Cura e pulizia
Come mantenerli efficienti per anni
Come molti altri strumenti di precisione, i telescopi richiedono una cena attenzione per rimanere sempre efficienti, benché, a differenza di altre apparecchiature, siano in grado di offrire per molti anni le stesse prestazioni che avevano il primo giorno d'uso.
In uno strumento che viene tenuto in appartamento le parti meccaniche possono richiedere aggiunte di grasso od olio (generalmente di vaselina) solo dopo molti anni di servizio.
Il lubrificante dovrebbe essere del tipo indicato dal costruttore. In mancanza di informazioni se ne usi tranquillamente un tipo adatto ad altri meccanismi di precisione le cui parti in movimento ruotano lentamente o per macchine da scrivere meccaniche. Negozianti di articoli da ferramenta e meccanici non dovrebbero avere problemi nel dare un buon suggerimento.
I grassi o gli olii vanno applicati con parsimonia sugli snodi e su tutte le parti in movimento, che prima si devono pulire accuratamente con uno sgrassatore onde asportare sia il vecchio strato sia, soprattutto, lo sporco che vi ha aderito.
Il luogo ideale dove riporre un telescopio è un ambiente asciutto; la temperatura non ha molta importanza, ciò che conta è che il tasso di umidità sia modesto: oltre a provocare macchie sulle superfici ottiche, molta umidità deforma i treppiedi in legno, facendoli "imbarcare" e, oltre a soffrirne l'estetica, gli eventuali allungamenti non scorrono più bene o non scorrono del tutto.
La durata del legno aumenta con una mano di vernice trasparente apposita ogni 2-3 anni. La verniciatura non ha soltanto una ragione estetica, ma protegge dall'umidità il materiale che ricopre e, per il ferro, dalla ruggine.
Per una maggiore uniformità ed eleganza il tubo portaottiche dovrebbe essere verniciato a fuoco e non a spruzzo, affidandolo (smontato) ad un verniciatore professionista.
Si faccia attenzione a non forzare mai i movimenti. Se qualcosa non scorre o non si sposta come dovrebbe vi è un motivo ben preciso. Ad esempio, un movimento micrometrico potrebbe essere a fine corsa, oppure è inserita una vite di blocco o, ancora, può essersi verificata qualche rottura per la quale una forzatura eccessiva può solo accrescere i danni. Se qualcosa non va come dovrebbe, prima cercate di capirne il motivo e quindi agite di conseguenza.
Superfici ottiche
La pulizia delle superfici ottiche deve avvenire di rado e solo quando è assolutamente necessario. Infatti, prima che la polvere possa influenzare la resa ottica, occorre che questa sia presente sotto forma di un denso strato.
La pulizia più semplice si esegue sulle lenti prive di trattamenti antiriflessi.
Posto il tubo in posizione orizzontale, dapprima si spennella la superficie con un pennellino morbido tipo quello utilizzato per ottiche fotografiche. Una volta tolti i maggiori granelli di sporco, si passa un panno o del cotone imbevuto di comune alcool denaturato, diluito al 50% con acqua distillata, con movimenti circolari dal centro verso il bordo. Da notare che l'alcool e l'acqua devono essere versati sul panno e non spruzzati sulla lente.
Poiché generalmente le superfici esterne degli obiettivi sono quelle più robuste, durante la pulizia è possibile anche esercitare una cena pressione, ma non prima di essersi assicurati che il panno sia assolutamente pulito e non contenga granelli di materiale vario, che potrebbero rigare la lente. Come liquido, spesso, è sufficiente della semplice acqua purché distillata.
Molto più attenta dev'essere la pulizia di una superficie ricoperta da un trattamento antiriflesso, di norma fluoruro di magnesio. Questi strati, ottenuti per evaporazione sotto vuoto, sono indubbiamente robusti (molto più di quelli che venivano applicati negli anni '60), ma estremamente sottili.
Pertanto, se sufficiente, quì sarebbe preferibile limitarsi a soffiare via la polvere o le altre particelle estranee con un getto d'aria di una pompetta. Se questo non basta, allora dopo il solito spennellamento o una soffiatura con una pompetta, si sfrega il più delicatamente possibile la superficie con cotone imbevuto in una soluzione al 50% di acqua distillata e alcool isopropilico (in alternativa si può usare anche dell'alcool etilico puro) con passate verticali dall'alto verso il basso.
Si ricordi però che neppure i moderni trattamenti antiriflesso resistono a lungo senza deteriorarsi ad uno sfregamento frequente.
Per gli oculari vale lo stesso discorso, con la differenza che a causa delle loro piccole dimensioni è più vantaggioso l'uso delle cartine utilizzate per gli obiettivi fotografici.
Gli specchi
Gli specchi necessitano anch'essi di trattamenti differenti a seconda del fatto che siano argentati, alluminati o alluminari-quarzati.
Nel primo caso, ormai raro, in pratica la pulizia può non essere mai necessaria, dal momento che la durata di un'argentatura è di solo circa 6 mesi. Nel caso di uno specchio alluminato, dopo la solita spennellatura, si continua con un batuffolo di cotone impregnato di alcool isopropilico.
I movimenti devono essere leggeri perché l'alluminatura senza protezione è assai delicata. Si consigliano movimenti circolari, spiraleggianti dal centro verso il bordo e lo specchio posto in verticale.
Il caso più favorevole è quello offerto da uno specchio alluminato e quarzato (o anche ricoperto con monossido di silicio, una protezione un po' meno resistente del quarzo), perché la quarzatura rende lo strato riflettente molto più resistente, pertanto le stesse operazioni si possono praticare con maggiore tranquillità.