Lettera
pubblicata dall'ECO
DEL SORDO SPORT anno 2000
Il
29 luglio dopo una settimana di coma, il nostro socio
e amico Andrea Rola ci ha lasciato per sempre.
"E'
ASSURDO" era scritto a grandi lettere su un quotidiano
il giorno dopo l'incidente; "E' ASSURDO" e'
esatttamente ciò che noi tutti abbiamo pensato
aveva solo 27 anni e davanti una vita di successi ...
Non solo in campo sportivo.
Andrea
ha perso la vita per una caduta dallo scooter un incidente
del "Week-End" di cui spesso sentiamo parlare.
A cui probabilmente non diamo molto peso, convinti che
cose del genere non ci possano accadere. E invece sabato
22 luglio è avvenuto l'incidente. A decine ci
siamo trovati al pronto soccorso dell'ospedale Galliera
dove Andrea era stato ricoverato in rianimazione, incredutli,
disperati. Ogni pomeriggio della settimana successiva,
l'appuntamento era sempre li in attesa di notizie che
ci facessero sperare. Ma le sue condizioni erano apparse
subito gravi. Il movimento della mano di domenica, quello
della gamba e del braccio di martedì ci hanno
solo fatto illudere.
Alcuni
erano addirittura andati a donare il sangue in previsione
di un intervento che poi non c'è stato.
Andrea
è andato via via peggiorando e il sabato successivo
all'incidente i medici hanno dichiarato la morte cerebrale.
Lo stesso giorno alle 19.30 Andrea ci ha lasciati. E'
stato sicuramente questo il combattimento più
difficile del "campionato" della vita. Invano
abbiamo atteso il miracolo, sperando che continuasse
a lottare, che c'è la metesse tutta come aceva
nei combattimenti e in campo. Assieme ai ragazzi della
palestra Don Bosco abbiamo "tifato" per lui.
Abbiamo urlato sotto la sua finestra, lo abbiamo incitato
sia venerdì sera che sabato pomeriggio ma il
tempo purtroppo passava e le speranze si spegnevano.
Anche se Andrea ha perso quest'ultima gara, lo ricorderemo
sempre campione, non solo nello sport ma anche nella
vita. Ritengo doveroso ringraziare Nuccio e Luisella,
i genitori di Andrea. Per tutta la settima, pazienti
e disponibili con noi che incessamente chiedevamo notizie.
Luisella
è stata unica: ci è stata vicina, ci ha
consolati, incoraggiati.
Non
ha perso occasione per ricordarci che Andrea non voleva
le nostre lacrime, ci voleva felici e sorridenti, come
era lui stesso: solare, allegro, disponibile e generoso
con tutti, con una gran voglia di ridere e divertirsi.
In
quei giorni abbiamo trovato nei ragazzi della palestra
Don Bosco dei nuovi amici.
Andrea
ci ha fatto incontrare e il giorno del funerale Luca
e Giuseppe hanno voluto ringraziarlo: Luca sordo, ha
letto al microfono; Giuseppe udente ha tradotto in Lis
ciò che Luca stava leggendo: Andra sei riuscito
ad unire due gruppi di persone differenti che non potevano
comunicare con la propria voce ma che sono riusciti
a farlo con la grande voce del cuore.
Grazie
Andrea, non ti scorderemo mai.
TIZIANA
FERRI
Lettera
pubblicata sul Corriere Mercantile
del 2 agosto 2000
Il
ricordo di Gianni VASINO
"DAVVERO
UN ESEMPIO PER TUTTI"
Riceviamo
e volentieri pubblichiamo, una lettera un ricordo
di Andrea Rola scritta dal giornalista televisivo
Gianni Vasino che ha avuto l'occasione di frequentarlo
e apprezzarlo come atleta:
Ho
conosciuto Andrea nella palestra dove Nicolino ROSA
insegnava arti marziali ai ragazzi disabili e sin
da allora mi aveva colpito quel suo modo di fare sport
per dimostrare le proprie capacità oltre tutte
le differenze. Con il passare degli anni, lo sport
ha aiutato Andrea a diventare adulto, e contemporaneamente
il suo irrefrenabile desiderio di vitoria si è
saputo trasformare in un messaggio il cui grande significato
è apparso a tutti chiarissimo in occasione
delle esequie in una chiesa che era increndibilmente
zeppa di gente di ogni età.
C'erano
i suoi compagni di arti marzilai e quelli della sua
squadra di calcio multitencnica come può accadere
solo quando alla base di ogni movimento c'è
una straordinaria forza catalizzatrice: proprio quella
che tu sapevi sprigionare in tutte le tue iniziative.
Nello sport, Andrea, aveva trovato una ragione che
lo frequentavano, spornati dal suo desiderio di essere
sempre tra i primi, a sentirsi oltre ogni barriera
comunque discriminante. Quando decine e decine di
mani si sono levate nell'applauso de non udenti quell'irreale
silenzio è sembrato alle mie orecchie, abituate
agli osanna calcistici, diventar scrosciante gesto
di riconoscenza che ti sei meritato per aver creduto
tanto nello sport come mezzo per vincere, ma soprattutto
per affratellare in un mondo nel quale più
l'individualismo e la perfezione sembrano voler dominare
tutto e tutti. Grazie Andrea, ancora una volta sul
gradino più alto.