo una nave spaziale che si sposti dalla Terra alla Luna in un secondo (questa è grosso modo la velocità della luce). A questa velocità impiegherebbe 8 minuti (480 volte di più) per arrivare fino al Sole, 30 minuti fino a Giove e più ore per uscire dal sistema solare!
Questo sistema formato dal Sole e da nove pianeti è uno dei sistemi di miliardi di altre stelle appartenenti alla galassia detta Via Lattea.
Così, sempre alla medesima velocità, essa dovrebbe viaggiare 4 anni e mezzo per raggiungere la stella più vicina e oltre 100.000 anni per attraversare la nostra galassia.
Le galassie stesse sono così numerose (si stima che nell'Universo vi siano più galassie che non stelle in una singola galassia!) e così lontane che occorre un viaggio di un milione di anni per raggiungere le più vicine (un milione di anni passato a viaggiare alla velocità della luce: cioè un milione di anni-luce).
Ma cos'è la Via Lattea?
I persiani immaginavano che un grande fiume scorresse nel cielo e che sulle rive della Via Lattea passassero dei branchi di gazzelle dalle zampe minute, dei cammelli, dei cavalli e degli struzzi. Presso delle tende, s'estendevano oasi con piantagioni di datteri
e nel mezzo del paradiso d'Allah si sarebbe trovato un tesoro di pietre preziose: lo scrigno dei gioielli, presso la Croce del Sud. Voi non avrete certamente visto tale paradiso, ma avrete sicuramente osservato questa striscia lattescente che solca il cielo. Si tratta di una concentrazione notevole di stelle, come capì per primo Galileo; le più brillanti sono distinguibili
singolarmente già con un binocolo. La Via Lattea rappresenta semplicemente la nostra galassia vista dall'interno, poiché noi facciamo parte di essa.
Per comprendere meglio questo punto, è bene ricordare che tutte le stelle che noi vediamo fanno parte di una grande struttura chiamata Galassia. Essa è formata da più di 100 miliardi di stelle e ha una forma lenticolare vista di taglio e l'aspetto di una spirale vista dall'alto.
Il nostro sistema solare non si trova al centro di questa immensa girandola, ma piuttosto nei pressi della periferia. Se noi osserviamo nella direzione "di taglio", vediamo una maggiore concentrazione di stelle rispetto al piano perpendicolare della Galassia. Ecco come si spiega la presenza di questa Via Lattea.
Nebulose
Charles Messier (1730-1817) era un grande cacciatore di comete. Durante le numerose notti passate dietro il suo telescopio, egli scoprì tutta una serie di oggetti nebulosi (come le comete) ma immobili. Il suo strumento e le teorie dell'epoca non erano sufficientemente perfezionati per consentire una spiegazione adeguata di questi astri ed egli si limitò a compilarne un catalogo noto ai giorni nostri come "Catalogo Messier".
In seguito gli strumenti hanno permesso di constatare che la terminologia "nebulose" raccoglie una collezione d'oggetti talvolta molto differenti. Certi sono visibili ad occhio nudo, ma la maggior parte richiede un binocolo o un piccolo telescopio. Si tratta di: galassie, ammassi globulari, ammassi aperti, nebulose planetarie, nubi interstellari...
Comete e meteore
Si tratta di due classi di oggetti ben differenti, ma che troppo spesso vengono confusi tra di loro.
Come abbiamo già detto, il sistema solare è composto dal Sole e da nove pianeti che gli ruotano attorno. Ma il quadro non sarebbe completo senza le comete. Esse sono composte in gran parte di molecole d'acqua e di polveri; le si può assimilare a grossi blocchi di neve sporca. Con diametri tipici di alcuni chilometri, esse ruotano attorno al Sole su delle orbite generalmente molto ellittiche che le conducono sovente a distanze dal Sole superiori a quelle di Plutone. Alcune rimangono relativamente vicine al Sole e compiono la loro orbita più rapidamente. I loro periodi di rivoluzione vanno da qualche anno a centinaia d'anni.
Questi corpi, inerti quando sono lontani dal Sole, sono i nuclei delle comete. Ma quando si avvicinano al Sole, all'incirca alla distanza dell'orbita di Marte, il maggiore irraggiamento provoca la sublimazione dei gas contenuti nel nucleo. Questi vanno a costituire un guscio molto esteso chiamato chioma. Con l'ulteriore avvicinarsi al Sole si sviluppa anche la famosa coda: un'immensa "capigliatura" molto poco densa che si stende su milioni di chilometri e dà grandiosità alle comete. In alcune si è osservata una coda tanto lunga quanto la distanza Terra-Sole! Le comete appaiono spostarsi molto rapidamente nel cielo (alcune, che passano relativamente vicino al nostro pianeta, possono percorrere più di 40° in una notte!).
La velocità è la caratteristica più peculiare delle meteore. Nelle notti limpide e senza disturbi luminosi si vedono frequentemente brillanti tracce luminose che attraversano una grande porzione di cielo. Se si ha la pazienza di osservare tutte le notti, soprattutto nelle ore che precedono l'alba, per qualche decina di minuti, se ne vedranno in grande quantità.
Come ebbe a dimostrare nel secolo scorso l'astronomo italiano G. V. Schiaparelli, vi è uno stretto legame tra comete e meteore. Quando si avvicinano al Sole le comete espellono parte dei loro materiali, che dapprima vanno a costituire chioma e coda e che in un secondo tempo si distribuiscono lungo l'orbita della cometa, alla quale non fanno più ritorno. Quando la Terra, percorrendo la sua orbita intorno al Sole, incrocia l'orbita delle comete, "spazza" questa polvere interplanetaria. Queste particelle (grani di "sabbia" di qualche grammo) entrano in contatto con l'atmosfera terrestre a grande velocità (da 10 a 75 km/sec.) e divengono incandescenti per l'attrito in modo analogo ai veicoli spaziali durante il rientro nell'atmosfera terrestre. Il riscaldamento è così intenso tra 70 e 40 km di altitudine che queste particelle si volatilizzano completamente. La traccia luminosa di questa combustione è osservabile anche a grandi distanze: il fenomeno prende il nome di meteora o, popolarmente, stella cadente o stella filante. L'eventuale frammento che giunge fino al suolo è denominato meteorite. I meteoriti derivano da frammenti maggiori che non si consumano nell'attraversamento dell'atmosfera terrestre. Certi periodi sono più favorevoli di altri per l'osservazione delle meteore. Essi sono:
DATA |
SCIAME |
NUMERO MEDIO DI SCIE ALL'ORA |
2-4 gennaio |
Quadrantidi |
70 |
21-22 aprile |
Liridi I |
10 |
4-6 maggio |
Acquaridi I |
60 |
14 giugno |
Scorpio-Saggitaridi |
10 |
28-29 luglio |
Acquaridi II |
20 |
11-13 agosto |
Perseidi |
150 |
20-21 ottobre |
Orionidi |
25 |
3-8 novembre |
Tauridi |
12 |
15-18 novembre |
Leonidi |
Fortemente variabile |
12-14 dicembre |
Geminidi |
25 |
I nomi degli sciami indicano da quale costellazione la scia sembra scaturire. Il punto esatto prende il nome di radiante, ma si tratta di un effetto prospettico. Ormai con una certa frequenza si vedono dei punti luminosi che si spostano rapidamente nel cielo, ma meno delle meteore. Si presentano con l'intensità luminosa delle stelle e si muovono o in direzione nord-sud (o sud-nord) o ovest-est. Questi sono i segni dell'attività umana nelle vicinanze della Terra, cioè i satelliti artificiali.
Si calcola che tra satelliti veri e propri, frammenti di razzi e detriti oggi vi siano almeno 20.000 oggetti in orbita! E diventato pressoché impossibile fare una fotografia astronomica a lunga posa senza trovare la traccia di uno di essi nella pellicola. I maggiori sono ben visibili ad occhio nudo, ma quelli osservabili al telescopio sono circa 6.000, tutti regolarmente orbitanti intorno alla Terra, ma molti ormai inattivi. L'atmosfera sta divenendo una pattumiera spaziale?
Misurare nel cielo
Valutare degli scarti, delle distanze angolari non è molto facile per il curioso privo di strumenti. Noi possediamo pur tuttavia un attrezzo molto valido: le nostre mani. Grazie ad esse noi possiamo farci un'idea corretta delle dimensioni delle costellazioni (in valore angolare!) e modificare delle idee preconcette. La Luna piena costituisce un esempio rimarchevole: il suo diametro non è che 1/2 grado (30' d'arco), cioè quanto un comune piatto da cucina (da 24 cm di diametro) posto a 27 metri dall'osservatore. Provate a chiedere a quale distanza occorrerebbe mettere un tale piatto perché ci appaia delle dimensioni della Luna e sentirete quali risposte vi daranno i vostri conoscenti. Per le nostre tradizioni culturali e nel linguaggio abituale noi diciamo: il Sole, la Luna o le stelle sorgono e tramontano.
Questa espressione mette in evidenza che esiste un movimento. Il nostro morboso antropocentrismo ci fa dimenticare la relatività di questo movimento e implica la rotazione attorno a noi!
Eppure la Terra gira, intorno al suo asse, intorno al Sole e col sistema solare intorno al centro galattico. Le galassie si allontanano le une dalle altre... tutto si muove.
Osservando il cielo, durante la notte constaterete che delle stelle appaiono mentre altre scompaiono; questo è causato dal fatto che la Terra ruota intorno ad un suo asse immaginario.
Questo asse, prolungato sulla sfera celeste, passaq in vicinanza della stella Polare nell'emisfero nord e in una regione povera di stelle brillanti in quello sud.
Queste due regioni sembrano fisse per l'osservatore, che non può vederle simultaneamente, salvo teoricamente all'equatore. Nell'emisfero nord è così possibile vedere l'Orsa Maggiore, l'Orsa Minore e Cassiopea ruotare attorno alla Polare durante la notte. Un piccolo orologio celeste vi aiuterà in questa scoperta. Un'osservazione analoga è possibile nell'emisfero sud con la Croce del Sud, la Grande e la Piccola Nube di Magellano.
Quando osserverete in modo più assiduo, potrete constatare che non ritroverete le medesime stelle alle stesse ore col passare dei giorni. Dopo alcuni mesi non ritroverete più lo stesso cielo perché la Terra ruota intorno al Sole.
Le stelle situate nella stessa direzione del Sole sono invisibili, ma lo spostamento della Terra nella sua rivoluzione intorno al Sole ce ne permette l'osservazione 6 mesi più tardi. Anzi, voi dovrete riconoscere il cielo stagione dopo stagione e, come gli antichi, capire quando si avvicina l'inverno in base a come si presentano certe costellazioni.