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LA CARICA DEI 150: le nuove diesel "vitaminizzate"

    (Cagliari 04.10.01) Affermatosi sempre di più nel mercato (penetrazione oltre il 35%), il motore diesel cerca ora di levarsi di dosso l’icona di motore lento e sporco per appropriarsi di un’immagine fino a poco fa impensabile per un propulsore a gasolio, quella di motore sportivo. I tecnici della Volkswagen hanno avuto per primi questa idea e hanno lanciato da qualche mese la versione “grintosa” del noto 1.9 TDI, giunto ora a ben 150 cv (110 kw). Montato sulla Golf solamente con l’allestimento GTI, è in grado di conferire alla vettura un notevole dinamismo, impressione confermata da un eccellente 8”6 nel passaggio da 0/100 e da una punta massima di 216 km/h. Per poter raggiungere simili prestazioni il motore ha subito, ovviamente, notevoli modifiche: nuovi pistoni con spinotti alleggeriti ma più rigidi dei precedenti; bielle di spessore maggiore; iniettori con differenti fori in grado di migliorare il flusso del gasolio in pressione; impianto di sovralimentazione rivisto con intercooler maggiorato e turbocompressore modificato per avere una maggiore reattività ai bassi regimi e fornire una elevata potenza agli alti. Tutto ciò ha permesso di raggiungere l’elevata potenza specifica (veramente notevole per un diesel) di 79 cv/l e di erogare una coppia massima di ben 32,6 kgm, un valore superiore al 2.5 V6 Tdi da 155cv impiegato dalla Audi A4.

    Anche la Bmw non è rimasta a guardare e ha presentato, assieme al model yera 2002 della serie 3, la versione aggiornata del suo turbodiesel di 1995 cm3, quello che equipaggia la berlina 320d. Questo motore ha subito modifiche molto più importanti rispetto a quello Volkswagen, a partire dal nuovo sistema di alimentazione common rail di seconda generazione (1600 bar) in luogo del meno moderno sistema con pompa rotativa. Sono stati rivisti i collettori di aspirazione per creare una maggiore turbolenza all’interno dei cilindri, migliorando così la combustione e, di conseguenza, le emissioni inquinanti. Rivisti (in vista delle maggiori sollecitazioni) anche l’impianto di sovralimentazione, l’albero a gomiti (albero motore), il basamento e i pistoni. Un tocco di finezza è poi dato dai contralberi di equilibratura che limitano notevolmente le vibrazioni e il rumore. Così configurato, questo motore è in grado di erogare, anch’esso, 150 cv (110 kw) e una coppia di ben 330 nm. 

    Anche le berline alto di gamma sembrano adeguarsi a questo nuovo trend impiegando motori molto prestazionali; è il caso della recente Audi A4 dotata anche di un 2.5 V6 da ben 180 cv e 370 nm. Questo motore non utilizza l’ormai diffuso (nell’ambito VW) sistema PDE ma la più classica pompa rotativa, soluzione comunque in grado di conferirgli una notevole grinta unita a consumi comunque contenuti (almeno rispetto alle prestazioni offerte).

    Più equilibrata la scelta fatta dalla Volvo che presenta il suo primo turbodiesel, un 2.4 cinque cilindri strettamente derivato dall’unità a sovralimentata a benzina. Dotato sia di basamento che di testata in lega leggera, è stato il primo motore a impiegare il common rail di seconda generazione, quello con pressione di iniezione di 1600 bar. Contraddistinto da una erogazione corposa ma mai brusca, eroga 163 cv e una coppia massima pari a 340 nm.

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