28 Settembre 2006 SUPPLEMENTO SALUTE - Repubblica
pag. 40
Tecnofood
Quando in cucina e a tavola trionfano le soluzioni rapide
Pratici, sicuri e durevoli, i piatti "ad alto contenuto di servizio" vanno per
la maggiore. Scegliamoli bene.
di Isabella
Egidi
Via libera sulle nostre tavole al rapidissimo tecnofood, ossia ai prodotti
alimentari ad alto contenuto di servizio, quali risotti in busta, zuppe in brick
e prepazioni stir fry. Probabilmente l'attrazione che questo genere di alimenti
esercita sugli italiani deriva da un riferimento concettuale piuttosto
specifico, ossia quello di un Paese che deve fare i conti con la
destrutturazione della scansione canonica dei pasti, con la semplificazione
delle portate, con lo spostamento dei consumi fuori casa e con un palese
ridimensionamento sul fronte del tempo libero. E il tecnofood, nel corso degli
anni, si è sempre più modulato su queste esigenze, senza trascurare gli aspetti
del confezionamento e della durabilità. Pratici e veloci, questi cibi, non a
caso spesso sono confezionati in monoporzioni, e ben si adattano anche ad uso
dilazionato nel tempo. "Ciò è stato reso possibile", spiega Angela Andreoli,
docente presso la cattedra di Alimentazione e Nutrizione Umana dell'Università
degli studi di Roma Tor Vergata, "dall'avanzamento tecnologico e dalla ricerca,
che hanno permesso alla grande industria di prolungare la durabilità dei
prodotti, garantendo al contempo standard molto elevati di sicurezza e igiene".
Ma come si presentano dal punto di vista nutrizionale? In che modo possono
essere inseriti, in maniera bilanciata, all'interno della nostra alimentazione?
"In realtà", prosegue l'esperta, "questi prodotti, spesso molto gradevoli al
palato, non richiedono delle indicazioni nutrizionali "ad hoc". Mi spiego
meglio, un risotto in busta o un primo piatto surgelato presentano ormai quasi
le medesime caratteristiche di un pietanza "fatta in casa". Di conseguenza
possono entrare all'interno della nostra alimentazione quotidiana sulla base
delle indicazioni "standard", come ad esempio quelle riferite alla quantità
(porzioni di 80 gr. per le donne; 100 gr per gli uomini) o all'equilibrio dei
nutrienti nell'arco della giornata. A quest'ultimo proposito, mi preme ricordare
che limitarsi al piatto pronto - sempre che non si tratti di una preparazione
"completa" - non è corretto dal punto di vista nutrizionale. L'aggiunta di un
contorno di verdure e un frutto sarebbe di rigore, per assicurare al nostro
organismo anche quelle quote vitamine e fibre che tanto contribuiscono al suo
benessere".
Ma cosa ci riserva la tavola del futuro? "Di certo non pillole
colorate", chiosa Andreoli, ma presumibilmente alimenti ad ancor più elevato
contenuto di servizio e - perché no? - anche di SALute". Largo dunque a cibi
funzionali, nutraceutici oppure ad alimenti ad alta concentrazione di sostanze
nutritive fondamentali, magari presentati al consumatore nelle forme più
invitanti, come ad esempio snack al cioccolato o ripieni per i sandwich. Questo
almeno è lo scenario descritto anche da Brian J. Ford nel libro "Nel piatto.
SALute, sicurezza e futuro del cibo" (Edizioni Ambiente), dove - tra l'altro -
l'autore offre un'interessante panoramica sui cibi del futuro tratti da fonti
nuove o ancora poco conosciute.
Citazione di merito infine per la cosiddetta
gastronomia molecolare che, con proposte come il gelato all'azoto liquido e le
cotture all'alcool etilico, contribuisce ogni giorno all'allargamento delle
frontiere del gusto.