La denominazione delle comete

 

Tra i corpi celesti le comete sono gli unici oggetti che per tradizione assumono il nome dello scopritore (o degli scopritori, se più di uno). Certamente questo è uno dei motivi che ha spinto e spinge tuttora molti astronomi, soprattutto dilettanti, a dedicarsi alla ricerca di nuove comete.

Questa antica tradizione può essere fatta risalire alla metà del XVIII secolo, in occasione del ritorno al perielio di una cometa che era stato previsto da Edmond Halley (la cometa è quella, celeberrima, che ora porta il suo nome). Il francese Charles Messier, nella speranza di essere il primo a riosservarla, contribuì certamente a rendere molto popolare la pratica della ricerca sistematica di comete. Tuttavia, bisogna dire che in quell'occasione l'onore di legare il proprio nome alla cometa fu concesso a Edmond Halley, che ebbe il merito di averne scoperto la periodicità, confermando che le comete percorrono orbite chiuse, piuttosto che al primo avvistatore, l'astronomo tedesco Johan Georg Palitzsch. Lo stesso avvenne per le comete Lexell ed Encke, che non portano il nome degli scopritori; ma si tratta comunque di eccezioni.

Generalmente una cometa porta il nome di chi l'ha scoperta; ma certo nel XVIII secolo i criteri per il riconoscimento degli effettivi scopritori erano tutt'altro che semplici, data l'inevitabile lentezza e difficoltà delle verifiche necessarie. Non essendo fissata una regola di uso generale, l'assegnazione del nome e la numerazione delle comete seguì per decenni un criterio piuttosto soggettivo che non mancò talvolta di creare confusione.

Fu solo tra il 1920 e il 1940 che l'Unione Astronomica Internazionale delineò la norma, rimasta in uso fino al 1994, di indicare i nomi (fino ad un massimo di tre) degli scopritori e di assegnare una denominazione provvisoria composta dall'anno, seguito da una lettera minuscola dell'alfabeto indicante l'ordine di scoperta. In anni recenti il numero di scoperte saturò le lettere dell'alfabeto e si stabilì quindi di ripartire dalla lettera "a" seguita da un numero.

Una volta nota con precisione l'orbita, veniva assegnata la denominazione definitiva, costituita dall'anno del passaggio al perielio seguito da un numero romano indicante l'ordine del passaggio.

IL NUOVO SISTEMA DI DESIGNAZIONE

Dopo il 1994, il criterio di designazione è stato rivisto per renderlo compatibile con quello già in uso per i pianetini. Uno dei motivi fondamentali di questo cambiamento sta nel fatto che diversi oggetti inizialmente classificati come asteroidi si sono rivelati in seguito comete e viceversa. Questo ha prodotto una certa confusione, in quanto troviamo designazioni diverse relative allo stesso oggetto: ad esempio, la cometa 1939b = 1939 IV = P/Vaisala 1 era originariamente classificata come asteroide con la sigla 1939 CB. Viceversa, la cometa 1977t fu più tardi riconosciuta asteroide e designata come 1977YA.

Il nuovo sistema di classificazione, introdotto nel 1995, consiste nell'indicazione dell'anno della scoperta seguito da una lettera maiuscola dell'alfabeto, che identifica la quindicina del mese in cui è avvenuta, e da un numero che ordina le scoperte (sempre relative a quella metà del mese). Questa denominazione viene preceduta da "P/"se la cometa è periodica, da "C/" se non è periodica, da "X/" se non può essere calcolata l'orbita e non si è quindi in grado di discriminare tra i due casi precedenti, da "A/" se un oggetto inizialmente classificato come cometa si rivela in seguito un asteroide. Nei casi di comete periodiche di cui non è possibile prevedere con precisione il ritorno, il prefisso "P/" viene sostituito da "D/". Alle comete che in seguito alla rottura del nucleo appaiono composte da più frammenti, viene aggiunta, di seguito alla designazione, una lettera maiuscola dell'alfabeto che indica a quale frammento si fa riferimento.

Infine, la catalogazione definitiva delle comete periodiche viene effettuata assegnando a ogni cometa un numero seguito dalla lettera "P/" e dal cognome (o cognomi) dello scopritore. L'antica tradizione viene quindi tuttora mantenuta, con la differenza di limitare a due i nomi degli scopritori e di applicarla solo agli oggetti nuovi. Infatti, nel caso di riscoperta di una cometa periodica, il nome dello scopritore viene riconosciuto sulle Circolari IAU ma non è più riassegnato alla cometa, chi mantiene la paternità solo del primo avvistamento.

Da quando la notizia di una nuova scoperta viene pubblicata sulle Circolari dell'Unione Astronomica Internazionale (generalmente oggi questo avviene nel giro di poche ore) la denominazione è da considerarsi definitiva e nessuna modifica (aggiunta dei cognomi di altri scopritori) può essere fatta. Riguardo alle comete periodiche è da ricordare anche che viene mantenuta la suddivisione in oggetti a corto e lungo periodo a seconda che questo sia minore o maggiore di 200 anni.

Ecco alcuni esempi di vecchie e nuove designazioni:

1994a diventa P/1994 A1 (Kushida)

1994c diventa C/1994 E1 (Mueller)

1994u diventa P/1994 X1 (McNaught - Russell)

La cometa 51P/ Harrington, spezzatasi in due componenti, viene indicata come 51P/ Harrington-A (oppure 51P - A) e 51P/ Harrington-B (o 51P - B).

Avendo appena attraversato un periodo di transizione tra il vecchio e i nuovo sistema di designazione, è inevitabile che ci possa essere un minimo di confusione, soprattutto per quanto riguarda le vecchie comete che nei testi e nelle pubblicazioni precedenti al 1995 troviamo ancor indicate con la vecchia catalogazione. L'equivalenza tra vecchio e nuovo sistema è comunque riportata in dettaglio nel Catalog of Cometary Orbii di B.G. Marsden e G. Williams edito dal Minor Planet Center, una pubblicazione fondamentale per un osservatore di comete dato che vi possono trovare gli elementi orbitali di tutte le comete note. Il catalogo viene periodicamente aggiornato e riedito.

Le informazioni relative agli elementi orbitali, effemeridi, equivalenze tra vecchia e nuova designazione, possono essere raggiunte anche via Internet collegandosi al sito del Central Bureau for Astronomical Telegrams (CBAT).

Scritto da GIANNANTONIO MILANI

Sezione comete UAI

 

 

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