La centratura delle ottiche

Per trarre il massimo profitto dello strumento è indispensabile allineare esattamente gli specchi.

 

L'immagine di una stella, anche al centro del campo dell'oculare, può apparire non buona solo perché l'obiettivo non si trova esattamente centrato. Allineare in modo perfetto le ottiche è ancora più importante per il possessore di un telescopio che presenta un campo di definizione molto ridotto, come è il caso dei riflettori molto aperti, che risentono maggiormente di altri dei piccoli disallineamenti.

Nel telescopio Newton, l'allineamento dei due specchi è un'operazione che si compie meglio di giorno. Prima di tutto occorre togliere l'oculare e mettere al suo posto un disco di cartone o di metallo con un piccolo foro (sui 2 mm di diametro al centro) Attraverso questo forellino si vede lo specchio principale riflesso nel secondario, come un disco di luce brillante se lo strumento è diretto verso un fondo chiaro.

La messa a punto del secondario si raggiunge tramite le viti della sua cella, quando l'immagine dello specchio principale appare centrale. A rigore, quest'immagine dovrebbe apparire leggermente spostata verso il fondo del tubo, poiché il cono di raggi non passa simmetricamente attraverso un'ellisse inclinata, ma questa correzione è trascurabile con rapporti meno aperti di f/6-f/7.

Quando l'immagine del primario è centrata e il secondario si trova al centro del tubo (ciò si ottiene agendo sulla vite delle barre di sostegno), nonché concentrico col tubo di messa a fuoco (tubo portaoculare), esso viene bloccato, essendo ormai centrato in tutte le posizioni.

Lo stesso specchio secondario si vede riflesso, nello specchio principale, come una macchia centrale scura con i suoi sostegni. A questo punto occorre agire sulle viti di regolazione dello specchio principale finché la riflessione del secondario è concentrica a quella dello specchio maggiore.

Per accelerare le operazioni può tornare utile ricordare che per portare l'immagine del secondario al centro, partendo dal lato al quale si vede vicino, occorre avvitare la vite della cella del principale che si trova nel lato opposto.

Quest'operazione è molto più immediata se un'altra persona agisce sulle viti mentre si controlla la posizione della riflessione del tubo di messa a fuoco.

Bisogna ricordare che la collimazione di un riflettore di tipo newtoniano è critica, sia perché il suo rapporto d'apertura è piuttosto forzato, sia perché il suo coma è circa doppio di quello di un obiettivo da rifrattore a parità di rapporto di apertura. L'immagine è perfettamente corretta solo per pochi millimetri sul piano focale: cioè solo entro un raggio molto modesto il coma non intacca il potere risolutivo teorico.

 

Nel rifrattore

 

In un rifrattore le cose sono molto meno critiche, sia perché lavora generalmente intorno a f/15, sia perché è più difficile che vada fuori allineamento.

Per centrarlo si punta una stella abbastanza luminosa e ad almeno 40° sopra l'orizzonte (la stella Polare se non si ha il moto orario) e si esamina l'immagine con un forte ingrandimento, ad esempio pari al doppio del diametro dell'obiettivo espresso in millimetri. Se l'allineamento è corretto e la notte calma, la stella appare come un piccolissimo disco, con uno o due anelli concentrici. Sfocando, il dischetto centrale si trasforma in una serie di anelli; se anch'essi sono concentrici e rotondi, l'obiettivo è ben allineato. In caso contrario occorre invece ruotare le viti di registrazione poste sulla sua cella finché si ottengono anelli rotondi e concentrici. Bisogna fare attenzione ai rifrattori più piccoli e/o più economici che non hanno viti di regolazione; se il loro obiettivo risultasse mal allineato, lo strumento dovrebbe essere restituito al venditore.

Di giorno l'obiettivo di un rifrattore si centra coprendolo con il suo tappo o con un panno nero e quindi illuminandolo con una torcia elettrica attraverso il portaoculari. La riflessione che si vede accostando l'occhio a quest'apertura, dev'essere simmetrica alla lampadina che la produce. Le regolazioni vanno protratte fino a quando si perviene a questo risultato.

 

Cassegrain e Schmidt-Cassegrain

 

Per il telescopio di Cassegrain la procedura è simile a quella del newtoniano, con la differenza che lo specchio secondario - qui iperbolico - deve essere sempre perfettamente centrato.

Il centramento degli Schmidt-Cassegrain si ottiene invece agendo esclusivamente sulle viti della cella dello specchio secondario, poiché il correttore e lo specchio sferico sono fissati in modo permanente dal costruttore. Anche nei Maksutov, con specchio secondario ricavato alluminando la pane centrale del correttore, la centratura viene fissata permanentemente dal costruttore. Pertanto, anche qui vale quanto detto a proposito dei piccoli rifrattori: se l'ottica risultasse mal allineata, lo strumento dovrebbe essere inoltrato al costruttore tramite il venditore.

Da rilevare che nei telescopi catadiottrici regolabili, spesso mettere a punto un disallineamento si riduce a una frazione di giro di un'unica vite che equipaggia la cella del secondario. Qui l'allineamento è della massima importanza perché una messa a punto non buona ne penalizza seriamente le prestazioni, a differenza di quanto avviene in un rifrattore a f/15.

 

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