Lo Schmidt - Cassegrain

Il telescopio poco ingombrante e facile da utilizzare

 

Uno dei problemi più grossi per il dilettante che desideri uno strumento di una certa apertura, oltre al costo, è rappresentato dall'ingombro e dal peso.

Questo problema non indifferente è stato risolto negli anni '60 con l'adozione di uno schema ottico tipo Schmidt ma con la lastra di correzione nel fuoco anziché nel centro di curvatura.

Tale variante si traduce immediatamente in un dimezzamento della lunghezza del tubo, con notevoli benefici sia alla leggerezza che alle dimensioni. In tal modo è possibile tenere e maneggiare in un comune balcone cittadino uno strumento di 20 o 25 cm, mentre con il Newton classico si avrebbe lo stesso ingombro con un 15 cm ed un'apertura di soli 8-9 cm nel caso più sfavorevole di un rifrattore.

Questo schema permette quindi di tenere in poco spazio o di trasportare facilmente un telescopio di 20 cm di diametro.

Lo schema ottico si basa su uno specchio primario concavo sferico (come lo Schmidt puro) al quale è associata una lastra correttrice di potenza doppia (per compensare il dimezzamento della distanza) ed uno specchio secondario convesso.

Quest'ultimo moltiplica per circa un fattore 4 la focale del primario, che normalmente ha un rapporto finale di f/10, benché il tubo non ecceda il mezzo metro.

Un tubo cosi corto, e di conseguenza leggero, richiede un supporto poco massiccio e, di riflesso, poco costoso. Pertanto questa configurazione ottica permette ai costruttori di mantenere i costi a livelli molto concorrenziali rispetto agli schemi classici.

I vantaggi

Alcuni vantaggi li abbiamo già citati: leggerezza, compattezza e - entro certi limiti - prezzi competitivi. Un altro vantaggio è la comodità d'uso che consente, ad esempio, di osservare stando seduti su uno sgabello. Si hanno poi tutti i comandi a portata di mano, prontamente disponibili senza richiedere pose da contorsionista e allontanamenti dall'oculare.

La manovra di messa a fuoco si effettua in quasi tutti i modelli spostando avanti e indietro lo specchio principale. In tal modo è possibile variare la posizione del piano focale, adattandolo agli accessori inseriti.

La lastra correttrice di forma asferica chiude il tubo e sorregge il secondario, che così non richiede degli appositi sostegni, sempre fonte di abbassamento del contrasto. Il tubo chiuso dalla lastra diminuisce la turbolenza interna dell'aria e allunga di molto la vita dell'alluminatura o argentatura che ricopre gli specchi.

Un altro aspetto da considerare è la grande diffusione di questi strumenti, per i quali conseguentemente è reperibile una marea di accessori, che realmente aiutano a risolvere molti dei problemi che si incontrano nell'uso del telescopio.

Gli svantaggi

Come si suoi dire, non è tutto oro ciò che luccica e gli Schmidt-Cassegrain non fanno eccezione.

L'espediente di porre la lastra di correzione nel fuoco anziché nel centro di curvatura se da un lato riduce drasticamente la lunghezza, dall'altro limita pure il campo utile, per la cui estensione gli Schmidt classici sono famosi. In questa variante con il fuoco Cassegrain i modelli più diffusi, con 20 cm di diametro e rapporto d'apertura di f/10, presentano una buona correzione per un campo inferiore ad un grado.

Lo specchio secondario asferico è relativamente grosso rispetto al primario, con lo svantaggio che l'immagine ne risulta un po' alterata; si ha soprattutto una riduzione del contrasto rispetto a quello offerto da un'apertura senza alcuna ostruzione. Di per sé la cosa non stupisce, poiché praticamente tutti i riflettori presentano questo svantaggio. Ma negli Schmidt-Cassegrain questa occlusione è più alta, arrivando fino quasi al 40%, dove nei Newton classici è nell'ordine del

25%.

Si è detto che la messa a fuoco avviene, in quasi tutti i modelli, spostando avanti e indietro lo specchio principale. Questa soluzione, oltre ai vantaggi accennati, comporta però due inconvenienti. Uno è dato dal fatto che per una resa ottimale la distanza primario-secondario deve corrispondere ad una data misura (fissata in sede di progetto) e non può variare a seconda dell'accessorio montato. Come ci si allontana da questa misura le prestazioni ottiche diminuiscono. Nel suo movimento di va e vieni per la messa a fuoco lo specchio principale subisce dei minutissimi spostamenti laterali, che però si manifestano chiaramente nell'immagine finale a causa dell'ingrandimento di quest'ultima. Tali spostamenti possono apparire molto fastidiosi, soprattutto per i perfezionisti.

Evitare questi piccoli decentramenti richiede una meccanica molto precisa. Ma, forse, lo "svantaggio" più sentito da molti possessori dello Schmidt-Cassegrain commerciale consiste nella bontà della lavorazione, non sempre portata a livelli di grande perfezione, con la conseguenza che un ottimo Newton poco aperto (ad esempio f/8) all'atto pratico può offrire immagini migliori, nonostante il tubo aperto e i sostegni del

secondario.

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