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 Acconciature 

Acconciature femminili      Acconciature ellenistiche

Acconciature maschili

 

Classe V C

ACCONCIATURE FEMMINILI DI ETA’ GRECA

 

Età arcaica Età classica

Età severa Età ellenistica

                                        

           

         

 

ETA’ ARCAICA (VII- inizi V secolo a.C)

 

Nella prima metà del VII secolo, all’interno del cosiddetto stile dedalico, le figure femminili (Korai) presentano una pesante capigliatura con ondulazioni orizzontali che gli archeologi chiamano "parrucca a gradini".L’acconciatura, spesso appiattita alla sommità del capo e sormontata da polos (copricapo rituale), si dispone anche in pesanti trecce perlinate che incorniciano il volto triangolare delle fanciulle. Nel VI secolo la capigliatura è resa in modo più vario: a fitte onde con motivo di archetti sulla fronte oppure con file di riccioli a perla sulla fronte e folte trecce ricadenti sul petto.Sul finire dell’età arcaica le pettinature femminili dominanti sono due: la più semplice, visibile nella statuetta di Kore (Fig.1), è caratterizzata dai capelli spartiti al centro coronati da un diadema; la seconda, più articolata, che adorna la Testa di acrolito (Fig.2), è caratterizzata da lunghe ciocche ondulate che scendono rigide sul dorso e trattenute sul capo da un cercine che cinge la fronte: davanti due gruppi di ciocche con scriminatura centrale sono rialzati sulle tempie per lasciare scoperte le orecchie ed essere inserite nel cercine.

 

 

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ETA’ SEVERA (prima metà V secolo A.C.)

Nel periodo severo l’acconciatura femminile raccoglie i capelli, divisi in due bande, con un nodo sulla nuca, formando una massa nascosta spesso in una cuffia (sakkòs) (Fig.3) o in bende girate in un fazzoletto (kekrùphalos) in genere legato alla sommità del capo con un fiocchetto.Talora invece della cuffia una semplice benda passa dalla fronte alla nuca sostenendo la massa dei capelli.Un bellissimo esempio di pettinatura di età severa è costituita dalla divinità femminile in trono proveniente da Taranto e conservata nel museo statale di Berlino. I capelli, suddivisi in due bande sulla fronte, si dispongono in una triplice corona di riccioli che spiovono in lunghe trecce sulle spalle mentre sulla nuca sono raccolti in un sakkòs.

 

 

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ETA’CLASSICA (ultimo trentennio del V secolo-inizio IV secolo A.C)

 

In età classica i capelli sono divisi al centro della fronte con le ciocche pettinate all’indietro, o a coprire interamente le orecchie, come nella testina di Atena, oppure a coprirle solo parzialmente: in questo caso si rialzano in un groppo sulla nuca. (Fig.4)

 

 

 

 

 

 

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ETA’ ELLENISTICA (IV-I secolo A.C)

Nei primi due secoli dell’età ellenistica le pettinature diventano più articolate come testimoniano le statue di numerose teste femminili: i capelli sono resi con lunghe ciocchette a spigolo vivo, si aprono al centro della fronte in due direzioni opposte, coprendo le orecchie, oppure possono anche aprirsi in un motivo a forcella al centro della fronte. Un’acconciatura più leggera consiste in un diadema sulla fronte con una fascia attaccata che cinge solo la parte posteriore della testa sulla cui sommità è raccolto lo chignon. Talora il diadema era posto sulla cuffia e risultava costituito o da una fila di perline bianche o da una serie di foglie lanceolate. Nel IV secolo a.C si trova anche la formula con i capelli corti, soprattutto tra i bambini e le ancelle. Nel III secolo a.C si diffonde l’usanza di raccogliere i capelli intorno al viso in due file di trecce che salgono dalle orecchie al centro della fronte, qui una seconda treccia sale verticalmente alla sommità del capo e sulla nuca i capelli sono rialzati, annodati a kròbylos e cinti da una corona, oppure i capelli potevano essere pettinati a ciocche lunghe e lisce; un’altra tipologia è il ciuffo rilevato alla sommità della fronte con le ciocche ondulate che coprono solo parzialmente le orecchie.Un' acconciatura molto diffusa era quella a melone raccolta in uno chignon dietro la testa.

Nel II-I secolo A.C i capelli sono pettinati all’indietro, bipartiti sulla fronte, lasciando in genere le orecchie scoperte ornate d’orecchini.

 

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 Acconciature ellenistiche

 

  Ceramica Coroplastica

Toreutica Oreficeria

                                  

         

    

   

 

Ceramica

Le acconciature femminili magnogreche di età ellenistica sono ampiamente documentate sulla ceramica apula. Interessante a questo proposito è la pélike apula rinvenuta nel 1933 nel centro antico di Ginosa, in contrada Cappuccini(fig.1) Qui, durante la costruzione del municipio, furono individuate due tombe che hanno restituito materiale del IV del III sec a. C.

Sul corpo del vaso , sia sul lato A che sul lato B, vediamo una donna pettinata secondo la moda dell’epoca: i capelli sono rialzati sulla nuca e trattenuti dal kekryphalos, mentre la capigliatura che fuoriesce sulla fronte è adornata da una stephane a punti.

 

 

Sempre dal territorio di Ginosa, da ma contesti tombali smembrati e non più ricostruibili, proviene una pèlike apula ritrovata nel 1933(Fig.2). Il vaso è decorato sul lato A con una figura femminile seduta su una roccia che regge con una mano una grande cista e con l’altra una corona. Anche in questo caso l’acconciatura prevede in cappelli raccolti nel kekryphalos e sulla fronte una stephane resa con una serie di punti bianchi.

 

 

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Coroplastica.

 

 

 

L’acconciatura a "melone", molto diffusa nell’età ellenistica , è ben testimoniata da una statuetta in terracotta del III sec. a. C conservata al Museo di Taranto(fig.3). Rappresenta una figura femminile alata, parzialmente avvolta in un mantello, che poggia sul braccio sinistro e sulla gamba destra lasciando scoperto il resto del corpo.Un velo di latte di calce ricopre tutte le superfici mentre l’acconciatura è del colore naturale dell’argilla, volutamente risparmiata per creare un contrasto con il candore del corpo nudo. L’acconciatura, molto elaborata, evidenzia come i capelli, ordinatamente spartiti in ciocche, siano raccolti in una crocchia sulla sommità della nuca.

 

 

 

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Toreutica

 

L’acconciatura a "melone" trova un’altra significativa testimonianza in un prodotto di notevole pregio artistico:la teca d’argento, in forma di conchiglia, proveniente dalla tomba degli ori di Canosa(fig.3).La faccia esterna e quella interna del coperchio sono ornate da una figura femminile seduta su un mostro marino, raffigurata sia di spalle (faccia interna) che frontalmente ( faccia esterna). E’ possibile pertanto osservarne compiutamente la pettinatura con i capelli raccolti sulla nuca che, visti frontalmente, appiano morbidamente ondulati, mentre, nella visione da tergo, appaiono ordinatamente raccolti in ciocche simmetriche e confluenti in una piccola crocchia. L’acconciatura è resa con la tecnica della doratura a caldo .

 

 

 

 

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Oreficeria

 

In numerosi anelli sono attestate le tipiche acconciature di età ellenistica. In un anello a castone circolare e verga fasciante rinvenuto a Mottola nel 1936 è inciso il profilo di una donna matura con pettinatura a melone desinente sulla nuca in una crocchia (fig.4).

In un anello rinvenuto in via Cugini nel 1974 è visibile, all’interno del castone costituito da un granato rosso, una figura femminile nell’atto di versare o attingere acqua, con lunghi capelli che spiovono sulle spalle fermati da un nastro.In un anello proveniente dalla tomba degli ori di Canosa, invece, la figura femminile incisa nel castone di pasta vitrea violacea presenta un’acconciatura resa con solcature parallele che terminano sulla fronte con un ispessimento anticipando un a foggia che avrà larga diffusione in età imperiale.(link)

Interessante anche l’acconciatura attestata sugli orecchini rinvenuti a cristiano nel 1034. In questo caso i capelli sono portati indietro ma fermati da un diadema visibile al centro della fronte, mentre sulla nuca sono accuratamente rialzati a formare come un ampio chignon che abbraccia tutta la parte posteriore della testa.(link)(fig.5).

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 Acconciature maschili nella Grecia antica

Età arcaica Età severa

Età classica Età ellenistica

 

 

Età arcaica

 

L’acconciatura maschile in età arcaica prevedeva capelli a calotta sulla sommità del capo, disposti sulla fronte in rigide ciocche appiattite desinenti in una corona di riccioli sulla fronte e lunghe trecce spioventi sulle spalle. Spesso i riccioli erano chioccioliformi o a "lumachella" mentre le trecce potevano essere ondulate a "rocchetto" (kouros del Sunio) o annodate in modo "perliforme" (kouros del Dipylon). L’acconciatura poteva essere arricchita da uno chignon (krobùlos) che scendeva sulle spalle o da preziosi diademi che cingevano la fronte concludendosi con un nodo posteriore a tenie cadenti sulle chiome. Una corta barba appuntita era segno della raggiunta virilità .Nello Zeus di Ugento(fig.1) la barba è solcata da una fitta rete di incisioni mentre i capelli incorniciano la fronte con una serie di riccioli chioccioliformi e discendono sulle spalle e sul petto in lunghe trecce.Il capo appare stretto da una benda (tenia) adornata da rosette ed sormontata da un diadema.

 

 

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Periodo severo

 

Nel periodo severo l’acconciatura è talvolta raccolta in una treccia serrata, che gira intorno alla testa fondendosi con la calotta di corte ciocche che modella la testa sferoidale (Efebo di Kritios); in altri esempi i capelli formano una massa unitaria di brevi riccioli a fiamma appiattita o a compatte spirali chioccioliformi (Armodio nel gruppo dei Tirannicidi). Talora i capelli, trattenuti da una benda, si compongono in ciocche aderenti alla testa, mentre si rialzano sulle tempie e sulle spalle (Auriga di Delfi). Sono in generale pettinature più pratiche, più adatte da una vita attiva ed alla pratica dell’attività sportiva.

 

Nella produzione artistica delle colonie greche d’occidente il kouros che meglio si può accostare all’efebo attico di Kritios è l’efebo di Agrigento(fig.2). In questo giovane stante, che si muove armoniosamente rompendo la rigidità arcaica, anche l’acconciatura si adegua ai nuovi modelli formali. La capigliatura aderisce alla testa formando una calotta scompartita da solchi fitti e paralleli mentre la corona di ricci che incornicia la fronte è resa come un compatto anello di ciocche sottili ordinatamente composte.

 

 

 

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Età classica

 

Nell’età classica e tardo-classica la chioma diventa più morbida e più libera. Le ciocche non sono più schiacciate sulla calotta cranica, ma mosse e corporee, quasi partecipi della tensione del corpo e della vibrazione spirituale del soggetto rappresentatao(Diadumeno di Policleto).

 

 

 

In Itali meridionale ed in Sicilia l’eco dello stile fidiaco è percepibile in numerose creazioni che dimostrano un’assimilazione originale dei modelli. L’efebo di Mozia, ad esempio, che nella concezione ritmico-spaziale e nella morbidezza del panneggio rimanda a soluzioni classiche , rimane  ancorato ad una visione protosevera proprio nella capigliatura a calotta grezza incorniciata da file di "lumachelle"( fig.3). Invece la bella testa marmorea proveniente da Pachino,al museo di Siracusa, evidenzia un superamento del linearismo severo. La capigliatura, pur aderendo alla calotta cranica, è composta di ciocche rilevate e mosse che rivelano un trattamento più fluido e più dinamico.(fig.4)

 

 

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Età ellenistica

 

In età ellenistica la pettinatura non definisce più in modo generico il personaggio effigiato in relazione al suo ruolo, ma contribuisce alla sua identificazione precisa. La pronunciata calvizie di Socrate, nel ritratto lisippeo nota da copie, si accompagna ad una folta barba. Nel ritratto di Aristotele, realizzato nella cerchia lisippea quando ancora il filosofo era in vita, la stempiatura è evidente ed i capelli, poco folti, sono resi a ciocche rade e mal pettinate. Capigliature particolari connotano i "diversi": i barbari, gli stranieri, gli anziani, i malati. A Pergamo i Galati sono rappresentati con chiome lunghe, incolte e folti baffi. Alessandro Magno viene invece effigiato da Lisippo con la tipica anastoé, cioè con i capelli rialzati sulla fronte quasi a simboleggiare la prontezza divina di una mente superiore. Seleuco I, in busto bronzeo da Ercolano, si fa ritrarre con il capo coronato da folti ricci, raccolti da un’alta fascia a formare una ciocca posteriore mentre sulla fronte i riccioli semilunati a falce accostati gli uni agli altri creano una corona vaporosa e mossa(fig.5).

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