L'incendio non è altro che una combustione, cioè una delle più comuni forme di reazione chimica, consistente in un processo d’ossidazione rapida con sviluppo di calore e quasi sempre di luce.
Affinchè si abbia una combustione è necessario che siano presenti, contemporaneamente, i seguenti elementi:
- combustibile, come ad esempio tutte le sostanze organiche, alcuni metalli e metalloidi;
- comburente, cioè la sostanza contenente l'ossigeno (ad esempio l'aria) che promuove e mantiene la combustione;
- la temperatura d’accensione necessaria per stabilire l'inizio della combustione.
Il controllo e lo spegnimento dell'incendio si realizza mediante 1'eliminiazione di uno degli elementi summenzionati; vale a dire per allontanamento del combustibile dalle fiamme, oppure per eliminazione dell'ossigeno impedendo all'aria di raggiungere le fiamme, oppure per abbassamento della temperatura mediante raffreddamento.
La reazione chimica può anche essere arrestata mediante opportuni inibitori.
Classi d'incendio
Attualmente gli incendi vengono così catalogati:
Classe A
Sono gli incendi che si sviluppano dalle sostanze combustibili solide quali legno, tessuti, gomma, carta e vengono estinti per raffreddamento.
Classe B
Sono gli incendi che si sviluppano dalla miscela d’aria e vapore sovrastante il pelo libero di un liquido infiammabile quale grasso, benzina, olio, kerosene, ecc. Per spegnere questo tipo d’incendio si deve intervenire, con un'azione di soffocamento oppure inibendo la combustione.
Classe C
Sono gli incendi che si sviluppano in apparecchiature elettriche sotto tensione e richiedono agenti estintori isolanti.
Classe D
Sono gli incendi che si sviluppano dai metalli combustibili, quali magnesio, sodio, ecc.
Per spegnere questo tipo d’incendio si interviene con speciali procedure, poichè con l'uso indiscriminato di normali estintori si possono verificare reazioni chimiche molto violente con conseguenti esplosioni pericolose oppure una dilatazione dell'incendio.
Agenti estintori
I tipi d’agenti estintori più comuni sono:
a) L'acqua (H20)
E' il fluido antincendio più comune e più economico, da impiegarsi soltanto per estinguere gli incendi di classe A. Essa normalmente è contenuta in recipienti in pressione e viene fatta uscire attraverso un uge1lo per consentirne la nebulizzazione. Interviene spegnendo l'incendio principalmente per raffreddamento e, secondariamente, per soffocamento e diluizione. Infatti, l'acqua posta a contatto con il materiale che brucia, ne assorbe il calore e perciò abbassa la temperatura; inoltre vaporizzando crea una specie di cappa che impedisce all'ossigeno esistente nell'atmosfera di venire a contatto con l'incendio.
In alcuni casi l'acqua diluisce abbondantemente il combustibile, per cui l'incendio si estingue; ciò non è valido per le sostanze infiammabili.
E' bene tenere presente che a causa della sua conducibilità l'acqua non può essere utilizzata per estinguere gli incendi di classe C.
b) L'anidride carbonica (C02)
E' una sostanza inodore, incolore, insapore, non contiene ossigeno allo stato libero, è gassosa alla pressione atmosferica normale ma diviene liquida se sottoposta ad alta pressione; quando poi viene erogata dall’estintore si espande formando una miscela di vapore e ghiaccio avente un volume di circa cinquecento volte superiore a quello iniziale. Essa è utilizzata per estinguere incendi di classe A, B e C e agisce per soffocamento e per raffreddamento.
L'anidride carbonica non è corrosiva e non altera i cibi. Se respirata in grande quantità è però nociva, perchè provoca soffocamento. Essa provoca inoltre ustioni se scaricata addosso alle persone a causa della sua bassissima temperatura, specie nella fase di espansione.
c) La polvere chimica
Può essere a base di bicarbonato di potassio o di bicarbonato di sodio, in entrambi i casi viene utilizzata per estinguere incendi di classe A, B e C, mediante soffocamento. Esiste inoltre un'altra polvere chimica a base di cloruro di sodio, molto utile per spegnere incendi di metalli combustibili. Questa polvere, a contatto con le fiamme, crea una crosta che isola il metallo dall'ossigeno contenuto dall'aria e dopo un pò di tempo permette il raffreddamento e l'estinzione dell'incendio. E' ovvio che la formazione della crosta è possibile poichè il peso specifico di questa sostanza è inferiore a quello del metallo fuso.
d) Liquidi vaporizzanti
Agiscono formando una copertura di gas che non alimenta la combustione e, cosa più importante, interferiscono con le reazioni a catena che hanno luogo nelle fiamme. Sono molto efficaci contro gli incendi delle classi B e C, cioè incendi di liquidi combustibili e di apparecchiature elettriche. Per tali impieghi essi associano il vantaggio della grande efficacia con una bassa tossicità e l'assenza di effetti di corrosione.
Come liquidi vaporizzanti sono particolarmente efficaci i composti alogenati, cioè i vari composti chimici ottenuti per alogenazione degli idrocarburi metano ed etano.
Per gli scopi pratici la migliore combinazione di proprietà si ottiene con i componenti contenenti bromo e fluoro.
I liquidi vaporizzanti principali usati a bordo degli aeromobili sono attualmente:
-Trifluorometilbromuro (freon) (CF3Br)
-Bromoclorodifluorometano (BCF) (CBrC1F2)
Il primo è l'agente estinguente utilizzato dagli impianti antincendio fissi installati sugli aeromobili.
Il secondo, viene invece utilizzato negli estintori a mano.
Precauzioni per evitare incendi a bordo degli aeromobili
Sebbene le zone più antiche degli aeromobili commerciali siano provviste di sistemi ci protezione contro il fuoco, sia in fase di progetto sia in fase operativa, sono previste numerose precauzioni atte a scongiurare il pericolo d’incendi. Di seguito vengono elencate le precauzioni principali.
Le tubazioni di mandata del carburante ai motori sono costruite in materiale resistente al fuoco ed inoltre in corrispondenza delle zone di fuoco, sono poste valvole d’esclusione (shut-off valve) che vengono chiuse dal pilota in caso d’incendio al motore, allo scopo di limitare la propagazione del fuoco.
Varie paratie parafiamma costruite in materiale metallico resistente alle elevate temperature ed alla corrosione separano le zone calde del motore dell'APU dal resto dell'aereo.
I1 carburante imbarcato a bordo dei velivoli costituisce un pericolo permanente d'incendio e per questa ragione, sia l'installazione sia 1'impiego dell'impianto carburante prevedono precise norme di sicurezza, che si basano su due concetti: prevenire la formazione di vapori e le possibilità di combustione (cioè scintille o sorgenti di calore).
A tal fine, durante le operazioni a terra di rifornimento e di svuotamento dei serbatoi occorre osservare delle norme specifiche di sicurezza, le più importanti delle quali sono:
1) Le operazioni di rifornimento devono essere effettuate con i motori spenti e a cielo aperto.
2) Tutti i veicoli e le attrezzature devono essere posizionate in modo da consentire il libero accesso all'aeromobile da parte dei servizi di soccorso e di lotta antincendio, ed il rapido allontanamento dei mezzi rifornitori.
3) Durante il rifornimento non devono essere installate o rimosse batterie dell'aeromobile, nè venire collegati, disconnessi o fatti funzionare apparati per la loro ricarica.
4) Durante il rifornimento non devono essere posti in funzione gli impianti HF, transponder e radar meteo.
5) Nell'ambito della zona di rifornimento è vietato fumare e usare flashes.
6) Il personale addetto al rifornimento deve indossare indumenti che non provochino scintille e non deve portare indosso o utilizzare accendi sigari o fiammiferi.
7) Prima del rifornimento occorre effettuare il collegamento tra l'aeromobile ed i mezzi rifornitori stendendo un conduttore elettrico tra i punti prestabiliti.
Gli olii idraulici di natura minerale, come ad esempio il MIL-5606 sono anch'essi suscettibili d'incendio, mentre i fluidi idraulici del tipo Skydrol sono molto resistenti al fuoco; quest'ultimo ha, infatti, una temperatura d'autoaccensione di circa 590°C contro i 107°C dell'olio di natura minerale. Anche l'ossigeno esistente a bordo dei velivoli nelle varie bombole, tubazioni, valvole, ecc., costituisce un pericolo permanente d'incendio e d’esplosione.
Infatti, questo gas, pur non essendo infiammabile, è il principale sostegno della combustione; inoltre messo a contatto con olii o grassi sviluppa una reazione consistente in una rapida ossidazione che dà luogo di solito ad una violenta esplosione dovuta all'innalzamento rapido della temperatura d'autoaccensione.
Ciò può verificarsi ad esempio in caso d’apertura molto rapida di una bombola d’ossigeno, con conseguente rottura dei tubi e fuoriuscita dell'ossigeno in ambiente ove esistono olii o grassi. Per questo motivo, l'apertura delle bombole deve avvenire lentamente.
Impianto antincendio degli aeromobili
L'impianto antincendio degli aeromobili è costituito da sistemi di protezione contro il fuoco, il fumo o il surriscaldamento di determinate zone.
Ogni sistema di protezione comprende circuiti di rivelazione avviso ed estinzione o isolamento.
Di seguito sono elencate le zone principali provviste d’impianti antincendio ed i corrispondenti sistemi di protezione:
a) Motori e gruppo ausiliario - rivelazione ed estinzione fuoco
b) Compartimenti cargo rivelazione fumo ed estinzione
c) Bordi d’entrata alari rivelazione surriscaldamento (per perdita condotti pneumatici)
d) Vani carrello rivelazione incendio.