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Ecco un'altra
Venezia: non quella della fenomenologia naturale, ma quella della versione
neo-romantica. Basta un velo di colore per inserire i
luoghi notabili della città, compreso il Palazzo Ducale, in una visione
onirica. Ne esce qualcosa di più immaginato che visto: o comunque visto
nel filtro della fantasia.
Paolo
Rizzi - aprile 2003
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Claudia, un'artista che ci
affascina con i suoi splendidi dipinti che simboleggiano con tocco
fantastico i palazzi e la Basilica di S. Marco. Splendide visioni in cui
convergono romanticismo e passione di una pittrice che ama la magia di
Venezia.
Orfango Campigli -
marzo 2003
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È una Venezia in bilico fra
sogno e realtà, fra simbolo e ricordo, una città vissuta ed amata
intensamente, la Venezia delle architetture preziose, ma anche la Venezia
delle maschere. Non si tratta del binomio maschere/carnevale, ma delle
apparenze sotto cui ci nascondiamo tutti i giorni. Qualunque sia il motivo
che ci spinge ad indossarla, la maschera è vissuta come un freno dal
quale l'autrice tenta di liberarsi. Non a caso nelle ultime opere questo
soggetto va scomparendo, lasciando sempre più spazio alle architetture
rese quasi fiabesche dall'uso di colori innaturali. Molto interessante è
anche la serie degli alberi realizzati in monocromo a penna o pennarello.
Sono tronchi contorti pieni di nodi, anse e curve, spesso mozzati o con
rami spezzati. Anche qui il simbolismo è forte, non è una serena
riflessione sulla natura, piuttosto una sofferta indagine sulla propria
esistenza.
Elisa
Aneggi - marzo 2003
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Claudia Andriollo vive sensazioni coinvolgenti affidandosi a toni decisi, colori puri, stesi con veemenza e senza ripensamenti lasciandosi trascinare dal fascino di una pittura ricca di contrasti che trasformano luna e sole in esplosioni di luce. La notte e il tramonto si animano allora di raggi cosmici,
grumi di nubi e sfondi variegati: l'essenza dell'evento naturale, che sia un plenilunio sul mare o
l'impietoso solleone di un meriggio in paese, s'esalta nelle note più squillanti e acute che alludono ad un vitalismo inebriante, volto a superare una sbiadita
quotidianità.
Alvaro Spagnesi
- dicembre 2005
Ecco Venezia vista con gli occhi della
fantasia. Ogni palazzo, ogni monumento sono intuiti alla stregua di tessere molecolari
formanti un corpo unico ed irripetibile. La cromatica è irreale come se la
pittrice avesse voluto dare forma ad un sogno che stava per svanire.
Ezio P.Zanesini - giugno 2003
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Nelle opere di questa
artista Venezia è vista con gli occhi dell'anima. Palazzo Ducale, La Ca' d'Oro, la Torre dell'Orologio
vengono inseriti in un contesto cromatico sognante che li delinea come
tessere di un mosaico bizantino, ove ogni realtà si addolcisce nella luce del ricordo
a formare un unicum la cui natura finisce per essere colonna
portante della propria nostalgia. Pittura interessante sul solco di una
poetica latente.
Giorgio Pilla
- maggio 2003 |
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Domina
l’immediatezza delle sensazioni e la percezione dei colori. Il sole e la
luna sembrano esplosioni di luce e gli antichi edifici, castelli, palazzi
, torri, ormai ruderi vengono rappresentati, non a caso, con fogli d’oro
e d’argento. L'oro e l’argento testimoniano l’antico splendore delle
nobili rovine, ma questo splendore non è più integro, non c’è più la
nitidezza delle linee, è frammentato e sta a significare,
metaforicamente, che è forse il valore interiore dell’uomo, di cui i
castelli d’oro e d’argento sono simbolo, a esser venuto meno.
Adriana
Merlini - Corriere d’Italia in Germania (17.09.2007)
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