BREVE
DESCRIZIONE
Dalla pianura alessandrina, nelle giornate limpide dopo le perturbazioni
primaverili o autunnali, dopo i temporali estivi o nelle giornate invernali
eccezionalmente fredde, si possono osservare numerose vette dell'arco alpino: il
Monte Rosa ed il Cervino spiccano verso settentrione mentre, spostandosi più a
ovest, appaiono via via il Gran Paradiso, il Rocciamelone, il Monviso ed infine
le vette delle Alpi Marittime, tra cui si stacca evidente il Monte Matto.
Verso Sud il panorama è invece dominato dalle forme dolci della catena
dell'Appennino, dove tuttavia risalta un monte che appare insolitamente aspro,
con caratteristiche quasi alpine nonostante la sua modesta elevazione: si tratta
del Monte Tobbio, cuore del Parco Naturale Regionale delle Capanne di Marcarolo;
questo territorio protetto è estremamente interessante sia per la sua
vegetazione, che risente fortemente dell'influsso del Mediterraneo, sia per le
caratteristiche delle rocce che rendono il paesaggio spesso assai dirupato, con
caratteristiche molto diverse da quell'Appennino Ligure assai familiare a chi
dalla pianura piemontese e lombarda affronta "avventurosi" viaggi domenicali
verso il mare.
Il Tobbio è facilmente individuabile anche perchè isolato e sormontato da una
chiesetta, spesso ben visibile anche da Alessandria; dalla sua cima il panorama
ripaga assolutamente della fatica spesa, consentendo di ammirare sia il Mar
Ligure, con le navi in rada in attesa di attraccare a Genova, che le colline del
Monferrato e, a seconda della limpidezza dell'aria, anche vaste porzioni
dell'arco alpino: in giornate eccezionali lo sguardo non ha difficoltà ad
arrivare fino alle cime del Trentino!
Accanto alla chiesetta è presente anche un rifugio molto spartano, utile per
situazioni di emergenza; si noti che la vetta può essere raggiunta anche dal
Valico degli Eremiti, percorrendo meno dislivello su di un comodo sentiero che
si snoda sul versante Nord, o dalla regione guado per il versante Sud: è stato
nel seguito descritto il percorso da Voltaggio, che attraversa un paesaggio più
vario, anche se il prezzo da pagare è un supplemento di circa 200 m. di
dislivello.
Lasciata l'auto
nell'abitato di Voltaggio in Piazza De Ferrari (omonima della celebre piazza
genovese, a testimonianza della notevole influenza ligure presente in questa
zona), si imbocca uno stretto viottolo, perpendicolare alla strada maestra che
attraversa il paese, che sale in direzione Sud; la stradina (asfaltata) disegna
una curva a gomito verso sinistra con direzione obbligata e dopo alcuni metri si
divide in due altre piccole carrozzabili: si imbocca quella di destra e dopo un
breve percorso, in prossimità di una seconda curva a gomito verso sinistra, dove
tra l'altro inizia lo sterrato, si abbandona la strada continuando verso Sud su
di un sentiero poco evidente (talvolta è presente una freccia con la scritta
Monte Tobbio).
Questo è inizialmente percorribile a fatica, specialmente in estate, a causa
della vegetazione rigogliosa: tuttavia, dopo alcuni minuti di cammino, si
raggiunge una bellissima mulattiera che, inoltrandosi in un fresco bosco di
castagni, consente di salire agevolmente.
Dopo 20-30 minuti di marcia, ci si imbatte in un primo bivio, giunti al quale si
imbocca senza indugio la via di destra; percorso un breve tratto pianeggiante,
si arriva ad una seconda deviazione dove occorre invece imboccare il percorso di
sinistra. Si riprende quindi a salire, sempre nel bosco di castagni, fino ad
uscire su di un ampio crestone da dove, circondati da una vegetazione assai
caratteristica chiaramente influenzata dalla vicinanza del Mediterraneo, tra
piccoli pini e spuntoni di roccia, ginestre ed elicrisio, appare finalmente la
vetta del Tobbio, ancora abbastanza lontana.
L'itinerario continua su evidentissimo sentiero, sentiero che seguendo l'ampia
cresta incontra in più punti altri tracciati provenienti dal vallone sottostante
(posto alla destra di chi sale); il tracciato interseca quindi un'ampia
mulattiera, che proviene dal Valico degli Eremiti, mulattiera piuttosto
disagevole per l'abbondanza di ciotoli, seguendo la quale si raggiunge prima il
Passo della Dagliola e poi, risalendo il versante Sud del Tobbio, la chiesetta
posta sulla cima.
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